Grande cornice di pubblico al “Veneziani”. Si gioca alle ore 17 e la giornata, climaticamente parlando, è delle migliori. È di scena Monopoli-Bisceglie, uno dei tanti derby della terra di Bari, portato alla ribalta nelle ultime stagioni.

Arrivano con un paio di pullman i tifosi e ultras biscegliesi. Non occupano lo storico settore ospiti di Monopoli, ma viene loro concessa tutta la gradinata, per evitare eventuali problemi con la tifoseria di casa. Scaldano le voci già dal pre-partita, con una serie di cori per i diffidati e per gli ultras, offrendo già dall’inizio un buon impatto visivo.

La curva nord, nel frattempo, tende a riempirsi lentamente, causa filtraggi e pre-filtraggi, termini portati alla ribalta negli ultimi tempi e che significano grandi noie per chi vuole andare allo stadio. I tempi dei biglietti acquistati la domenica e strappati rapidamente, anche qui piano piano stanno diventando un dolce ricordo. Infatti, alle ore 17, la curva nord sembra ancora semi-vuota e tenderà a riempirsi con il passare dei minuti offrendo, nel secondo tempo, un colpo d’occhio davvero notevole.

All’entrata dei giocatori in campo, non sembra di essere in Serie D. La curva nord fa scendere su tutto il settore un telone raffigurante la città di Monopoli, davvero suggestivo. Nei primi minuti, quando questo viene tirato su, viene issato lo striscione “Vogliamo gente che lotta”, tenuto alto per i primi 15 minuti della partita, con una Nord che inizia un incitamento convinto e rabbioso, partito leggermente in sordina a causa, come abbiamo detto prima, di un numero inferiore rispetto al prosieguo della partita.

I biscegliesi anche loro espongono uno striscione di carica per la squadra, “Avanti Bisceglie”. La prima mezz’ora nel complesso è un inferno, qualcosa che per queste categorie è davvero un lusso. Nei primi venti minuti, il settore ospiti offre un tifo decisamente più quadrato e compatto: il telone tenuto anche nei primi minuti della partita e lo striscione esposto per 15 minuti, hanno fatto perdere qualcosa alla Nord monopolitana. Ma, piano piano, parallelamente al settore che andava riempiendosi e riscaldandosi, la prova biancoverde è stata a tratti superlativa. Cori a ripetere possenti, alcuni dei quali risultano degli autentici boati, altri prolungati, l’intensità che non è mai scesa di grado, pause limitate o quasi inesistenti. Poi ancora battimani ritmati alla perfezione, grazie all’aiuto di qualche tamburo. Indubbiamente questa tifoseria, oggi come oggi, non merita queste categorie e farebbe un figurone  anche nelle principali Serie calcistiche.

Curioso il siparietto con il mister Bitetto, oggi allenatore del Bisceglie, acclamato dalla nord monopolitana per i suoi trascorsi in maglia biancoverde. All’invito di saltare con loro, durante la partita, l’allenatore si lascia andare a qualche saltello di troppo, scatenando l’ira dei tifosi di Bisceglie a fine partita, fomentata anche dalla sconfitta. In queste categorie non succede spesso che uno stadio intero ti acclami, e l’emozione, la nostalgia dei ricordi passati, avranno giocato al mister un brutto scherzo.

La Nord monopolitana, a inizio secondo tempo, intona l’Inno di Mameli mentre ricorda con uno striscione i due tifosi siciliani morti mentre si recavano a vedere la Nazionale. Più goliardici i tifosi di Bisceglie, che espongono uno striscione ironico sulle tradizioni calcistiche delle due squadre, nella completa indifferenza del pubblico monopolitano. La rivalità è più che altro calcistica, lo rimarca con un coro anche la Nord, che rivendica come proprie vere ed uniche rivalità quelle con Andria e Barletta.

Pur sotto per 1-0, i Biscegliesi non si sono mai perduti d’animo, continuando imperterriti fino al 90. Un plauso anche a loro: sostegno degno, umile e coeso fino alla fine. Se questa fiamma ancora viva in queste due piazze, fosse alimentata da qualche risultato convincente sul campo, penso che, senza tema di smentita, entrambe farebbero invidia a tante realtà ai vertici del calcio professionistico nazionale.

Massimo D’Innocenzi.