Un lanciato Perugia fa visita ad un Pontedera che da qualche turno ha smarrito la brillantezza di avvio stagione ma resta pur sempre un avversario ostico. La trasferta in terra toscana diventa per gli ultras umbri un esodo, ed infatti, già molto prima del fischio d’inizio del direttore di gara, il parcheggio degli ospiti pullula di auto private e pullmini che fanno pensare ad un numero rilevante di tifosi. Gli ultras arrivano a bordo di 4-5 pullman, spicca tra questi quello nero della Brigata Ultrà, opportunamente modificato nel suo aspetto esteriore. La scorta è di quelle definite “leggere”, qualche volante ed i soliti vigili ad indicare il breve percorso che intercorre tra l’uscita della superstrada ed il parcheggio ospiti dello stadio.

Biglietto e documento alla mano, il contingente perugino comincia a prendere posto sui gradoni del settore ospiti. Gli striscioni degli ultras sono tutti in primo piano, e a fare da contorno ci sono alcune pezze e diverse bandiere. I numeri portati dagli Umbri sono di quelli importanti, addirittura alcuni tifosi occupano uno spicchio di settore che generalmente è lasciato vuoto. L’euforia è, come facile immaginare, a mille e si attende solo il via delle ostilità.

Molto più tranquillo è l’approccio alla gara della tifoseria di casa. La squadra non è più quel rullo compressore di inizio torneo ed anche le presenze dei tifosi granata cominciano a calare. Chi continua a colorare ed animare il proprio settore sono gli ultras, ancora una volta non c’è traccia né di striscioni né di pezze, ma comunque il gruppo è presente e si fa vedere ad inizio partita con lo sventolio di alcune bandiere.

I Perugini giocano molto sul fattore numerico ed ad inizio partita si mettono in mostra con lo sventolio di alcune bandiere; bella ed originale quella con la vecchia formazione del Perugia e la scritta “Imbattuti”, con le immancabili bandiere a due aste. Non poteva mancare lo striscione firmato Armata Rossa che ricorda la scomparsa di Nelson Mandela.

I padroni di casa aprono le danze con un paio di cori contro la tessera del tifoso (“Io non mi tessero” e “No alla tessera del tifoso”), poi cominciano ad incitare la squadra. In questo pomeriggio il loro tallone d’Achille è il numero ridotto, contro un avversario che si porta dietro un numero molto maggiore di ultras diventa dura farsi sentire ed imporre il proprio tifo, ma comunque va detto che gli ultras granata ce la mettono proprio tutta, ed in qualche circostanza provano a coinvolgere anche il restante pubblico con alterni risultati.

I Perugini sono un rullo compressore, un paio di lanciacori si alternano a dettare le linee guida ed il restante pubblico risponde alla grande. Non si può dire che l’incitamento alla squadra venga meno, tutti i cori sono per gli undici in campo e solo in un paio di circostanze si canta contro il calcio moderno e contro la repressione, poi il Grifo e la città vengono menzionati in ogni momento. Se proprio si deve trovare una pecca al tifo degli Umbri, è la parziale carenza di organizzazione: in un paio di circostanze, infatti, vengono cantati due cori diversi che si sovrappongono, fintanto che una parte di tifosi interrompe il proprio per seguire l’altro. Sottigliezze direi, visto che per tutto l’incontro il settore ospiti è in continuo movimento, con i cori che si alzano con buona lena ed il colore che è sempre assicurato da bandiere e bandiere a due aste.

Un secondo striscione viene mostrato dagli Ingrifati: “06-12-2008  06-12-2013. Alexis vive”. Lo striscione vuol ricordare un ragazzino di appena quindici anni, ucciso ad Atene dal fuoco di un poliziotto con il quale aveva avuto una discussione. Il poliziotto, dopo aver sparato, rimontò sulla propria volante come se nulla fosse accaduto, pronto a spiegare la tragedia inventandosi un improvviso assalto alla volante da parte di un gruppo di anarchici armati di pietre e bastoni. La sua versione fu smascherata grazie ad un video fatto col telefonino da parte di un abitante del quartiere che immortalò la scena. Il fatto fece clamore in tutta la Grecia, tanto che migliaia di persone scesero in piazza provocando seri incidenti, accusando la polizia di violenze varie ed il governo di avvallare questa linea di condotta. Complimenti agli Ingrifati che a distanza di anni non hanno dimenticato.

Tornando alla partita, se il primo tempo si chiude con il Perugia in vantaggio di una rete, la seconda frazione vede un Pontedera all’assalto della porta avversaria. Il tifo non muta il suo corso e continua a vedere protagoniste le due tifoserie; ovviamente quella umbra può vantare numeri maggiori ed incisività, potenza e continuità sono di un altro spessore. Anche durante la ripresa i padroni di casa si fanno notare per i cori contro la tessera, il loro è un principio che non sembra scardinabile; poi cercano di spingere la squadra al pareggio. Il Perugia in contropiede si divora almeno due occasioni limpidissime per chiudere la partita che invece rimane apertissima fino all’ultimo minuto. Gli ultras umbri, quasi sul finire dell’incontro, organizzano pure una bella sciarpata e gli esiti risultano essere più che buoni. Poi l’esplosione di gioia al triplice fischio del direttore di gara. Il Perugia mantiene saldamente la testa della classifica e tra un coro contro i “cugini” ternani ed i prossimi rivali di Salerno, gli ultras biancorossi possono tornare a casa soddisfatti per aver offerto una prova di tifo maiuscola. Ora l’attenzione si sposta sul match casalingo contro la Salernitana, i tempi dei baci sono finiti, come diceva un vecchio striscione.

Valerio Poli.