Qualificazione centrata da quinta classificata nel massimo campionato svizzero, il San Gallo si appresta a questa affascinante trasferta europea in Kazakistan, in casa del Tobol di Kostanay, importante centro di duecentoquarantamila abitanti che deve il suo nome all’omonima regione, nella zona delle steppe, di cui è capoluogo. A voler essere pignoli, la regione sarebbe Kustanay e così si chiamava anche la città, ma dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il governo Kazako adottò questa leggera variante in rottura con il suo passato storico, un po’ lo stesso motivo per cui l’Armata Rossa, prendendone possesso nel 1918, lo cambiò dalla precedente denominazione Nikolaevsk, con cui fu fondata nel 1879 in onore dello zar Nicola II. Curiosamente, lo stesso anno in cui fu fondato il Fussballclub Sankt Gallen.

Anche il nome della compagine calcistica, Tobol FK, è un toponimo derivante dal fiume sulle cui rive sorge la città. Nato nel 1967 come Avtomobilist Kostanay mutò più volte il suo nome durante il periodo sovietico prima in Energetik nel periodo 1982-1989 e poi in Kustanayets solo per il biennio 1990-91, dopo il quale la piramide calcistica federale implose come l’unione dei paesi socialisti. Se poco rilevante fu il periodo sovietico, in cui militò con pochi acuti nei livelli inferiori, decisamente migliore può definirsi il suo percorso nel calcio Kazako, soprattutto dagli anni 2000 in cui, in maniera costante, s’è inserita nel novero delle grandi del paese, collezionando diversi ottimi piazzamenti e anche due titoli nazionali, due coppe e tre supercoppe con il relativo corollario di esperienze europee mai particolarmente fortunate ma comunque significative in termini di esperienza. Fra le altre cose, i gialloneri kazaki godono di una certa notorietà in Svizzera dopo aver eliminato nella scorsa stagione, sempre in Conference League, il più blasonato Basilea.

Solo il 5% circa del territorio del Kazakistan si trova in Europa. Non Kostanay che è in Asia centrale. Quale il modo migliore per raggiungere una destinazione del genere? La scelta della maggioranza è caduta su un volo charter di una compagnia uzbeka, cosa che ha permesso di sorvolare i cieli russi e ridurre i tempi di percorrenza a “sole” cinque ore e mezzo. Più complesso coprire i circa ottomila km fra andata e ritorno con i normali voli di linea, che comportano inevitabili scali e lunghi tempi di attesa. Come un manipolo di altri folli impavidi che hanno fatto scalo ad Istanbul e da qui son volati verso la capitale Astana dalla quale, dopo nove ore alla guida di un minivan, sono finalmente arrivati a destinazione.

C’è tanta curiosità fra i tifosi che mai erano stati da queste parti ed oltre all’hotel, al pub e allo stadio, vorrebbero vedere anche la città. Non c’è però molto da fare o da vedere. Kostanay è una città pianificata ad angolo retto e priva di edifici storici. Non esiste perciò un vero e proprio centro storico. Importante nell’immaginario locale è il Parco della Vittoria, che celebra la vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale e il contributo di Kostanay ad essa. Resiste una statua di Lenin e molti carri armati in bella mostra, cosa che può sembrare assurda agli occhi degli europei occidentali, ma l’importanza della testimonianza storica prevale sovente a queste latitudini sulle miserie politiche e propagandistiche.

Nelle vicinanze si trova il Chechil Pub, punto d’incontro degli appassionati accorsi da San Gallo che apprezzano particolarmente la birra, qui servita assieme a deliziosi spiedini di carne. I cori nel pub stemperano l’attesa della partita e i fornai intorno fanno le vendite della loro vita.

Più tardi parte un corteo verso lo stadio, osservato dalla gente incuriosita. Io invece resto al pub e più tardi torno al Parco della Vittoria dove si riuniscono i tifosi del Tobol. I tifosi kazaki sono calorosi e aperti, meravigliati da una presenza avversaria e da un calore che, come mi confermano scambiando quattro chiacchiere, non avevano mai sperimentato prima. Dopo la partita un ragazzino vuole farsi un selfie con me, acconsento volentieri porgendogli anche la mia macchina fotografica: in fondo è un souvenir anche per me.

Quando cala l’oscurità, i cervi volanti invadono la città di Kostanay. Questi coleotteri sono così numerosi che non è improprio definirli una “piaga” che ha del biblico. Eppure ciò non ha importanza, l’unica cosa davvero importante è per tutti la partita che i tifosi della Svizzera orientale “annunciano” con palloncini verdi.

La posizione di partenza è ottima per loro, dopo l’agevole 4-1 dell’andata che lascia un buon margine di sicurezza all’FC St. Gallen che si comporta con estrema diligenza. I kazaki non riescono a segnare quel gol immediato che avrebbero in qualche modo rimesso in discussione la contesa e i Biancoverdi, a loro volte, non spingono troppo, centellinando le forze in queste settimane faticose. È così che si susseguono novanta minuti senza particolari sussulti. A decidere è il gol al 73′ di Moustapha Cissé, in prestito dall’Atalanta, che segna per la prima volta con la maglia del San Gallo. La situazione si surriscalda all’ultimo minuto quando Beibit Galym abbatte incautamente Felix Mambimbi del San Gallo ricevendo un cartellino rosso, il secondo di giornata dopo quello al sessantottesimo per il suo compagno di squadra Ededem Essien.

Chiosando con il (per noi) più interessante discorso ultras, chiaramente poco da segnalare in merito per i locali, che tifano anche, con tutti i presenti che partecipano e seguono l’evento con molta attenzione, rendendo comunque particolare l’atmosfera, seppur il loro approccio sia molto distante dalla nostra idea di tifo organizzato.

Da questo punto di vista, la scena è quindi dominata dagli svizzeri che, oltre all’ottima presenza rapportata alla tanta distanza e alle scarse motivazioni di una partita per certi versi già scritta, offrono un tifo supportato da tutto il loro campionario di cori, battimani, bandierine, pirotecnica e persino uno slancio coreografico composto da alcuni gonfiabili verdi. Meritati gli applausi a fine gara della loro squadra e il più ambito premio costituito dal passaggio del turno. Nella seconda gara in campo europeo, il San Gallo affronterà i polacchi dello Śląsk Wrocław, test molto più impegnativo e forse per questo ancora più stimolante, sia in campo che sugli spalti.

Remo Zollinger