La partita tra Trapani e Altamura arriva a ridosso della fine del campionato, quando i giochi sono ormai quasi del tutto decisi. Siciliani e pugliesi, entrambi neopromossi, erano partiti con obiettivi opposti: i granata miravano alla Serie B, mentre l’Altamura puntava semplicemente alla salvezza. I primi, nonostante gli ingenti investimenti, hanno fallito l’obiettivo e, a tre giornate dalla fine, sono quasi tagliati fuori anche dalla corsa ai play-off. I pugliesi, invece, hanno raggiunto la salvezza con largo anticipo, arrivando persino a sfiorare per qualche giornata il sogno di entrare tra le prime dieci e accedere agli spareggi promozione.

Le due squadre dunque non hanno grandi motivazioni e, per questo, la partita di oggi ha scarso appeal dal punto di vista sportivo. Le probabilità di vedere uno stadio pieno in ogni ordine di posto sono remote. Eppure, per fortuna, esistono ancora persone capaci di emozionarsi per ciò che lo stadio può offrire, per le gioie che il calcio riesce ancora a regalare. Come i cinefili che preferiscono il cinema al divano di casa, anche nel calcio c’è chi alla comodità della poltrona sceglie il sapore vintage delle gradinate.

Per i tifosi ospiti, Trapani arriva subito dopo l’altra trasferta siciliana, quella di Messina. Oggi, però, si tratta di un viaggio ben più lungo: 1.500 chilometri tra andata e ritorno, oltre 16 ore di viaggio per assistere a 90 minuti di una partita che, sul piano sportivo, come detto, non cambia nulla. Nonostante le difficoltà oggettive, dalla Murgia barese partono circa 50 ultras a bordo di un pullman e due transit.

Il viaggio comincia alle 5 del mattino, quando le strade sono ancora vuote, popolate solo da chi trascina il sabato sera fino all’alba. Dalla Puglia si scende in Calabria, lungo la Jonica, fino all’imbarco di Villa San Giovanni, dove i tifosi biancorossi trovano ad attenderli le solite pattuglie della polizia, pronte a vigilare su quel tratto di costa spesso teatro di scontri tra tifoserie. Questa domenica, oltre agli altamurani, sono attesi anche i tifosi del Sambiase, diretti ad Acireale. Non c’è però tensione: tra le due tifoserie non esistono precedenti e un eventuale incrocio sul traghetto non rappresenterebbe un problema per l’ordine pubblico. Alla fine, comunque, i due gruppi non si incontrano nemmeno.

Una volta sbarcati a Messina, inizia la seconda parte del viaggio: Trapani dista oltre tre ore d’auto, escluse le soste. Alle porte della città siciliana, ad accogliere gli ospiti c’è la consueta pattuglia. Lo stadio “Provinciale” è nel cuore della città: la sua ubicazione, tra strade strette e intricate, può creare problemi logistici soprattutto alle tifoserie rivali dei granata. Non a caso, il pullman dei pugliesi resta bloccato a causa di un’auto parcheggiata male. È circa le 16:30, la città riposa e per strada si vede poca gente. Dopo qualche manovra, la carovana biancorossa riesce a ripartire.

L’ingresso in curva avviene con tranquillità. Manca ancora molto all’inizio della gara, ma gli altamurani sono già pronti a tifare. Al momento dell’ingresso in campo delle squadre, gli ospiti si esibiscono nella tradizionale sciarpata, marchio di fabbrica della tifoseria biancorossa. Durante il match vengono accesi alcuni fumogeni che causano l’intervento degli steward, pronti a spegnerli entrando nel settore ospiti. Una reazione forse eccessiva, considerando che nessuna torcia è stata lanciata in campo.

In campo l’Altamura è svogliata e incassa la quarta sconfitta consecutiva. Ciò nonostante, l’entusiasmo dei tifosi pugliesi non si affievolisce: il sostegno alla squadra dura per tutti i novanta minuti. Al termine della partita, i giocatori si recano sotto il settore ospiti, dove ricevono applausi e un monito: il campionato non è ancora finito, e la maglia va onorata fino all’ultimo secondo. Alcuni calciatori, in segno di gratitudine, decidono di regalare le proprie maglie, ma il gesto viene frainteso dalla Procura Federale che, sulla base del referto del Giudice Sportivo, apre un’indagine. Da qualche stagione, infatti, è vietato ai giocatori avvicinarsi troppo al settore degli ultras, pena sanzioni. Lo stadio, insomma, si sta sempre più militarizzando, e anche il gesto più innocente rischia di diventare oggetto di repressione.

I padroni di casa, nonostante la stagione deludente, rispondono in buon numero. Il “Provinciale” presenta un discreto colpo d’occhio: oltre duemila spettatori, tribuna coperta quasi al completo e buona affluenza anche in curva. Incitati dal risultato favorevole, gli ultras granata sostengono la squadra per tutta la gara. Da segnalare l’abbraccio simbolico dello stadio alla prima rete segnata da Kragl, tornato da poco a Trapani dopo la sfortunata parentesi ad Andria: protagonista della promozione in Lega Pro, il giocatore ha lasciato un ottimo ricordo tra i tifosi. A metà primo tempo, viene anche esposto uno striscione in memoria di una recente scomparsa.

Quando l’arbitro fischia la fine, la squadra riceve l’applauso dell’intero stadio. Nonostante le delusioni, la tifoseria continua a credere nel progetto del presidente Antonini, che nel frattempo ha centrato la promozione in Serie A con la squadra di basket.

Michele D’Urso