Ultima partita del 2013, il Novara, alla caccia della vittoria scaccia crisi, ospita il Bari che occupa la stessa posizione in classifica dei piemontesi. La Lega serie B, nel tentativo di riempire gli stadi, ha stabilito dei prezzi promozionali per questo periodo di feste: facessero sempre così gli stadi incrementerebbero, e di molto, gli spettatori. La risposta del pubblico novarese, mediamente restio a frequentare lo stadio, è molto buona: ai botteghini infatti sono molte le persone in fila alla ricerca di un biglietto, e le code verranno smaltite solo verso l’inizio del secondo tempo.

Facendo il mio ingresso allo stadio noto che la Curva Nord, casa degli ultras azzurri, è abbastanza piena. Molti hanno deciso di riempire questo settore, ma sono pochi che si sistemano nella parte centrale, dove stazionano gli ultras per intenderci. A conti fatti sono circa 200 persone. Si sistemano dietro la pezza CURVA NORD NOVARA, “gruppo” di nuova nascita creato per cercare di unificare il tifo dopo le varie diffide piovute sui piemontesi. Sono presenti a margine di questo striscione anche le pezze di Sezione, Vecchio Stampo e Zoo.

Portando l’attenzione agli ospiti sono circa un 80ina i “galletti” giunti in Piemonte. L’occhio allenato mi permette di distinguere le diverse pezze del tifo biancorosso: sono presenti i Bulldog Bari 1991 e un altro drappo con il simbolo della città di Bari che evidenziano la presenza degli ultras biancorossi. Fanno da contorno alcuni striscioni dei vari club di baresi sparsi per il Nord Italia.

La partita inizia e subito gli ultras novaresi si fanno sentire con un fortissimo “vincere”, sottolineando il perché della loro presenza allo stadio. Sul versante ospite, i baresi si compattano a quadrato nella parte centrale e iniziano a sostenere con gran voce e voglia i propri colori: un susseguirsi di cori a ripetere alternati a cori più prolungati, fanno da sfondo al match. Il match è bloccato a centrocampo, così come la partita sugli spalti: mancano quegli acuti che la Nord ha saputo mostrare nelle ultime partite, ma si fa comunque apprezzare con qualche coro d’annata e con l’invito di andare a Vercelli, per chi non vuole cantare, scelta condivisibile visto il buon numero di persone in curva che rimangono sedute.

L’intervallo è occasione per riscaldarmi con un caffè, nel salire le scale che riportano alla mia postazione scorgo dello strano movimento fuori dalla curva ospite, mi fermo a guardare e capisco che ci sono dei baresi fuori dallo stadio, circa una 15ina, presumibilmente non tesserati ai quali l’ingresso allo stadio è stato negato dai “cari” tutori dell’ordine che, ligi al loro dovere, seguono a vista, come dei cani da guardia, chi ha deciso di non piegarsi al potere e porta avanti la propria battaglia a difesa di un ideale.

Appena il tempo di sedermi ed è il Bari a passare in vantaggio con Sciaudone. Festa grande per i biancorossi che esultano a più non posso per questa rete molto importante nell’economia della gara. Lo svantaggio fa calare il gelo sul Piola, ammutolito per lo svantaggio ma, assorbito il duro colpo, i novaresi chiedono prontamente la reazione della squadra. Dopo un paio di cori a ripetere anche lo stadio pare riprendere vita e, quantomeno con il battimani, aiuta gli ultras nel tentativo di cercare di raddrizzare la partita.

I baresi, galvanizzati dalla rete, si fanno sentire molto bene. Il numero conta relativamente, quello che distingue questa tifoseria è il cuore che ci mette nel sostenere la squadra. Vanno apprezzati per i cori secchi sempre accompagnati da bei battimani, mentre sui cori più prolungati fanno sventolare un buon numero di bandierine, che danno un’ottima nota di colore.

Tornando agli ultras di casa, i cori secchi a ripetere vengono alternati a cori più prolungati che però, alla lunga, si dissolvono nel brusio dello stadio. Cromaticamente fanno sventolare due bandieroni ai lati, uno del gruppo Sezione, l’altro con i colori sociali. La reazione chiesta dalla Nord non arriva, innescando cori di indignazione verso i propri giocatori, giudicati rei di non avere a cuore la maglia e macchiandola con la mancanza di attributi. Qualche decisione arbitrale non condivisa, fa sì che l’attenzione si sposti sul direttore di gara, bersaglio di ululati di disapprovazione.

La partita volge al termine e opposte sono le reazioni degli ultras: i novaresi, stanchi della prestazione offerta, “avvisano” la squadra cosa potrebbe succedere in caso di retrocessione, con il classico “Se finiamo in C…”. I baresi dal canto loro sono vocalmente continui e incisivi, belli da vedere, colorati da numerose bandiere sempre in movimento, una passione che contraddistingue da sempre le tifoserie del Sud Italia.

Al termine della gara, la Nord chiama a raccolta i propri giocatori per un pacifico confronto, solamente all’esterno degli spogliatoi si presenterà il capitano dei piemontesi Ludi. Il contenuto del faccia a faccia non è difficile da immaginare. I baresi invece chiamano sotto la Sud i propri giocatori, per tributare il giusto applauso per una vittoria davvero importante e per cercare di accaparrarsi un pantaloncino o una maglietta a ricordo di questa trasferta.

Alessio Farinelli.