Dopo le scintillanti e tesissime semifinali scudetto dello scorso anno, la Virtus Roma e Cantù tornano ad incrociare le proprie strade al PalaTiziano di Roma. L’occasione è la quarta giornata del massimo campionato di pallacanestro italiana. Come sempre il prepartita è consumato assieme dalle due tifoserie che rinsaldano un gemellaggio ormai ultradecennale. Arrivando nei pressi del palazzetto noto subito che, rispetto alle recenti gare disputate in Eurocup, il pubblico ha risposto in maniera più corposa per questa che di fatto, considerando il match contro Brindisi disputato sul campo neutro di Bologna, è la prima partita stagionale tra le mura amiche.

Faccio il mio ingresso proprio a ridosso della palla a due, mentre i supporters canturini vengono prima perquisiti e poi fatti accomodare in Galleria, che da quest’anno sembra essere diventata la destinazione fissa per le tifoserie forestiere. La Curva Ancilotto si presenta, come da inizio anno, frammentata in tre gruppi, i quali riescono tuttavia a tifare in maniera alquanto coordinata, riuscendo in più di un’occasione a portarsi dietro il resto del pubblico. Nel settore ospiti, sono circa quaranta i tifosi canturini che si raggruppano dietro lo striscione Eagles. Molti i cori di stima tra le opposte fazioni e, oltre agli insulti verso i comuni avversari (Casertani e Varesotti in primis), da segnalare un bello striscione che i Lombardi espongono in favore di Fabio Mannoni, storico tifoso della Virtus tragicamente scomparso pochi giorni prima. Il messaggio riceve l’applauso dell’intero palazzetto e la curva di casa ricambia con cori in favore di Fabio e Simo, due ragazzi dal cuore biancoblu volati in cielo troppo presto.

In campo la partita è a dir poco nevrotica, con Cantù che sembra dapprima prendere il largo per poi farsi rimontare e superare dai giallorossi. Questo susseguirsi di emozioni scalda ovviamente il PalaTiziano, il quale, in più di un’occasione, fa sentire il proprio ruggito in maniera chiara e possente. Gli Eagles fanno il loro compito, forse osservando qualche pausa di troppo, ma tuttavia offrendo una buona prova suggellata dalla bella sciarpata eseguita tra terzo ed ultimo quarto.

I 10’ finali sono giocati sia in campo che sugli spalti sul filo di un rasoio, i Romani non mollano di un centimetro e spronano il proprio quintetto con belle manate e potenti cori a rispondere, invitando in più di un’occasione il restante e freddo pubblico a sostenere la squadra. Tuttavia proprio quando i due punti sembrano in mano ai Capitolini, i biancoblu profondono l’ultimo sforzo bloccandoli sul pareggio. Si andrà ai supplementari, per l’esultanza degli ospiti e i mugugni del PalaTiziano, che comincia a rivedere gli spettri della partita persa nei secondi finali contro Avellino. Fantasma che con l’avvento del primo tempo supplementare si materializza sempre più fino a diventare dura realtà. Cantù espugna Roma e in una giornata complicata, con l’assenza di Pietro Aradori, conquista due punti d’oro. D’altro canto la Virtus Roma abbandona il parquet tra il malumore lampante del proprio pubblico. Appare chiaro che, almeno per ora, la squadra brillante e tignosa della passata stagione è solamente un bel ricordo, probabilmente da cancellare al più presto in maniera da lavorare con abnegazione e continuità sul presente.

I seggiolini gialli e rossi del palazzetto di Viale Tiziano si svuotano velocemente, mentre dentro rimangono ancora per un po’ gli ultras delle due squadre, che si scambiano gli ultimi attestati di stima per poi ritrovarsi nuovamente all’esterno. Per quanto mi riguarda l’obiettivo primo è il tram, il secondo la metro ed il terzo casa. Fortunatamente riesco a centrarli tutti e tre.

Simone Meloni.