Strano ma vero, per una volta l’anticipo della Rai è per me una reale mano santa. Innanzi tutto perché mi permette di seguire più partite nell’arco dello stesso fine settimana, e poi perché, in un girone come quello sardo-laziale, dove di realtà del tifo ce ne sono davvero poche, avere di fronte due squadre che possono vantare un buon seguito è un’occasione da non perdere. Peraltro in un derby.

Terracina-Fondi è il remake della sfida di Coppa Italia disputata sul finire di Agosto in casa dei rossoblu, oltre che l’occasione per rimettere piede allo stadio “Colavolpe” da dove, andando a memoria, manco quasi da una decina di anni. Si trattava di un Terracina-Formia di Eccellenza. Curva di casa in buon numero e settore ospiti occupato da un centinaio di Formiani. Fumogenata terracinese all’entrata in campo, torciata ospite. Chiaramente un’era geologica fa.

Per l’impianto dei Tigrotti è una giornata memorabile: dopo ben sei anni (e decine di match disputati senza pubblico) infatti, torna ad aprire i battenti anche alle tifoserie avversarie. Potenza della Serie D dove, a differenza dei campionati minori, non è possibile adagiarsi sulle deroghe rendendo perennemente il settore ospiti inagibile ed i restanti settori aperti parzialmente. Una volta tanto la complessità delle norme in fattore di pubblico sportivo, aiuta indirettamente anche quest’ultimo. I Fondani potranno esserci, primi a rimettere piede a Terracina dopo anni di divieti e chiusure preventive. I motivi per partire e macinare duecento chilometri, andata e ritorno, ci sono quindi tutti.

Sempre ai bei tempi dell’ultima visitina da queste parti, avevo potuto optare per un comodo treno che in poco più di un’ora mi portò a destinazione. Oggi ciò non sarà possibile. Dal settembre dello scorso anno, infatti, a causa di una frana, la linea ferroviaria tra Priverno e Terracina è bloccata ed attualmente non è dato sapere se e quando verrà riattivata. L’imperativo è quindi raggiungere Monte San Biagio e da là cambiare con un autobus della Co.Tral. Onde evitare eventuali ritardi, preferisco partire con anticipo, ed alle 10:49 sono già sul Regionale per Napoli.

È sabato 2 Novembre, ed essendo in pieno ponte di Ognissanti, il convoglio è ovviamente stracolmo. Riesco a trovare fortunosamente un posto ed in circa un’ora sono ai piedi del paese nativo dell’ex attaccante di Roma, Napoli e Udinese, Andrea Carnevale. Il pullman è giustappunto davanti all’entrata della stazione e, come previsto dall’orario (ecco la vera notizia), alle 12:05 parte alla volta di Terracina. Una volta immessici sull’Appia, i 15km che mi separano dalla meta trascorrono veloci, e con buon anticipo sul fischio di inizio giungo a destinazione.

Quando l’orologio segna le 13 eccomi al “Colavolpe”. Ancora poca gente attorno al suo perimetro, tuttavia è palese come, sia la società che la Curva Mare, si stiano preparando al meglio al ritorno definitivo nella propria casa.

Tra un giro del campo ed una chiamata il tempo passa veloce, mentre sempre più persone continuano ad arrivare alla spicciolata sulle gradinate. Quando manca poco all’inizio, la curva di casa presenta un’ottima cornice di pubblico, mentre in tribuna autorità c’è un vero e proprio sovraffollamento. Nel settore ospiti, quando mancano dieci minuti all’inizio, ancora non si vede nulla e questo un po’ mi preoccupa. Non so perché ma mi aspetto che i solerti gendarmi provino ad inventarsi la qualunque pur di non far popolare quel settore ormai abituato al silenzio e all’oblio. Una scusa qualsiasi, insomma, per rimarcare che a Terracina per gli ospiti proprio “non s’ha da fare” e, di conseguenza, tagliarsi buona parte del lavoro da svolgere una domenica su due. Direi che questo mio film è più frutto della caccia alle streghe ormai indetta nei confronti dei tifosi che altro.

Le squadre fanno il loro ingresso in campo e gli ultras terracinesi lasciano calare tante strisce che formano la scritta CURVA MARE completata dal messaggio appeso in balaustra “Tornati all’avamposto… non faremo prigionieri!”. Semplice ma molto d’impatto. In tempi poi dove vedere una coreografia è forse più difficile che trovare l’acqua nel deserto, fa sempre piacere poter assistere a tali spettacoli di creatività che hanno reso celebre il tifo italiano in tutto il mondo.

Da parte fondana vedo far capolino la prima bandiera rossoblu, il che mi tranquillizza sul fatto che non assisterò ad una sfida “monca”. Gli ultras ospiti si raggruppano brevemente ed in totale si aggirano attorno alle sessanta unità. Le danze si possono così aprire. I Terracinesi fanno bello sfoggio dei propri bandieroni ed incitano la squadra con il blocco ultras assiepato nella metà della curva posta accanto agli spogliatoi. Al di sotto dello striscione utilizzato per la coreografia s’intravedono tutte le insegne dei gruppi, ma come di consueto verranno scoperte solo nel secondo tempo, offrendo un colpo d’occhio ancor più bello e colorato (sempre nell’ottica di cose, come gli striscioni in tal caso, che ormai è facile trovare come l’acqua nel deserto). Dal canto loro gli Old Fans appendono tutte le proprie pezze e cominciano a tifare. Lo faranno in maniera impeccabile per tutta la durata dell’incontro. Nella loro prestazione, a mio modo di vedere, c’è tutto: colore, continuità, ritmo e pirotecnica. Durante la gara esporranno due striscioni: il primo in favore dei gemellati Nolani ed un secondo che recita: “Tra tanti assenti noi sempre presenti”.

In campo l’incontro si svolge sul filo dell’equilibrio, il quale però viene spezzato dal calcio di rigore assegnato dal direttore di gara al Fondi. Dal dischetto Vaccaro non fallisce l’appuntamento con il gol e fa esplodere i propri tifosi prodigandosi in un’esultanza che fa solamente la felicità di chi come me è là a due passi per scattare. Ogni tanto anche i calciatori si ricordano di essere tali, sarebbe da dire. Malcontento in Curva Mare, che all’ingresso delle due squadre negli spogliatoi, al termine del primo tempo, non fa mancare il più classico dei “Ragazzi fuori le palle” ai propri giocatori. Tra le due tifoserie c’è totale indifferenza, pertanto nessun coro ostile. Ognuno fa il tifo per la propria squadra.

Quando le due squadre rientrano in campo, la Mare ha già tolto lo striscione della coreografia e si possono nitidamente distinguere tutti gli striscioni dei gruppi. Le due tifoserie si ricompattano, continuando sulla falsariga del primo tempo, mentre un guizzo dell’ex Triestina Dino Fava Passaro riequilibra le sorti del match, facendo esultare questa volta i sostenitori dei Tigrotti.

Il pubblico di casa, a questo punto, si aspetterebbe una sfuriata dei propri giocatori per trovare il punto del vantaggio, invece dopo un paio di altre fiammate è ancora il Fondi a riprendere in mano le redini del gioco. Gli ultras rossoblu spingono sull’acceleratore nel tentativo di aiutare i propri giocatori, mettendo in mostra le proprie sciarpe e le proprie bandiere, mentre quelli biancoblu cominciano a mugugnare, per esplodere in una vera e propria contestazione a fine gara quando le due compagini si spartiscono ufficialmente la posta in palio.

Mi appresto ad immortalare i diversi stati d’animo per poi riordinare tutta l’attrezzatura e fare pronto ritorno verso la stazione ferroviaria. In attesa dell’arrivo del pullman per Roma do un’occhiata alle foto. Ho scelto questa partita all’ultimo, ma ho fatto più che bene. Si è rivelato un pomeriggio interessante e che sicuramente ricorderò con piacere. Alle 16:30 ecco il Co.Tral. arrivare al capolinea. Stavolta niente cambio a Monte San Biagio purtroppo (il primo treno utile per Roma infatti è alle 18) ma torpedone fine alla stazione Laurentina. La via più lunga ma, ahimè, la più conveniente. Quantomeno ho la fortuna di viaggiare di sabato pomeriggio e di non incrociare traffico sulla Pontina o pendolari al rientro. Alle 18:45 arriviamo. Altra mezz’ora di metro e sono nuovamente a casa. La partita è finita alle 16. Ci ho messo più di 3 ore per tornare da Terracina. Viva il magico mondo di Sport People!

Simone Meloni