Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Viaggiare è il più ampio respiro della vita. Quando lo si fa per passione giustifica persino qualsiasi follia, fisica o economica, alla quale ci si sottopone. E, comunque vada, non ci si pentirà mai. Per chi, come me, ha sempre viaggiato, prima al seguito della propria squadra e poi per seguire varie “partitelle” in giro per lo Stivale, è difficile, in alcuni casi, stabilire il limite tra la routine e il viaggio vero e proprio. E non è necessariamente una questione di chilometri, ma di saper uscire dal proprio raggio di azione, facendo uno strappo alla regola. Per esempio, i miei 200 e passa km tra andata e ritorno per andare ad Ambrì, in Svizzera, mi suonano come routine. Gli oltre 300 km totali verso Torino, invece, costituiscono il viaggio vero e proprio, pur non parlando assolutamente di distanze siderali. Semplicemente Torino non è né vicinissima, né rientra tra le mie mete abituali. E se vado nel capoluogo Sabaudo, ovviamente, non può che essere per una partita. Ma, come ormai al mio solito, niente calcio ma basket. L’occasione è il pressoché inedito derby cestistico del Piemonte tra la PFM Torino e l’Angelico Biella.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Parlando dei due sodalizi piemontesi e di questo derby in particolare, possiamo dire che quelle di PMS Torino ed Angelico Biella sono due storie intricate e finalmente unite. La pallacanestro, nel capoluogo di regione, ha trovato la sua affermazione a cavallo tra gli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90, con diverse partecipazioni in serie A1, una finale di Coppa Korac e tante soddisfazioni che rimarranno indelebili nell’album del tifoso. Dopo il 1993, tuttavia, un black-out societario assoluto ha portato prima ad un ridimensionamento del basket a Torino, e nel 2007 alla “mezza” scomparsa dell’Auxilium; e dico “mezza” perché la vecchia società ha effettivamente alzato bandiera bianca, ma ha ceduto il marchio alla Basket Torino, figlia della fusione di altre due società e oggi militante in serie C regionale.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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I tifosi, tuttavia, nonostante non abbiano più in mano il famoso marchio, non hanno mai riconosciuto la nuova entità, e dal 2008 hanno deciso di seguire la più ambiziosa e coerente PMS Torino (PMS sta per Pallacanestro Moncalieri San Mauro, dal nome delle due società che hanno dato vita al sodalizio), la quale ha adottato colori e richiami al simbolo dell’Auxilium (come per esempio l’adozione di un toro come mascotte),  e ha iniziato a giocare nello storico PalaRuffini.  Dal momento dell’identificazione tra Rude Boys (storico gruppo al seguito dell’Auxilium, nato nel 2000) e la PMS, la squadra gialloblu ha iniziato una vertiginosa risalita, quasi 20 anni dopo, verso la tanto ambita serie A1, disputando attualmente la serie A2 Gold con concretissime aspirazioni play-off.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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La Pallacanestro Biella è ormai abbinata al nome Angelico, cognome del presidente e sponsor del club, ormai un marchio adottato in maniera quasi naturale dai tifosi, un po’ come nel caso della Scavolini Pesaro. E, dal 2001, con impressionante continuità, ha rappresentato fino al 2013 il Piemonte cestistico nella massima serie, fino alla retrocessione della scorsa stagione in serie Gold. Ciò che appare sicuro, dopo oltre un decennio di grandi soddisfazioni, è che a Biella si sia costruita una tradizione importante, capace di attirare un notevole pubblico nel corso degli anni, tanto che la città prealpina è, sportivamente parlando, molto più nota nella pallacanestro rispetto ad altri sport, facendo finire, nel corso degli anni, persino la Biellese Calcio (oggi relegata in Eccellenza Piemontese) in secondo piano.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Entrambi i club vantano numeri importanti al palazzetto, ed in particolare Torino, in questa stagione, detiene il maggior pubblico medio a partita della Divisione Gold con 4.000 spettatori di media, anche se Biella è di poco dietro. Gara di andata a parte (dove ha vinto senza problemi l’Angelico), le due squadre si sono incontrate l’ultima volta nella stagione 1997/98 nell’allora serie B d’Eccellenza (oggi DNA o Divisione Silver, il terzo scalino della piramide cestistica nazionale), e fu un incrocio spartiacque: Biella volò, per la prima volta, in serie A2, mentre Torino, in piena discesa, retrocesse, ultima, in serie B2. Torino e Biella, nel basket, non si sono mai incontrate così in alto e, ora come ora, non è improponibile neanche pensare a due squadre piemontesi in una serie A1 del prossimo futuro.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Ora, però, c’è questa partita importantissima in chiave play-off, col PalaRuffini tutto esaurito ed almeno 400 tifosi in arrivo da Biella. Un’occasione da gran galà, e per me un invito a nozze per partire alla volta di Torino. Il mio viaggio inizia dalla stazione di Saronno in una sin troppo bella giornata di Gennaio, con un sole che inneggia alla vita e alla voglia di partire verso qualsiasi destinazione. Il Regionale Veloce (che una volta si chiamava Rapido) dalla stazione di Milano Centrale mi fa attraversare rapidamente la Padania della Lombardia prima e del Piemonte dopo, in un paesaggio piuttosto monotono ma pronto a trasformarsi in vista dell’arrivo, con le Alpi imbiancate di neve molto vicine già dalla stazione di Chivasso.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Arrivo a Torino con un largo anticipo. È ancora giorno, e posso procedere con i miei spostamenti senza fretta alcuna. Per arrivare al palazzetto decido di prendere il 56, un autobus non popolarissimo, ma che detiene il merito, nonostante il percorso a zig-zag, di essere un ponte diretto tra la stazione di Porta Susa e la mia destinazione finale. Effettivamente, l’attesa del 56 è lunga, e il percorso non proprio breve, tanto da arrivare davanti al PalaRuffini appena per le 17, giusto un’ora prima della palla a due. Intorno all’impianto sabaudo c’è una folla piuttosto numerosa, e protagonisti sono gli ultras di casa, già presenti all’esterno, con canti, torce e fumogeni.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Decido di accelerare e, dopo un giro di ricognizione presso il settore ospiti, ritiro rapidamente il mio accredito e posso entrare all’interno del palazzo. In due minuti sono già nel parterre dove, nonostante il mio accredito da fotografo, ho comunque un banco stampa dove posso lasciare tranquillamente le mie cose. A meno di due metri dalle mie spalle c’è lo striscione dei Rude Boys con tre tamburi già ben posizionati e pronti a dettare il ritmo del tifo, e il colpo d’occhio in tutti i settori è veramente di grande impatto. Mancano ancora gli ultras di Biella, ma i tifosi normali fanno già presagire una presenza comunque importante; del resto, in questa Divisione Gold, se si esclude Casale Monferrato e, più in là, Verona o Forlì, non esistono assolutamente trasferte vicine per chi parte dal Piemonte, e partite come questa si trasformano, quindi, in un’occasione da non perdere per vedere giocare i propri beniamini in esterna.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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A pochi minuti dall’inizio della partita, col palazzetto già pieno, entrano alla spicciolata i ragazzi della Vecchia Guardia Biella, accolti da copiosi fischi e dai cori contro dei dirimpettai; da subito, sin dalla partita di andata, fra le due fazioni non vi è stata alcuna simpatia, anche perché la supremazia regionale di Biella degli ultimi 15 anni è ora seriamente messa in discussione. Gli ultras ospiti si dispongono sia nella parte bassa della zona loro riservata, sia nella parte alta, mischiati ai loro tifosi più semplici. In balaustra spicca anche un tamburo.

Prima di entrare nel vivo della partita, vorrei fare qualche osservazione, spontanea, sulle due tifoserie. Innanzi tutto, impossibile non notare, come per altre piazze cestistiche d’Italia, che l’età media dei due gruppi guida, su entrambe le sponde, è alta, e questo potrebbe essere spiegato in molte maniere, anche se non mi voglio dilungare sulla questione. Inoltre, è bene rimarcarlo, Rude Boys e Vecchia Guardia vivono in contesti diametralmente opposti. Torino, anche se è il suo momento nel basket, è una città che deve sempre fare i conti con la presenza asfissiante del calcio, e portare un’importante aficiòn in trasferta è un’impresa durissima; ciò nonostante, mi risulta che i Rude Boys siano presenti ovunque, indipendentemente dal numero e dalle difficoltà logistiche, e di questo va sicuramente reso merito. Di contro, Biella può vantare un sostegno popolare più deciso e continuo, e i tifosi presenti oggi a Torino lo dimostrano; tuttavia, la Vecchia Guardia, oltre ai più semplici tifosi, si trova spesso costretta a saltare diverse trasferte, cercando di compensare il tutto con il caldo ambiente del Biella Forum.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Con le squadre pronte, a termine riscaldamento, per la palla a due, i primi a dare il via alle danze sono gli ospiti, con una coreografia di stelle filanti rosse e blu sparate a macchinetta, producendo un colpo d’occhio, per quanto rapido, molto ad effetto. Si attende un po’ di più sulla sponda opposta, dove, sopra le teste dei ragazzi dei Rude, viene calato un bandierone che ricorda i successi, passati e recenti, della Auxilium Torino. Ma non c’è solo questo; due striscioni, anche se in maniera non proprio simmetrica, vengono aperti sopra e sotto al bandierone: in alto c’è scritto “Per 10 anni invano avete sognato la gloria” (riferito, ovviamente, al freschissimo passato di Biella in serie A1), in basso il tutto viene completato con “Canestro piemontese, oggi vi insegniamo la storia”. Non è tutto. Di fianco al citato bandierone vengono alzati dei cartoncini con lo stemma della regione, mentre nella parte superiore della curva vengono calati altri due bandieroni, uno col simbolo dei Rude e l’altro con quello della squadra. Forse, in questo spettacolo, è mancato un po’ di coordinamento, tuttavia la coreografia può ben dirsi riuscita.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

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Il match comincia in maniera serrata. Il primo quarto si gioca in una bolgia pressoché assoluta, tanto è il frastuono delle tifoserie che accompagna le concitatissime fasi della partita. Ad aprire la diatriba basata sugli striscioni sono gli ospiti, con “La storia, il Piemonte è rossoblu”. Sarà l’unico striscione alzato a mano dai tifosi di Biella. Per il resto è tutto un susseguirsi, su ambo le sponde, di cori tenuti più o meno a lungo e battimani. A dire la verità, sono i gialloblu ad usare uno stile più melodico, coi cori cantati anche per diversi minuti di fila, grazie anche al ritmo dettato dai tamburi. Tutto il Ruffini sembra sentirla proprio la partita, e accompagna in più di un’occasione il tifo della propria curva. Di contro, i Biellesi cercano cori un po’ più secchi ma potenti, alternati da buone manate. Sul parquet è battaglia canestro su canestro. Il primo striscione dedicato ai cugini, da parte dei Torinesi, è un semplice “Merde” tinto coi colori rosso e blu, mentre dal settore ospiti una bella sciarpata mette in risalto l’euforia dei tifosi dell’Angelico. Il primo quarto termina 20-22.

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Nel secondo quarto Torino comincia a piazzare triple a volontà, mettendo ampiamente la freccia. L’andamento del match a favore dei padroni di casa dà il “la” a tutti gli appassionati locali. Almeno quest’oggi curva e tribuna sono spesso un tutt’uno, e il PalaRuffini sembra veramente il sesto uomo della PMS. i Biellesi sembrano cominciare a risentire della sorte avversa e, pur tifando con una buona continuità, non appaiono più incisivi e chiassosi come nella prima frazione. Inoltre, il fatto che gli ultras siano un po’ sparsi nel settore tra la parte bassa e la parte alta, dove ci si mescola ai più tiepidi tifosi normali, è un fattore abbastanza penalizzante. Una seconda dedica dei Rude Boys viene alzata verso i rossoblu: “Biellese non ci casco, ci chiami Moncalieri, voi siete Garlasco”. In apertura di articolo ho parlato della recente storia delle due squadre, e del titolo di Torino preso (anche) da Moncalieri, della quale il nome fa parte nell’acronimo PMS; una ventina d’anni fa, invece, a dare il titolo sportivo alla Pallacanestro Biella, rinata dalle ceneri della Libertas, fu proprio Garlasco, paese in provincia di Pavia oggi noto per ben altre vicende. Si va al riposo lungo sul 46-39; per Torino sono solo applausi, ma Biella è sempre dietro l’angolo.

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All’inizio del terzo quarto, quando le squadre si invertono sul campo, una seconda mini-coreografia viene realizzata dalla casalinga Curva Guerrieri, con Peppa Pig che sbanca anche nel movimento ultras: i personaggi della stucchevole saga porcellesca, oggi di moda a scapito dell’uscente Hello Kitty, vengono riproposti sagomati su cartone, dietro ad uno striscione rossoblu con la scritta della “Vecchia Guardia”, un siparietto divertente che rafforza l’ascesa di questa rivalità regionale. Un’ulteriore conferma arriva dallo striscione dei Torinesi con scritto “Panorama di Biella”, accompagnato da un’immagine esplicita senza bisogno di didascalia. A livello canoro continua l’ascesa dei Rude Boys, irrefrenabili nel sostenere la loro squadra, veramente encomiabili per volume e continuità. I Biellesi mantengono lo stesso trend del secondo quarto, tifando ma con pochi sussulti di intensità, anche piuttosto sfavoriti dai decibel del PalaRuffini e dalla poca collaboratività da parte dei tifosi normali. Fra l’altro Torino prende le distanze, andando, a fine terzo quarto, sul 66-54.

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La partita resta comunque su alti livelli, e nonostante sembri sempre più indirizzata verso Torino, Biella tiene e a tratti rosicchia qualcosa, dando l’idea di una gara giocata sul filo dei nervi. A premiare la PMS è un’incredibile percentuale al tiro, e il top scorer Amoroso, assoluto idolo della curva, a tratti incita il pubblico a continuare il sostegno, ottenendo in cambio una fragorosa ovazione. In questo quarto, tra battimani continui e sciarpate, ai padroni di casa non manca veramente niente. Quando la partita sembra essere in mani salde, dalla Guerrieri si alzano, quasi di seguito, gli ultimi due striscioni contro gli avversari: il primo recita un classico “Noi del Piemonte capitale, voi di Milano succursale”, seguito, negli ultimi secondi, da un “La regione ha ritrovato il suo padrone”. La novità del quarto è una ripresa decisa del tifo proveniente dal settore ospiti, nonostante il risultato avverso. Un po’ tutto il pubblico arrivato da Biella partecipa, e il risultato si vede.

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

Torino-Biella 90-83, Divisione Gold 2013/14

Nonostante la partita vinta da Torino col punteggio di 90-83, si è visto uno scontro fra due protagoniste assolute di questo campionato, pronte a giocarsi l’unico posto promozione in serie A1 fino alla fine. La sirena, oltre al boato del PalaRuffini, regala applausi per tutti i giocatori, compresi quelli di Biella che vanno a battere cinque ai propri ultras. Dalla parte opposta è invece il delirio, con grandi festeggiamenti, soprattutto per un Amoroso letteralmente “sommerso” dall’amore dei suoi; in palio, del resto, non c’era solo la supremazia regionale, ma dei punti fondamentali in classifica, nell’ambito di un campionato veramente incerto.

Dopo aver fatto gli ultimi scatti posso andarmene, veramente soddisfatto della giornata passata. Ovviamente, pur andando nella fermata dal lato opposto rispetto a dove ero sceso all’andata, del 56 non c’è traccia e, su indicazione di alcuni gentilissimi passanti, riesco a trovare, come alternativa, un autobus numero 2 più metropolitana. Mi colpisce, nonostante il tutto esaurito, come quasi nessuno sia arrivato a vedere la partita prendendo i mezzi. Il mio nuovo tragitto è vincente, e arrivo a Porta Susa con un anticipo pauroso rispetto al 56, tanto che spero in un clamoroso ritardo del regionale precedente. Ovviamente resto a bocca asciutta, e in una Torina buia, semideserta, ma non troppo fredda, ed elegante come sempre, mi ritrovo a camminare verso il centro. Mi arriva un moto di stanchezza e, contemporaneamente, un flash: una di quelle tante trasferte di 16 anni fa, e ora, stranamente, magari solo per un istante, rivivo le stesse identiche sensazioni. Ma ora sono solo, in una città del nord, e i compagni di trasferta chissà dove saranno. Ma poter rivivere anche solo un qualcosa vagamente avvicinabile agli anni più belli della mia esistenza, dopo 16 anni, è già di per sé una vittoria. Questa vita è un vero antidoto contro la vecchiaia.

Testo e foto di Stefano Severi.