Il mondo ultras, un po’ come nell’amore, è una questione di affinità. Alzi la mano chi, vedendo per la prima volta una tifoseria, spesso non si limiti all’indifferenza, ma vada verso opposti sentimenti di antipatia o di simpatia. E, parlando con franchezza, ho avuto a che fare con ben poche tifoserie che mi sono piaciute da subito in tutto e per tutto. E A me questi Ultras Perzen, sostenitori del Pergine Sapiens Hockey di serie B, piacciono da morire. Sarà perché in loro vedo uno spirito molto vicino a quello del mio gruppo. Il caro Francesco, nostro ex capo ultras purtroppo non più in mezzo a noi, all’inizio della nostra avventura, forte dei suoi anni in più rispetto a noi, ci disse “allo stadio ci si va per divertirsi, altrimenti è meglio restare a casa”. E Francesco non ha avuto il tempo di vedere la schifosa repressione del tifo organizzato attuato oggi, altrimenti chissà se avesse pensato, ora come ora, che sia ancora possibile divertirsi in un contesto ultras. E infatti, per vedere un gruppo scanzonato, goliardico, indifferente al numero, colorato e, almeno all’apparenza unito, non solo devo esulare dal calcio, ma devo finire nei bassifondi dell’hockey su ghiaccio. È un po’ come Dante che deve scendere fino al centro dell’Inferno per “riveder le stelle”; anche qua, scendendo di sport e di categoria, posso vedere finalmente un qualcosa capace di convincermi veramente.
Il primo impatto con gli Ultras Perzen, non programmato e sorprendente, fu in Como-Pergine di un mesetto fa dove, tra l’altro, non vidi neanche tutta la partita. Ma di questo se n’è già parlato nel mio articolo della partita su Sport People di pochi numeri fa. Chiaramente, dopo un primo approccio, serviva una conferma, e questo Varese-Pergine mi viene veramente comodo. Tra l’altro, pur non potendo considerare i ragazzi di Varese un vero gruppo organizzato, è uno di quei pochi casi dove, in questa categoria, posso vedere due tifoserie contrapposte. Sul fronte agonistico, invece, le due squadre sono già sicure di disputare i play-off a fine stagione, e partite del genere sono spareggi per piazzarsi nella migliore posizione possibile, anche perché, con la formula attuale della serie B, durante i Play-off andrà avanti chi vince per primo appena due sfide, e avere il fattore campo a favore sarà quindi fondamentale.
La vera novità personale è che, almeno stavolta, non mi perdo per Varese. Un inedito. Ritrovo la strada della volta scorsa e vado diretto all’obiettivo. Arrivo al palazzetto con la biglietteria chiusa e il palazzetto aperto, e allora, senza tanti complimenti, entro sugli spalti, tanto il mio nominativo risulterà comunque. Qualche chiacchiera con gli amici di Hockey Time e poi mi posso apprestare a scattare le mie fotografie di giornata.
I ragazzi di Varese mi sembrano parecchi di più rispetto alla gara contro Alleghe, forse il doppio. A parte l’immensa metratura dei loro striscioni, posso notare le loro bandierine a scacchi gialle e nere, sventolate da tutti. All’ingresso in campo dei due roster, tali bandiere vengono sfoggiate con orgoglio e qualche coro viene intonato subito dopo l’ingresso della mascotte Augusto, un insolito mastino giallo. Non impazzisco per le mascotte ma, come sempre nella mia vita, qualunque cosa abbia le sembianze di un cane mi mette simpatia e buon umore, fosse anche una tazza da thè.
E gli ospiti? Già, le squadre sono entrate, hanno persino cominciato a giocare, ma degli Ultras Perzen non c’è traccia. Passano i minuti e la mia certezza di vederli vacilla. Poi penso a come sia facile perdersi a Varese, loro magari come me non hanno il navigatore, e aspetto. Intanto i Varesini cominciano già a dare qualche segnale di cedimento e a stare per diverso tempo in silenzio, anche se non risparmiano un “Dove sono gli ultrà”. Poi, verso il decimo minuto del primo periodo, finalmente, arrivano i ragazzi di Pergine, facendo una bella entrata ad effetto con le loro bandiere biancorosse: sono circa 25, e vengono piuttosto fischiati dalla curva opposta, che riprende vigore, torna a sventolare le sue bandiere e a cantare. Ma, per loro, la faccenda durerà ancora piuttosto poco.
Prima gli ospiti sembrano volersi mettere in Curva Sud, poi, saggiamente, dirottano in tribuna per mettersi sul lato opposto rispetto alla curva di casa; appesi gli striscioni “Ultras Perzen”, “Bassa Valsugana” e “38057 Gruppo Sfairplay”, possono cominciare a tifare. Non rimane tantissimo da giocare, ma riescono, al 14°, a vedere la rete di Magnabosco in contropiede che sblocca la partita a favore dei Trentini. Sarà il ritardo, sarà una questione di ambientamento, ma il tifo degli ospiti si mantiene un po’ sopra la sufficienza, mentre la curva di Varese molla definitivamente la presa, riprendendo col suo standard abituale fatto di cori molto sporadici.
Nel secondo periodo una parte del gruppo ospite si allontana per far rientro sugli spalti durante il gioco con un look piuttosto particolare: asciugamani, occhialini da nuoto, collana a fiori, camicetta, cappello estivo, a questi ragazzi non manca nulla per sembrare degli yankees in vacanza alle Hawaii. Le risate di tutti i presenti sono gradite e di gusto, e persino il compassato fotografo accanto a me si fa una sana risata, perdendosi il gol del pareggio del Varese. Già, anche se il siparietto goliardico gasa, e non poco, l’intero gruppo, oltre a fomentare un palazzetto infreddolito, non si può certo dire che abbia portato fortuna. Ma agli Ultras Perzen non interessa, ora cominciano a tifare nella stessa maniera in cui li ho visti a Como: continui, compatti, con alternanza di cori per la squadra e altri goliardici, senza farsi mancare una gran dose di colore, con le loro apprezzabilissime bandiere.
Non c’è che dire, il tifo è veramente decollato, mentre, su sponda opposta, la Curva Nord sembra essere persino diminuita di numero. Peccato perché, anche da quella parte, se lo si volesse, si potrebbe costruire qualcosa di veramente buono e duraturo. La cosa più bella, a mio avviso, sono le facce, tra gli ospiti, di gente che va a vedere la partita per divertirsi, e non per una missione di vita, per noia o per moda. Non è facile creare un qualcosa di simile in un centro piccolo come Pergine, ma a volte, se si ha la giusta miscela, se un ambiente piccolo è coeso, allora possono nascere grandi cose. E magari, nel piccolo centro della Valsugana, essere ultras è la giusta occasione per viaggiare insieme, invece della solita domenica al bar, davanti a Sky o al centro commerciale con la donna. Il secondo periodo finisce 1-1, ma di partita non è che poi ne abbia vista tantissima.
Mentre gli Ultras Perzen continuano a imperversare, nel terzo periodo in campo succede un po’ di tutto. Intanto io cambio la mia postazione per prendere gli ospiti da un’altra prospettiva, almeno per quel che la pista mi consente, tanto da dover andare sopra al tabellone luminoso. Dopo appena due minuti Marcello Borghi porta in vantaggio, forse inaspettatamente, il Varese, in una partita molto nervosa dove i colpi proibiti non sono stati assolutamente risparmiati.
I Perginesi alternano le loro bandiere a qualche battimani. Prima del gol del pareggio della loro squadra, arrivato al 48° con Pace, i biancorossi eseguono anche una bella sciarpata, dove non potevano mancare un paio di teloni da mare. Veramente bello lo spettacolo nella zona ospiti della tribuna, e se pure i padroni di casa fossero stati all’altezza tutto sarebbe stato perfetto. La doccia gelata per gli ospiti viene servita sempre da Marcello Borghi al 52°, e sarà la marcatura decisiva. Senza che i Perginesi si fermino, fosse anche solo per un secondo, finisce 3-2, e ammetto la mia sorpresa nel vedere la curva di casa scendere i suoi gradoni per andare sul plexiglass e festeggiare con tutta la squadra, accorsa sotto al settore. Anche dall’altra parte i giocatori del Pergine vanno a ringraziare, giustamente, i loro tifosi, oggi alle prese, se non mi sfugge qualcosa, con la seconda trasferta per lontananza della stagione (Chiavenna, in provincia di Sondrio, la più distante, sarà a Febbraio).
Se ho ben capito, quando parli degli Ultras Perzen parli anche di un quarto periodo. Quello che esiste solo sugli spalti, dove i ragazzi ospiti continuano a cantare e a divertirsi, finché, letteralmente, non vengono cacciati dal palazzetto. Dev’essere una loro peculiarità questa, tanto che non manca il coro “resteremo a cantare per tutta la notte”. Poi c’è il solito ragazzo che va sul ghiaccio a petto nudo sotto la curva per prendersi a più riprese l’ovazione dei suoi manco fosse il capitano della squadra. Poi altri canti, altri bei momenti. Tanta la gente che resta per vederli, per fotografarli, per farsi qualche altra risata, merce rara e preziosa in questi tempi dove ridere sembra quasi vietato come ne “Il nome della Rosa”. Alla fine questi ragazzi vengono anche premiati con un’intera cassa di birra offerta da un tifoso del Varese. Cosa volere di più dalla vita? Mi congedo veramente con dei pensieri positivi, e scusate se è poco. Penso anche che sarebbe bello ed interessante vedere gli Ultras Perzen in casa, magari durante un bel derby. Ma Pergine non è dietro l’angolo. E, a proposito, anche loro sono attesi da un bel viaggetto. Ma senza fretta alcuna. Restano ancora tante birre da bere e le luci della pista ancora non si sono spente.
Stefano Severi.