Ogni tanto capita anche di avere qualche bella sorpresa. Mi ero affrettato a descrivere il girone di Eurocup della Virtus Roma come uno dei più squallidi in assoluto a causa della mancanza di tifoserie. Giusto in tempo per venir smentito in occasione di questo incontro contro i tedeschi della Telekom Bonn. Già al mio arrivo nei pressi del palazzetto sento rimbombare cori e battimani, avvicinandomi sempre più, con mio grande stupore, noto una trentina di tifosi tedeschi in attesa di fare il loro ingresso nel settore ospiti. Tutti rigorosamente con birre, borghetti, limoncelli e vino in mano. Le facce non sono certamente quelle da cui aspettarsi chissà quale azione violenta ma tuttavia sono venuti. E Bonn non è proprio dietro l’angolo. Parliamo pur sempre di basket, dove la presenza ospite in questo tipo di gare è tutt’altro che scontata.

Ritiro il mio accredito ed entro. Visto l’insolito luogo dove vengono posizionati i tifosi teutonici, faccio un po’ di fatica nel trovare un posto dal quale poter fotografare entrambe le curve. La squadra dell’ex capitale della Germania Ovest non è tra le più accreditate dell’Eurocup, ma a colpirmi è il colore delle sue maglie: un rosa shock con bordi neri. Insolita casacca per la pallacanestro. Sta di fatto che gli ospiti si sistemano con assoluto ordine nordico dietro tre pezze e cominciano già nella fase di riscaldamento a farsi sentire. Il PalaTiziano è semivuoto e poco prima dell’inizio entrano i gruppi appendendo i propri striscioni. Le due squadre si schierano a centrocampo e la Curva Ancilotto espone uno striscione a memoria di Gabriele Sandri: “Un minuto per salutarti, un’eternità per ricordarti! Gabbo vive”.

Si comincia a giocare ed il tifo degli ospiti è di assoluto livello. Compatti e continui. In più di un’occasione alzano le sciarpe al cielo. Davvero una piacevole sorpresa. Certo, resta il dubbio di sapere se hanno scelto Roma come unica trasferta da effettuare in tutto il girone oppure se si muovono costantemente. Tuttavia stasera hanno davvero ben impressionato. La curva di casa tifa in maniera un po’ altalenante, anche a causa dell’oscena prestazione della Virtus Roma. Il quintetto di Dalmonte infatti, dopo un avvio al tritolo (11-0 dopo neanche un minuto) si scioglie come neve al sole, cedendo malamente ed incredibilmente contro un avversario tutt’altro che di livello. Una difesa a tratti imbarazzante apre le porte del successo ai tedeschi e fa impazzire di gioia i propri tifosi che, ben inquadrati nel proprio settore, sciorinano tutto il tipico repertorio delle tifoserie calcistiche di Germania. Chiaro che l’influenza provenga dai gradoni degli stadi ma, senza esagerare, posso tranquillamente dire che ho apprezzato più loro stasera che alcune tifoserie connazionali viste all’opera negli stadi di calcio.

Tra una sciarpata e l’altra scorrono i titoli di coda sulla partita ed finale è tutto per i ragazzi di Bonn che, dopo aver ricevuto il prolungato ringraziamento della squadra, vengono trattenuti all’interno del palazzetto per almeno venti minuti. Decisione alquanto ridicola, in pieno stile italiano, vista la totale indifferenza tra le due tifoserie e soprattutto tenuto conto che, una volta usciti, verranno lasciati liberi di passare in mezzo al pubblico di Roma che ancora stava abbandonando il palazzo. Anche per me è arrivato il tempo di tornare a casa, così affrettandomi per non perdere l’ultima metro salgo sul primo autobus in partenza. In giro ci sono decine di persone al ritorno dal Festival del Cinema che si svolge all’Auditorium. Tutti ben vestiti e profumati. Io con la mia macchinetta in spalla e la barba incolta mi sento come un pesce fuor d’acqua. Ma guardandoli in faccia capisco che è stato meglio avere davanti agli occhi per un’ora e mezza i tifosi di Bonn rispetto alla loro serata d’elite.

Simone Meloni.