Qui non si stappano bottiglie di spumante, né si brinda con birra o vino. Non c’è una festa a Reggio. 
Forse, adesso che l’hanno uccisa nuovamente, faranno riposare in pace quel che resta di quella che fu la Viola. Viola che, sotto mentite spoglie, in estate, dopo un mirabolante finale di stagione segnato dal fuggi fuggi generale della dirigenza dei traditori, avevano provato a travestire, mettendogli addosso una canotta già stuprata, un nome non suo, e finte società uscite dal paese delle meraviglie con le solite opacità di personaggi che non si sa bene ancora, per quale motivo hanno deciso di assumerne il timone.

Noi TOTAL KAOS 1990 non siamo stati della partita, ma siamo rimasti sempre nel vivo dell’azione. Coerentemente con la nostra visione, che non ci ha visto al seguito di una squadra che non sentivamo nostra ma che, nostro malgrado, continuava a portare erroneamente il nome di Reggio Calabria sui campi di serie B, siamo rimasti ai margini, a guardia di una identità tradita, forse solo dalla pressante necessità di alcuni, di andare a vedere una palla che entra o esce da un canestro.
Forse oggi sarà più chiara la nostra linea di pensiero, la nostra a volte ossessiva richiesta di chiarezza dai vari personaggi che si sono succeduti. Non ci interessano i loro nomi o il loro curriculum. 
La creatura che stavano mantenendo in vita non era la nostra Viola, e non lo sarebbe mai più stata. Ma portava il nome di REGGIO CALABRIA. E quello del giudice Viola. Con loro siamo stati chiari, controcorrente rispetto al resto della tifoseria, accecata dalla luce di un mito, che non era il nostro MITO.

Il concetto principale, quello non capito da troppi, ma a cui teniamo ancora di più oggi – e che fa sì che il TOTAL KAOS sia un gruppo ultras vivo e vegeto, ma soprattutto lucido -, è quello dell’appartenenza. 
Ad una storia, ad una identità, a dei valori che nessun finto salvatore della patria può attribuirsi. Quella parte di tifoseria che, probabilmente in buona fede, ha continuato a vedere il MITO in queste società di vigliacchi e persone sleali, ha contribuito a gettare ombre sul nome della Viola e della città. Accettando tutto e tutti, si è resa complice – nonostante le buone intenzioni mostrate con alcune iniziative lodevoli – dello sfascio totale. Ha permesso ai profittatori di turno di continuare a ricoprire di merda la città e il nome della Viola.

La vera Reggio Calabria, quella di cui andiamo fieri, dal punto di vista sportivo, è quella che si rimbocca le maniche e mette su una maxi-colletta per la squadra. 
La solidarietà, la lealtà, il rispetto, la gratitudine, fanno parte del bagaglio della Reggio sportiva che conosciamo Noi e che più ci piace. Reggio e la Viola non meritavano questa ennesima beffa. 
NOI non gliel’abbiamo legittimata questa porcata con la nostra presenza al palazzetto. Noi non abbiamo voluto mettere la firma all’ennesimo abuso e stupro nei confronti della Viola. E fin quando abbiamo potuto, abbiamo continuato a dire la nostra, tra mille mugugni, smorfie e prese in giro. Sopportando anche la stupida gara messa in piedi dai “veri tifosi” su chi fosse più affezionato ai colori neroarancio.

Oggi, a caldo, si sentono tutti traditi. Si dicono arrabbiati, e amareggiati. Addirittura, vogliono ripartire da “0”, offrendo soluzioni a buon mercato, allungando l’agonia di una società a cui non importava niente di Reggio, della sua storia e della sua tradizione cestistica. A questi “veri tifosi”, diciamo di farsi da parte, di lasciar perdere, di fare largo, perché la loro occasione per fare qualcosa di buono l’hanno sprecata dando credito prima al trio delle meraviglie, e dopo ai loro burattini.

E a chi parla oggi di “fulmine a ciel sereno”, beh, vogliamo solo ricordare che i risultati si ottengono con la personalità, il coraggio e qualche “no” in più.

All’uomo venuto dal nord, desideroso di insegnare ai reggini come si fanno le cose, diciamo invece – persa anche la serie B – di lasciar perdere anche l’adozione di un eventuale piano C. 
Piuttosto, se vuole sgombrare le ombre sulla sua figura e sulla sua condotta, faccia e concretizzi almeno una delle cose che ha annunciato: Vada in Procura e dica come sono andate le cose, consegnando documenti contabili, transazioni, e quant’altro si è ritrovato tra le mani, e faccia i nomi e i cognomi dei soliti impuniti!

Insomma, oggi non si festeggia! Il TOTAL KAOS non festeggia, ma va a recuperare il cadavere del MITO, sperando di poter ripartire più forti di prima! Con i valori e l’identità che ci appartengono. Gli stessi che abbiamo ritrovato nella nostra nuova avventura col basket popolare, dove siamo stati “costretti” a rifugiarci, per ritrovare un minimo di romanticismo in uno sport che ormai è allo sbando, dalla Federazione, passando per la Lega e finendo nelle società, sempre più proiettate sul business che sui valori puri.

Domenica 19 maggio, a Pellaro, giocheremo il nostro play off con la Rhegion 730 AC, nel campionato CSI Free. Fatevi un bagno di umiltà tutti. Venite a trovarci. Confrontiamoci. Venite a tifare con noi per i colori neroarancio. Rilanciamo il movimento dal basso. Perché NOI siamo REGGIO CALABRIA. NOI SIAMO LA VIOLA!

TOTAL KAOS VIOLA REGGIO CALABRIA 1990