E doppietta fu. Anticipi e posticipi venite a me, sarebbe meglio dire. Sì perché al momento in cui prenoto il viaggio per Palermo, decidendo di passare per Trapani risparmiando qualche Euro, non ho la benché minima idea di quando e dove i granata giochino. Il primo obiettivo è l’anticipo di Serie A tra Palermo e Roma. Consultando il calendario di B mi accorgo che c’è anche Trapani-Pescara, una bella sfida tra città di mare. Tirreno contro Adriatico. Arrivando in mattinata ho il tempo di fare tutto, anche grazie ai pullman che collegano la città trapanese con il capoluogo, in partenza ogni ora.
Andiamo con ordine. Alle 8,10 parte da Ciampino il mio volo per Trapani. Come sempre raggiungere il piccolo scalo capitolino è un gioco da ragazzi, non essendo poi così lontano da casa. Posso persino permettermi il lusso di alzarmi alle 6,30. Dopo esser passato per i canonici controlli mi siedo in attesa dell’imbarco. Non posso far a meno di notare una manciata di ragazzi con maglie e sciarpe del Pescara, evidentemente qualcuno ha scelto la via che è comunque più breve rispetto al pullman (le due città sono divise da ben 1081 chilometri). La cosa curiosa è che a bordo dell’aereo ci sono anche parecchi tifosi romanisti, ma essendo solamente “semplici” aficionados, le due parti si ignorano totalmente.
Arrivo all’aeroporto di Birgi alle 9, con il sole che dipinge perfettamente il primo impatto con il suolo siciliano. Fa caldo e c’è un vento di scirocco tipico di questa zona. Devo prendere il pullman delle 10, così ne approfitto per fare colazione. A scapito di quanto si possa pensare dico sin da subito che l’efficienza e la puntualità riscontrata nei pullman siciliani a Roma ce la sogniamo. Qualche minuto prima delle 10 infatti il torpedone è già alla fermata, si sale uno alla volta per fare il biglietto e ci si siede poi sui sedili anni ’80 del pullman. Una volta giunto a destinazione scendo nella zona del porto. Sono le 11 e sto rispettando in pieno la tabella di marcia. Ho intenzione di incamminarmi verso lo stadio per le 13,30, dopo aver fatto un bel giro della città ed aver mangiato il classico cibo da strada che ha reso la Sicilia famosa in tutto il mondo.
Percorro i Bastioni di Trapani, arrivando fino alla Torre di Ligny, poi mi inoltro nel mercato del pesce e infine in tutte le stradine più caratteristiche. A farmi compagnia ci pensano arancine, pani ca’ meusa (panino con la milza) e pane con le panelle. Sì è vero, non proprio dietetico. Ma c’è anche da dire che visto i chilometri che percorrerò a piedi durante questa giornata, delle “benzina” era necessaria per corroborare il mio organismo.
La prima “promenade” è quella che mi porta verso lo stadio Provinciale, sito nella frazione di Casa Santa. Che in realtà è una frazione del comune di Erice. Tre chilometri che in una quarantina di minuti mi portano dall’elegante e caratteristico centro di Trapani al tipico paesaggio di provincia delle città siciliane. Quando mancano 40 minuti al fischio d’inizio c’è parecchia gente che circola attorno lo stadio. Ovviamente l’avvento del Trapani in cadetteria ha dato la possibilità a molti di scoprire che anche nella propria città si fa calcio e anche a buoni livelli. Così il Provinciale registra una delle medie spettatori più alte della categoria, e già questo mi incuriosiva molto quando mi accingevo a richiedere l’accredito. Un commento sullo stadio. A me piacciono questo genere di impianti incastonati tra le case, alla vecchia maniera. Mi sanno ancora del calcio e del tifo di cui mi sono innamorato.
Dopo aver ritirato con facilità il pass, entro in tribuna. Lo striscione Curva Nord Trapani è già appeso mentre alla mia destra vedo che i tifosi pescaresi sono in fila fuori dal settore con gli steward impegnati nella perquisizione. E deve essere proprio minuziosa visto che la quarantina di tifosi abruzzesi impiega oltre mezz’ora per fare l’ingresso nel proprio settore. Vedendola da una posizione privilegiata (perché non dimentichiamocelo che quando si entra in tribuna stampa si ha il privilegio di non venire quasi mai perquisiti e trattati come boss mafiosi) provo del vero fastidio per loro. Non so quali risultati si pensa di ottenere tastando ripetutamente una manciata di tifosi che vogliono solo vedersi una partita e poi tornare a casa.
La Curva Nord si riempie offrendo davvero un buon colpo d’occhio. Gli altri settori non sono da meno, con l’immensa tribuna di fronte a me che si popola e la tribuna coperta quasi esaurita. Alla fine sono circa 5.000 gli spettatori.
Le due squadre scendono in campo e le curve cominciano a darsi battaglia. Sciarpata e sbandierata su fronte trapanese. Tanto colore, peccato per l’assenza di torce e fumogeni. Ma evidentemente da queste parti non sono ben accetti agli ingressi. Per tutta la gara il tifo si manterrà su ottimi livelli, soprattutto in considerazione dell’andamento del match. I granata infatti incassano la prima sconfitta in casa dopo tempo immemore, un 4-2 pirotecnico che poteva anche essere 4-4 o addirittura vedere il successo dei siciliani. Ma sul terreno verde la differenza l’ha fatta il cinismo del Pescara e la poco concentrazione del Trapani dalla cintola in giù. Tornando alla prestazione degli ultras di casa, davvero poco da dire. Bandiere sempre in alto, cori lunghi che hanno quasi sempre coinvolto tutta la curva e belle manate aiutate dalla presenza di un tamburo. A fine gara, nonostante la sconfitta, la squadra viene lungamente chiamata sotto il settore ed applaudita, a sottolineare che l’entusiasmo c’è e in questi due anni verso il Trapani è andato ben oltre le aspettative.
I pescaresi presenti, anche galvanizzati dal successo, spiccano per continuità e colore. Nonostante l’esiguo numero (comunque più che buono vista la lontananza e considerato che la maggior parte di loro ha raggiunto il Provinciale in pullman) bandiere e bandieroni vengono sempre tenuti in alto, con pochi momenti di pausa dal punto di vista canoro. E’ chiaro che trasferte come questa, lontane e difficili da raggiungere, compattano i presenti. Belle le esultanze per il Delfino che, dopo un avvio di campionato problematico, è in netta ripresa e con questa vittoria entra per la prima volta nella stagione in zona play-off. Totale indifferenza tra le due tifoserie.
Al triplice fischio devo sistemare l’attrezzatura con estrema velocità. Il pullman per Palermo partirà solamente dopo un’ora. Lascio così lo stadio, con l’ultima occhiata alle tifoserie che intrattengono i propri giocatori. L’odore della salsedine, mischiato alle ultime luci del giorno, arriva fin nelle mie narici. Ma non c’è tempo per filosofeggiare, nonostante il bel pomeriggio e la consapevolezza di aver fatto una scelta giusta optando per questa gara prima del match de La Favorita.
Simone Meloni
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