“Che cos’è il genio?” si chiedeva Giorgio Perozzi nel celebre “Amici Miei” facendo da preludio a uno dei numerosi scherzi architettati dal quartetto ai danni del prossimo.

Il genio – in una versione post moderna materializzata in questa domenica primaverile – è oggi senza dubbio rappresentato da tutto quel sistema illogico ed elefantiaco che è riuscito a creare disordine, problemi e nervosismi nella gestione dei tifosi avellinesi.

In principio furono solo 100 biglietti (nominativi e in prevendita) per i supporter irpini. Un numero che oltre a non corrispondere all’esatta capienza del Trastevere Stadium, si attestava ben al di sotto della richiesta dei campani per un match sportivamente fondamentale.

Se è vero che l’impianto di Via Vitellia non agevola l’afflusso di tifoserie numerose, era altrettanto prevedibile l’arrivo di tanti tifosi senza biglietto, disposti comunque a incitare il Lupo dalla strada, oltre la recinzione del campo.

Non un qualcosa di comodo, considerata la zona residenziale, il passaggio di normali autobus di linea e tutta una situazione tipicamente italiana che giocoforza si è andata a formare. Tifosi da una parte, polizia dall’altra. Al centro un piccolo lembo d’asfalto per cercare di far passare i veicoli. Sui terrazzi le lamentele dei residenti.

Almeno per un tempo non c’è verso di far entrare uno spillo oltre quei 100 che hanno acquistato il tagliando in prevendita. La polizia fa spallucce e i tifosi alzano i propri decibel dal ciglio della strada. Ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse l’ennesima dimostrazione di come venga gestito l’ordine pubblico nel nostro Paese: modalità a dir poco disastrose.

Intendiamoci: far entrare il triplo della gente rispetto alla capienza non è normale e consigliabile, ma è altrettanto vero che sin da subito si sarebbe potuto utilizzare lo spazio dietro la porta, dove insiste un ampio e spazioso piazzale (soluzione poi parzialmente utilizzata successivamente). O, in fase preventiva, assegnare parte della tribuna di casa ai tifosi ospiti, anche considerato che la stessa non presenterà il sold out.

Insomma, di fronte a un problema oggettivo (quello della capienza ridotta) si poteva ovviare con logica, anziché con i soliti, biechi, divieti o limitazioni. Anche in virtù del clima tranquillo e privo di ogni rivalità tra le due tifoserie.

Sul finire della prima frazione riescono ad entrare parte degli ultras, sistemando striscione e tamburo in balaustra e ricevendo l’ovazione dei presenti. All’inizio del secondo tempo entrano anche gli altri rimasti fuori, sfruttando uno sprazzo di logica proveniente “dall’alto”.

Il piccolo impianto di Monteverde è quasi completamente avellinese e con l’ingresso del tifo organizzato ora la voce è forte e unisona.

L’Avellino in campo spinge e alla fine regola gli avversari all’inglese, grazie ai gol di Di Paolantonio e Gerbaudo. Un successo che manda gli irpini a -5 dalla capolista Lanusei e riaccende incredibilmente la lotta per il primo posto a quattro giornate dal termine.

Tripudio per i supporter biancoverdi che dopo un’annata alquanto deludente tornano ad alimentare un filo di speranza, proprio al termine di una trasferta che a livello di logistica è stata a dir poco faticosa.

Simone Meloni