Si gioca in anticipo di Sabato a Città di Castello la gara tra Sporting Trestina ed Arezzo. La piccola squadra dell’alta Umbria, quasi omonima del prestigioso club giuliano, rappresentante di un comune di 2.000 abitanti, noto a chi percorre regolarmente la E45, non ha un campo all’altezza del campionato di serie D, figuriamoci se idoneo a raccogliere la pacifica invasione di tifosi dalla vicina Arezzo.

L’entusiasmo è a mille nella città della Giostra del Saracino, e la lotta tra più squadre per la promozione nell’unica Lega Pro della stagione ventura sta accendendo gli animi dei tifosi. A Città di Castello possiamo tranquillamente dire che l’Arezzo gioca in casa, tra le decine di tifosi raggruppati nello scomodo settore ospiti e quelli sistemati, più comodamente, in tribuna centrale. Unici attori della gara del tifo, gli amaranto spiccano per sostegno, bandiere sventolate continuamente, e accensione abbastanza assidua di torce e fumogeni. Fattori che evidenziano come fra i dilettanti, con i dovuti distinguo e le dovute precauzioni, ancora si possa tifare in una certa maniera.

La squadra toscana non pare però in palla e a 10 minuti dalla fine sembra avviarsi alla sconfitta, dopo la rete del vantaggio dei padroni di casa. Ma, al 5° minuto di recupero, Diemé riporta inaspettatamente in equilibrio la disputa, sancendo il definitivo pareggio. In un girone del genere anche solo un punto in più può fare la differenza, e le reti negli ultimi secondi danno sempre morale. Possono festeggiare con entusiasmo i tifosi di fede amaranto.

Testo di Stefano Severi.
Foto di Sauro Subbiani.