Il più classico dei testa-coda che contrappone Nord e Sud, va in scena al “Franco Ossola” di Varese, dove la locale compagine biancorossa ospita i calabresi della Reggina.

Oltre la non indifferente traversata da parte a parte dell’Italia, vanno ad aggiungersi i non meno pesanti problemi legati alla tessera del tifoso, il vero strumento di discriminazione territoriale ed economica, che considera un tifoso ed un cittadino di Serie B chi non la possiede, e che quindi non ha né libertà di movimento sul territorio italiano e né la possibilità di assistere ad una banalissima partita di pallone.

In barba a tutto ciò, i tifosi della Reggina ci sono, con il loro bel manipolo di fedelissimi, alcuni residenti dal Nord Italia e quindi facilitati nell’impresa, altri che invece, dietro la pezza “Trasferte libere”, rifiutando ogni tipo di tesseramento, cercano di esserci comunque e sempre, sfruttando le falle del sistema, a volte magari senza riuscirci come a Lanciano, dove sono stati costretti a restare fuori dall’impianto di gioco. Questa volta, invece, gli ultras sono sugli spalti e la loro presenza è corroborante per tutta la prestazione della tifoseria che, guidata dai ragazzi del gruppo “1914”, si esprime con belle manate ed un tifo senza dubbio positivo, specie in proporzione al numero non ingente, seppur non disprezzabile data la già menzionata distanza e considerando il fatto che si gioca addirittura di martedì.

Peccato che la generosità e l’abnegazione degli spalti non siano stati recepiti dagli undici scesi in campo, che rimediano una sconfitta di misura e la condanna a rimanere ancora impelagati nelle acque melmose della bassa classifica.

Va ovviamente molto e diametralmente meglio ai padroni di casa per quel che concerne il mero dato calcistico. Parlando di tifo, che poi è quel che ci interessa, BH e soci si presentano con buoni numeri, seppur nel resto dello stadio e nella stessa curva qualche vuoto comunque si registri. Se chi non c’è è da biasimare, chi c’è invece dà voce e mani alla propria passione, appunto sostenendo la compagine con diversi battimani e cori. Nessuna coreografia, colore limitato all’essenziale, ma la loro prova è sicuramente di buon livello.

Testo e foto di Gilberto Poggi.