I risultati altalenanti del Lecce non aiutano di certo l’entusiasmo di una piazza. Lecce-Savoia, giocata in un freddo “Via del Mare” con soli 3596 spettatori, verrà ricordata come il giorno della contestazione della Curva Nord alla proprietà, rea, a detta del cuore pulsante del tifo leccese, di tantissimi errori. “Tesoro vattene via”, “Tesoro ascoltaci e non confonderci, il Lecce siamo noi!”, i cori all’indirizzo della gestione societaria sino ad oggi incapace di ridare la Serie B alla squadra giallorossa.

La giornata non era cominciata bene, dati gli stop all’ingresso a tutto il “colore” portato in curva dagli Ultrà Lecce. Apice della contestazione lo striscione esposto a metà del primo tempo: “Svendi il futuro (vivaio) elemosinando il presente (prestiti), il fallimento continua…Tesoro vattene via”. Il pensiero è chiaro. Sembra finita la pazienza con la proprietà; in ogni caso, lo sfogo è stato intervallato da frequenti cori per la maglia. Dalla contestazione non sono stati risparmiati neanche i calciatori: “A Reggio dove eravate?” il coro che la Nord ha “tributato” alla squadra in campo, alludendo alla clamorosa sconfitta di otto giorni prima contro l’ex ultima classificata del girone, la Reggina.

Lecce-Savoia ha registrato comunque un’ottima affluenza dei tifosi ospiti, giunti in circa 150 unità al “Via del Mare”, ben compattati e rumorosi sia con cori secchi che con lunghi canti ritmati. L’andamento della partita, favorevole al Lecce passato in vantaggio dopo 16’, non ha condizionato il sostegno oplontino, buono e costante.

In una giornata all’apparenza agrodolce per Lecce e per il suo tifo, un bel segnale di solidarietà. L’unica pezza presente in balaustra domenica recitava la scritta “Forza piccola Giorgia la Nord è con te”. La Curva Nord si è unita alla campagna di solidarietà per Giorgia Pagano, bambina leccese affetta da una rara anomalia cellulare definita “Sindrome di Berdon” che ha bisogno di un delicato, e costoso, intervento da effettuare negli Stati Uniti. Durante il match, un salvadanaio circolato tra i gradoni ha raccolto gli aiuti del popolo della Nord alla famiglia della piccola. E pensare che per molti la definizione più appropriata sia ancora “bestie”.

Testo di Gabriele De Pandis

Foto di Michel Caputo