La sfida tra Torino e Bologna, conclusasi con un secco 0-2 a favore degli ospiti, ha visto protagonista non solo il campo da gioco ma anche le due tifoserie, specchio di umori opposti: da una l’entusiasmo dei bolognesi, dall’altra frustrazione montante tra i tifosi granata.
Gli ospiti si sono presentati in buon numero, colorando il settore ospiti dello stadio Olimpico Grande Torino con il proprio materiale. La tifoseria rossoblù si è distinta per una divisione netta tra due le anime del tifo: da una parte quella che si raggruppa dietro lo striscione Bologna, sigla riconducibile a quei gruppi che solitamente occupano la balconata centrale in casa (“Settore ostile” e soci), mentre invece dietro lo striscione Ultras si posizionano Forever e Freak Boys. Nonostante questa separazione visiva, il sostegno alla squadra risulta compatto e ininterrotto, con cori potenti e ben orchestrati che hanno accompagnato la squadra per tutti i novanta minuti.
Sul fronte granata, la prova sugli spalti è stata segnata dalla contestazione sempre più evidente verso l’attuale presidente Urbano Cairo. Dopo anni di campionati anonimi e lontani dai fasti di un tempo, la tifoseria del Torino si è ricompattata contro l’attuale gestione societaria, accusata di non regalare prospettive di successo ad un club storico e blasonato come quello granata. Rabbia acuita, tra l’altro, dai successi che negli ultimi altri club come Fiorentina, ottime le sue prestazioni in Europa, lo stesso Bologna, qualificazione in Champions nella passata stagione, e soprattutto Atalanta sono stati capaci di raccogliere; risultati che hanno confermato nella testa dei tifosi del Toro che basterebbe veramente poco per fare il salto di qualità. Cairo, infatti, se da una parte ha ridato ai granata quella continuità in serie A che a partire da metà anni ’80 era in parte mancata, non è stato però capace di regalare alcuna gioia sportiva, neanche quella della vittoria nei derby contro gli odiati cugini della Juve. La CurvaMaratona, cuore storico del tifo granata, si è presentata quest’oggi spoglia di tutti i propri vessilli, scelta che è servita a rimarcare il clima di tensione e protesta, con l’assenza di bandiere e striscioni a testimoniare la frattura tra il tifo organizzato e la presidenza. Nell’altra curva, il tifo è stato retto dal gruppo Torino Hooligans, che si è presentato con la sola pezza TH; quest’ultimi, tornati allo stadio dopo la fine delle diffide piovute addosso qualche anno addietro, in linea con il resto della tifoseria hanno invitato a più riprese Cairo a vendere. Nel corso della partita l’intero stadio ha intonato più volte il coro “Urbano Cairo deve vendere, vattene vattene”.
A fine partita, il malcontento tra i padroni di casa non è stato tanto causato dalla sconfitta, che nulla aggiunge alla anonima classifica, quanto dalla convinzione che fino a quando a cambiare non sarà il vertice societario, il popolo granata non potrà tornare a gioire.
Testo di Michele D’Urso
Foto di A.A.