Nuovi in quel del Piemonte, io e Davide stasera siamo al Pala Gianni Asti di Torino, ex Pala Ruffini, per l’incontro tra Reale Mutua Basket Torino e Fortitudo Bologna.
L’odore dei palazzetti è tipico e coinvolgente in maniera differente rispetto agli stadi all’aria aperta; lo spettacolo di luci e suoni è altrettanto affascinante: la musica è alta e rimbomba, lo stridio delle scarpe sul parquet crea un’atmosfera unica e particolare. La mascotte Thor, un toro blu dalle corna bianche, gira nel palazzetto salutando tutti e fermandosi a fare foto, mentre al momento della presentazione delle squadre in campo il gioco di luci è, citando il nostro caro collega Meloni, “un’americanata” sfavillante.
Al nostro ingresso, la tifoseria di casa inizia a prendere posto nelle due curve opposte: la Curva Darryl Dawkins, che ospita il neo gruppo 011 TSN – Torino Siamo Noi, e la curva opposta, Dido Guerreri, che accoglie i 1989, ex Rude Boys, ovvero lo storico gruppo della tifoseria della compagine gialloblù.
Quest’anno, la squadra di Torino sta disputando un ottimo campionato, lottando per risalire dopo la retrocessione dello scorso anno, quando uscì ai playoff contro Trieste. In questo campionato, la squadra si mostra compatta e solida, e sugli spalti la voglia di riscatto è palpabile. La tifoseria di casa si rivela la vera scoperta di questa serata, con una presenza notevole e un tifo appassionato. Le scissioni, purtroppo, non fanno mai bene, e quella di casa è relativamente recente e visibile, ma in fatto di presenza complessiva dimostrano un attaccamento alla squadra, con le due curve che offrono una bella prestazione per tutti i minuti di gioco.
Sul piano storico, il Torino ha sempre avuto un buon seguito; tuttavia, i numeri di seguaci sono diminuiti dopo la retrocessione e nel post-Covid.
L’acustica di un palazzetto è caotica, e per distinguere i cori bisogna avvicinarsi ai gruppi. Fortunatamente, muoversi nei palazzetti è molto più semplice che nei campi di calcio, permettendoci di cambiare facilmente punti di vista e di immergerci nell’atmosfera di questo incontro.
Dall’altra parte, la tifoseria ospite è forse più nota ai racconti di tifo: i fortitudini di Bologna. Si fanno sentire già dall’ingresso sugli spalti, con tantissimi battimani e i loro classici cori, sfoderando anche in questa occasione un buon tifo, supportati da un numero consistente di presenze, schierata compatta, considerato il turno infrasettimanale. Bella la sciarpata bianco-blu che sfoggiano nel finale, nonostante la sconfitta in campo, che non compromette il loro entusiasmo. Tuttavia, al suono finale della sirena alcuni rimproveri vengono mossi alla Fortitudo dai sostenitori in trasferta, mentre i vittoriosi di casa esultano rumorosamente quando la squadra si avvicina a salutare le due curve.
Se le prestazioni di tifo sono alte quanto quelle calcistiche, è innegabile che il calcio, in termini di numeri, abbia più seguaci. Tuttavia, entrambe le tifoserie, da sempre, cercano di mantenere solidi i valori di tifo, non solo in fatto di numeri, sia in trasferta che in casa. È indubbio che, parlando di due piazze come Torino e Bologna, che convivono con le squadre di calcio di Serie A, coinvolgere nuovi tifosi rappresenti una sfida sempre aperta. La passione per il basket continua a crescere, e serate come questa dimostrano che il tifo, in tutte le sue forme, è un elemento fondamentale della cultura sportiva italiana.
Imma Borrelli