A Varese arriva la Ternana, avversario che risveglia vecchie reminescenze di dure contrapposizioni ideologiche tra tifoserie, quando ancora ci si poteva dare del “Rosso o Fascio di merda” senza che l’esercito dei puritani si scandalizzasse. Lo stesso esercito dei puritani a cui non fanno né caldo e né freddo i politici che vanno a puttane o a trans, o peggio quelli collusi e con le mani inzaccherate delle peggiori porcate. Per carità, lungi da me l’idea di fare moralismi o imporre il mio metro di giudizio come unico valido nel mondo, ma è, al contrario, questo moralismo a puntate di opinione pubblica e media che lascia quantomeno perplessi.

Oggi, ormai, anche solo associare il nome della città opposta ad un epiteto ingiurioso passa per “discriminazione territoriale”, e le pene sono più o meno comparabili a quelle che si rischierebbe assaltando un furgone portavalori. In uno dei due casi, il gioco non vale assolutamente la candela, come biasimare quindi se la gente scappa dagli stadi, dove persino portare la riga dei capelli dal lato opposto è considerato reato? C’è gente che si è ritrovata in carcere, con stupratori, assassini e ladri, semplicemente per aver acceso un fumogeno, che credono, che le persone fremano per ritornare al Medioevo? Per tornare alla Santa Inquisizione o subire le più atroci persecuzioni per il solo fatto di partecipare attivamente all’evento, piuttosto che restare seduti inebetiti in poltrona davanti alla Tv?

Senza parlare di tutti gli steccati che pongono per rendere inaccessibili gli stadi, da quelli puramente strutturali a quelli burocratici, passando per quelli economici. Tra tornelli, pre-filtraggi, banche, biglietterie online, tessere, voucher, home e away, davvero c’è da diventare matti, e in quelle piazze dove ancora il seguito dei fedelissimi resiste, i proprietari farebbero bene a preservare il proprio patrimonio-tifosi come un tesoro, anziché trattarli da appestati come le pay-tv suggeriscono e la stampa prezzolata fomenta.

Detto questo e venendo alla stretta attualità, la gara odierna del tifo è svuotata di ogni significato, anche perché il tifo organizzato umbro non ha sottoscritto alcun “pass” per le trasferte e chi occupa il settore ospiti sono semplici tifosi.

Nella curva di casa, solito caparbio zoccolo di tifosi al centro (non coloratissimi, giusto un paio di bandieroni sventolati con costanza), ma il loro appoggio alla squadra è generoso e continuo, fatto di cori e diversi battimani abbastanza partecipati.

In campo vince Varese in rimonta, sugli spalti è stato un monologo, ma di divertente c’è stato ben poco: senza avversari non c’è gusto e anche le vittorie hanno sempre l’amaro retrogusto della repressione.

Gilberto Poggi.