La Roma getta il cuore oltre l’ostacolo, come ad Udine, trovando di fronte agli oltre 40.000 dell’Olimpico la decima vittoria su dieci gare disputate. Partita complicatissima in campo, non si può dire altrettanto sugli spalti. Nel settore ospiti, collocato in Tribuna Monte Mario, si contano poche decine di persone che seguono l’evolversi della partita nel più assoluto mutismo. La Curva Sud, invece, regala fin da subito una buona scenografia di colore, con bandieroni e bandiere che vengono agitati con la consueta continuità per gran parte dell’incontro.

Vengono esposti striscioni contro le radio romane, in ricorrenza della morte di Vincenzo Paparelli, rispondendo chiaramente alle tante polemiche nate in settimana a seguito di alcune scritte comparse in città, e per lo storico Campo Testaccio, affinché venga preservata la sua esistenza.

In campo la Roma fatica a rompere gli equilibri, merito della coriacea resistenza di un Chievo ben disposto tatticamente, attento nella fase difensiva quanto pronto a scattare in contropiede.

Nella ripresa lo stadio Olimpico, sponda romanista, continua a sostenere la squadra su buoni ritmi, con cori che il più delle volte finiscono per coinvolgere anche i restanti settori dello stadio. Con gli ospiti silenti è ottimo anche il fatturato della parte bassa della Curva Nord; gruppo compatto, qualche torcia, continui battimani piuttosto belli a vedersi.

La spinta incessante dei tifosi, intanto, vale il vantaggio al minuto sessantasette. Fraseggio sulla sinistra fra Ljajic e Florenzi con quest’ultimo che fornisce per la testa di Marco Borriello il pallone che vale la decima vittoria in dieci gare disputate. Si chiude così, con la squadra che va a raccogliere la giusta ovazione sotto la curva.

 Testo di Marco Lucci.
Foto di Cinzia “LaMiaRoma”.