Anche quando mi muovo per motivi personali, butto sempre un occhio agli impegni calcistici delle compagini in loco. L’occasione di recuperare la famiglia lasciata al natio mare garganico, la promessa di portare un saluto a degli amici in quel di Foggia, mi sono propizie per passare dallo stadio “Pino Zaccheria” ed assistere alla prima di campionato di Lega Pro unica, in cui i locali rossoneri ospitano il Martina.

Arrivato allo stadio vengo attratto irresistibilmente verso il terreno di gioco dall’antico e mai rimosso richiamo: gli spalti traboccano già di voci e cori che echeggiano con prepotenza verso l’esterno. Così affretto il mio passo e mi porto all’interno per toccare idealmente da vicino con mano.

L’ultima volta che ero stato da queste parti c’era ancora il disciolto “Regime Rosso Nero”, si giocava la Serie D, e la Sud era così in affanno che ne fui quasi rallegrato di non aver trovato il tempo e l’occasione di scriverne in merito, perché avrei dovuto barcamenarmi pericolosamente sul filo dell’offesa che questa curva, per tradizione e storia, non avrebbe meritato.

Oggi sarà pure Serie C, saranno ancora vive le speranze che si riaccendono ad ogni inizio di campionato, ma la vecchia e storica curva del tifo foggiano mi appare fin da subito di un altro passo, quasi non riesco a credere che sia la stessa.

Agli “Indomabili”, che erano il gruppo che alla mia ultima visita tentava con caparbietà di salvare il salvabile, è toccata l’eredita del RRN. Insieme a “Fedelissimi”, “Borgo Croci”, “Facce strane” e reduci dello stesso RRN su una balconata sopra l’insegna “Matteo-Piero” (due storici esponenti del gruppo purtroppo scomparsi), fanno quadrato in maniera davvero encomiabile, rendendosi soprattutto e fin da subito autori di un tifo molto rumoroso nonché colorato attraverso l’uso di diverse bandiere, qualche due aste ed un po’ di pirotecnica, ovviamente innescata di soppiatto da occhi indiscreti.

La Curva Nord appare ancora più compatta, sia come semplice impatto visivo che per potenza dei cori proposti, conseguenza quasi ovvia per una maggiore amalgama a cui il nuovo corso della Sud sta ancora lavorando.

Per la cronaca, dopo la diaspora tra gradinata e tribuna laterale, i ragazzi della Curva Nord sono finalmente tornati al loro settore originario. Nel frattempo la stessa gradinata è stata completamente chiusa al pubblico.

Detto dell’ottima risposta delle due curve a questa prima chiamata, non posso non guardarmi sconsolato intorno, mentre la memoria fa riemergere vecchie cartoline dello stadio che fu: in totale gli spettatori, almeno ufficialmente, sono 2801. Al netto di “portoghesi” e scrocconi d’ogni risma, il dato rimane comunque emblematico di quanto in basso abbiano potuto spingere questo calcio.

Certo c’è da considerare che siamo ancora in Agosto, che fa un caldo impressionante e che tante persone avranno senza dubbio preferito godersi ancora un’altra giornata di mare, ma il punto è proprio questo: il calcio ormai non è più passione popolare, non è più il primo pensiero degli italiani. Tante le concause, dallo spersonalizzante calcio moderno all’incremento spaventoso dei prezzi che lo rendono quindi, di fatto, non più così popolare.

Per non parlare dei muri (virtuali e reali) e dell’isteria con cui le istituzioni politiche e calcistiche gestiscono il baraccone: un ambiente così esasperato è tutt’altro che piacevole da frequentare, checché ne dica chi vuole “riportare le famiglie allo stadio”.

Com’è e come non è, sono ormai remoti i tempi in cui arrivare allo “Zaccheria” nell’ultima mezz’ora voleva dire essere costretti al primo anello e alla sua non invidiabile visuale, a prescindere dalla categoria e dalla squadra che si affrontava. Oggi la realtà è questa, tocca farci il callo e contestualizzare, senza dimenticare il passato e senza buttare la croce a chi ha ancora la voglia e il coraggio di esserci: un plauso, senza di loro gli stadi sarebbero monumentali cattedrali nel deserto.

In entrambe le curve, il suono di alcuni tamburi ricorda lo stesso retaggio con il passato remoto di poc’anzi. Per chi avesse tempo e voglia di malignare, posso solo citare alcuni ragazzi che, sentiti prima della partita, non avevano ancora la minima certezza se striscioni e pezze avessero passato il filtraggio del servizio d’ordine: la discrezionalità spesso pericolosa lasciata in mano a chi gestisce la sicurezza pubblica, fortunatamente a volte garantisce provvidenziali margini di movimento.

La giornata è spaventosamente calda, per cui, per quanto posso, cerco riparo e refrigerio nel cono d’ombra della Tribuna. Il settore ospiti mi appare tristemente vuoto, arrivo perfino ad immortalarlo credendolo frutto insano della tessera, non avvedendomi, dalla mia prospettiva infelice, di quanto va muovendosi proprio ai lati della tribuna.

Tra i primissimi cori della Nord vi è un “Tesserato pezzo di merda” che all’inizio credo serva solo a rimarcare una linea. Quando poi vedo il livore della gente che canta, e le loro braccia indicare chiaramente alle mie spalle, mi allontano dalla Tribuna e mi accorgo che vi hanno appena fatto ingresso i tifosi del Martina.

La presenza ospite si attesta numericamente sulla cinquantina di unità. Piazzano lo striscione “Gruppo Kompatto” sulla balaustra interna ed una serie di pezze più piccole in vetrata. Fin da subito fanno ottimamente quadrato e levano spesso le mani al cielo, colorando il settore con tre bandieroni che sventolano con buona continuità. Purtroppo per loro devono fare i conti con l’inizio davvero veemente delle due Curve foggiane che non mi permetterà di sentirli tanto, seppur onestamente si vede che a cantare comunque cantano.

Al buon inizio rossonero viene messa benzina sul fuoco dai loro ragazzi in campo (guidati in panchina da altri due ex calciatori foggiani, Brescia e De Zerbi), che si portano in vantaggio già dopo soli 15’, trovando addirittura il raddoppio altri dieci minuti dopo. L’entusiasmo schizza alle stelle, ma solo un minuto dopo gli ospiti accorciano, ricordando a calciatori e tifosi di casa che dovranno continuare a dar fondo a tutte le proprie energie per aver ragione di questo mai domo Martina.

Dopo un primo tempo molto più che soddisfacente, decido di spostarmi sotto la Curva Sud per apprezzarne da vicino il tifo ed anche per ricavare qualche scatto frontale dell’opposta Curva Nord.

La collocazione degli ospiti in un settore laterale risulterà da qui poco congeniale ad essere fotografata, risulto inoltre poco fortunato perché, proprio quando mi trovo sotto di loro, i ragazzi della Sud esporranno uno striscione per Pasquale, un ragazzo scomparso, ma da questa prospettiva schiacciata non riesco a ricavarne foto degne, così come nel caso della sciarpata. Fortuna che invece mi arriderà con la sciarpata della Nord.

Rispetto al primo tempo capisco che il caldo ha fiaccato un po’ tutti, almeno a livello di decibel prodotti, perché comunque la partecipazione, seppur non rumorosa come nel primo tempo, continua ad esserci.

Meno vivi mi sembrano anche i martinesi e da questa distanza non riesco a sentirli in nessun caso, almeno fino al rigore con cui al 17’ accorciano la rete foggiana avvenuta al 2’ della ripresa. Seguirà un periodo di tifo vivace e ben apprezzabile anche lontano da loro, laddove mi trovo.

In definitiva diciamo che la prova dei biancazzurri ospiti è commisurata al numero in cui si sono presentati allo “Zaccheria”, nulla di straordinario ma men che meno, va detto, nulla di disprezzabile. Anzi, in tempi di settori costantemente vuoti, fa pur sempre piacere trovare qualcosa da annotare anche da una tifoseria avversaria.

Certo sono tesserati e la mia idea sulla tessera e su chi la sottoscrive non è proprio buona, ma è un’idea personale, quasi anacronistica in un tempo in cui 9 tifoserie su 10 sono munite di una tessera, a volte anche di due (una per le partite in casa ed una per le partite in trasferta) eppur si illudono di non averne mezza.

A proposito di anacronismo, spero venga consegnato presto all’oblio questo periodo in cui tutti cantano canzoni della Barra del San Lorenzo. Anche Foggia ne ha una sua versione, nemmeno bruttissima, pure cantata con una certa potenza, ma ho preferito mille volte “Amandoti” dei CCCP che ha conferito loro un tocco di originalità rispetto all’indistinto repertorio che ormai rende tutti quanti tristemente omologhi da Nord a Sud. Potere di YouTube, potere del web che, dicevano, ha in sé ed a sua volta il potere della libertà.

Dopo la considerazione luddista arriva il triplice fischio finale a cui si giunge con il risultato immutato di 3-2 in favore dei padroni di casa. Partita bella sugli spalti e sempre in bilico anche in campo. Possono venire tempi migliori, vista la rabbia e il fuoco che sotto la cenere continuano a covare.

Bello anche il commiato dei calciatori rossoneri che indugiano parecchio sotto i due settori, abbracciando idealmente i loro tifosi ed unendosi ad un paio di cori, anche se l’empatia con il “Noi siamo la Curva Nord” cantata dall’omonimo settore al loro arrivo, è stata senza dubbio minore rispetto ai cori generici a cui si sono uniti sotto la Sud.

Matteo Falcone.