Se questa partita si fosse giocata qualche anno fa, sicuramente l’atmosfera sarebbe stata molto diversa. Tra le due tifoserie c’è una profonda rivalità nata negli anni ’80. In quegli anni l’aspetto politico non era trascurabile e le due tifoserie sono da sempre state molto politicizzate, perciò il feeling era, ed è tutt’ora, ai minimi storici. Non sono mancati episodi sopra le righe, alcuni anche piuttosto particolari, come quando alla tifoseria pisana in trasferta ad Ascoli venne sequestrato lo striscione “Rangers” perché aveva come simbolo il Che Guevara. A tal proposito è significativo ricordare come la stampa dell’epoca bollò i Pisani come tifoseria di destra, ipotizzandoo che al posto dell’effige di Che Guevara ci fosse una croce celtica. Ci fu chi prese fischi per fiaschi, la corsa a dare la notizia sensazionale giocò un brutto scherzo a qualcuno.

In tempo di tessera del tifoso, di settori chiuse, di trasferte proibite, è dura dare un giudizio sulla tifoseria ospite ed almeno per questo pomeriggio, l’impresa risulta impossibile visto che all’Arena Garibaldi si presentano un manipolo di ospiti ben lontani da rappresentare lo zoccolo duro della Curva Sud. Peccato perché la tifoseria bianconera, almeno tra le mura amiche, risulta essere in buona forma: i numeri espressi al Del Duca non sono affatto male, segno che la tifoseria viaggia su buoni livelli.

Gli Ascolani giungono a Pisa in una ventina di unità, appendono un paio di pezze nel settore e fanno gli spettatori paganti. Per quanto riguarda il sostegno alla squadra, niente da segnalare se si eccettua una sciarpata inscenata ad inizio partita, accompagnata dall’unico coro effettuato in giornata. L’ennesima dimostrazione di come sia praticamente impossibile sostituire gli ultras con i normali tifosi: troppo diverso il modo di vivere la partita, troppo diversi il colore ed il calore che possono offrire eppure, da più parti, si invoca il pugno duro verso quelle sole persone capaci di vivacizzare l’incontro sulle gradinate.

Tifoseria locale perciò unica protagonista della giornata e come da tradizione, in questo periodo, viene ricordato il Presidentissimo, Romeo Anconetani, a 14 anni dalla sua morte. Per l’evento la Curva Nord mostra un lungo striscione su due piani: “In questo calcio di busine$$ e repressione ber mi Romeo simbolo di tifo e passione”, super applaudito da tutto lo stadio. Poi è il tifo l’indiscusso protagonista della giornata, e la Curva Nord sembra prendere per mano la squadra per trascinarla alla vittoria: i primi cori sono ben eseguiti, c’è una buona partecipazione ed i numeri in curva son più che sufficienti. Sicuramente il compito della tifoseria nerazzurra è favorito dall’assenza dei tifosi ospiti. Senza avversario, la Curva Nord ha campo facile e spinge sull’acceleratore.

La partita sul terreno di gioco non è tra le più avvincenti, il Pisa sembra avere una supremazia territoriale ma non riesce a trovare la via della rete. Gli ultras chiedono a gran voce la vittoria, poi è il turno del secondo striscione della giornata, questa volta dedicato ad un ultras della curva, Gianluca, che ha passato dei periodi difficili a causa di una malattia: “Solo chi lotta da guerriero raggiunge il traguardo. Che la tua tenacia sia d’esempio. Grazie fratello ultras. La tua curva”.

La curva torna a sostenere la squadra, bandiere e bandieroni sono spesso alti ed i battimani che accompagnano i cori sono belli compatti. Poche pause, una buona organizzazione e tanta voglia di tifare, in questo pomeriggio la Curva Nord non si fa mancare niente anche se, quasi allo scadere della prima frazione, è l’Ascoli a passare in vantaggio in modo beffardo ed a far gioire i propri sostenitori presenti nel settore ospiti. La curva sembra non abbattersi al gol subito e chiude la prima frazione sostenendo a più non posso la squadra.

Come da tradizione, la tifoseria pisana è molto attenta ai fatti di cronaca che riguardano, direttamente o indirettamente, la galassia ultras e, come è facile immaginare, non ha mai mancato di mettere nero su bianco le proprie idee in fatto di repressione e di abusi di potere. Il caso di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato per possesso di hashish e dopo una settimana morto in carcere, ha scosso gran parte del mondo ultras, non sono mancati attestati di stima e di solidarietà alla famiglia e non sono mancati gli inevitabili attacchi alle forze dell’ordine ed a un certo tipo d stampa, che si è arroccata sulle notizie provenienti da una sola fonte. La Curva Nord ha sempre mostrato interesse a questo caso ed anche in questa giornata è tornata a picchiare la lingua dove il dente duole, con lo striscione: “1.340.000 euro di volte infami assassini. 22/10/2009 Giustizia per Cucchi”. Seguono cori contro le forze dell’ordine, cori piuttosto prolungati e molto partecipati, sintomatico di come la storia del povero ragazzo abbia scosso le coscienze, anche di quelle persone che pensavano che non si potesse morire di percosse all’interno di un carcere e, soprattutto, per la mancanza di cure in un ospedale. Evidentemente il passato da tossicodipendente non è stato un bel biglietto da visita per Stefano Cucchi e 20 grammi di “fumo” valgono la vita di un ragazzo, secondo lor signori.

Passati i cori offensivi verso le forze dell’ordine, la curva si stringe intorno alla squadra e prova a trascinarla almeno al pareggio. I cori si alzano con buona lena, viene chiamata a sostegno anche la gradinata che risponde in tono minore ma, nonostante ciò, calore e colore in curva continuano a non mancare.

Sul campo il Pisa attacca con veemenza ma con poca lucidità, l’Ascoli è guardingo e rischia relativamente poco. Il cambio del mister sulla panchina bianconera sembra azzeccato, mister Bruno Giordano è un ex non troppo amato all’Arena ed infatti, sia dalla gradinata che dalla compostissima tribuna, arrivano, di tanto in tanto, frasi poco educate rivolte all’attuale mister bianconero.

Il Pisa riesce ad agguantare il pareggio, ora la curva chiede a gran voce l’intera posta in palio: l’appetito vien mangiando e viene chiesto un ulteriore sforzo. Il tifo diventa più scomposto, la curva prosegue ad ondate, alcuni cori sono veri e propri boati, mentre il campo catalizza l’attenzione ed ogni volta che la squadra nerazzurra attacca si alza il ruggito fragoroso del pubblico.

L’ultimo striscione della giornata, la Curva Nord lo dedica proprio a mister Giordano: “Giordano bastardo mercenario”, i cori che seguono e che vedono ancora una volta l’ex bomber protagonista, partono dalla curva ma fanno ben presto ad attecchire in gran parte dello stadio.

Proprio sul filo di lana il Pisa arriva alla vittoria grazie ad un calcio di rigore. I giocatori bianconeri si mangiano le mani per l’occasione gettata al vento e a fine partita vengono chiamati sotto il settore per un colloquio a distanza: i tifosi hanno apprezzato l’impegno profuso ma, ancora una volta, rimarcano il fatto che a livello di punti si trovano con un pugno di mosche in mano. Anche mister Bruno Giordano si dirige sotto il settore per salutare i tifosi, il colloquio è cordiale ed alla fine i giocatori ed il mister sono applauditi ed incitati a dare ancora di più.

Festa grande dall’altra parte del campo, la vittoria lancia il Pisa verso la vetta della classifica e gli ultimi cori della curva sono per gli ultras scomparsi.

Valerio Poli.