Per molti anni, entrando in Italia da nord attraverso il Brennero, ho dovuto guidare fino a Verona per trovare la prima città dove entrare in contatto con il mondo degli ultras, che allora come oggi era per me così magico e attraente. Giusto a Bolzano s’incontrava un piccolo avamposto precedente, ma a quel tempo non c’era ancora una tifoseria degna di nota, che è cambiata un bel po’ dopo la promozione del Südtirol in Serie B, con il valore aggiunto dei tanti gruppi importanti che marcano presenza al “Druso” in questi ultimi anni.
Poi c’era quest’altro stadio, che vedevo sempre dall’alto quando uscivo dal tunnel autostradale di Trento volgendo lo sguardo a sinistra. A un certo punto ho scoperto che era lo stadio “Briamasco” dell’AC Trento, dove c’era anche una tifoseria molto interessante (purtroppo soprattutto prima della mia scoperta). Nel corso degli anni vi ho assistito anche ad alcune partite, tra cui un’amichevole dell’Hellas Verona e alcune partite del Mezzocorona (che ha giocato lì per un po’, perché il suo stadio non era omologato), all’epoca impegnato nel campionato di Serie C2. A quel tempo, l’impianto era composto da due sole tribune sui lati lunghi, e le partite a cui si assisteva non erano un vero indicatore dell’atmosfera potenziale.
Nell’ottobre 2011 giunse finalmente anche il momento di assistere a una partita del Trento, ma visto che nel frattempo era scivolato in Eccellenza, in curva non vi era alcuna forma di sostegno organizzato alla squadra e la partita contro Salurno, davanti a circa 2-300 spettatori, si rivelò tutt’altro che memorabile. Fu così che il “Briamasco” cadde nel mio personale dimenticatoio, finché qualche anno dopo non ho appreso, attraverso qualche foto, dell’addio degli “Ultras Trento”, cosa che poi mi ha portato, di tanto in tanto, a monitorare come evolveva la situazione. E i cambiamenti che ho visto sono stati molto piacevoli.
A causa dell’aumento dei successi sportivi negli ultimi anni, culminati con la promozione in Serie C, il volto dello stadio ha pian piano modificato la sua forma. Sono state create delle curve dietro entrambe le porte, successivamente la curva dei padroni di casa è stata persino coperta. Le due tribune esistenti sono rimaste, ma sono state rimodernate. La pista d’atletica è scomparsa. Nel frattempo, insomma, è stato tirato su un piccolo gioiellino. E, cosa più importante, anche il tifo in curva ha visto una nuova fioritura. I gruppi “Trento 1921” e “Nuova Guardia” hanno riportato colore e passione al “Briamasco”, e anche il settore ospiti è andato nuovamente riempiendosi quando i club di spicco vi hanno fatto visita con il loro importante seguito. Tutti motivi per me più che sufficienti per tornare a vedere di nuovo una partita a Trento. Il momento arriva due giorni prima di Natale. Avversario il Padova, capolista del girone. Più che altro una coincidenza ma che, una volta tanto, volge a mio favore…
Dopo essere arrivato a Trento verso mezzogiorno, ho ancora un po’ di tempo per visitare il mercantino di Natale in Piazza Mostra, sotto Castel del Buonconsiglio oltre che in Piazza Fiera. Un’ora buona prima dell’inizio della partita, sono allo stadio, ritiro il mio accredito e poco dopo metto piede a bordo del campo (in erba artificiale). Naturalmente, il mio primo sguardo vaga verso le nuove curve: in quella dei padroni di casa, la “Curva Mair” (dal nome dell’ex portiere Gunther Mair, estremo difensore della storica squadra protagonista in C1 negli anni ‘80, scomparso tragicamente nel 2020), compare lo striscione della “Nuova Guardia”, mentre per il momento non vedo nulla di “Trento 1921”. Di fronte, i padovani entrano gradualmente nel loro settore, dove fa capolino anche lo striscione degli “Ultras Padova”. Peccato solo che gli striscioni, da una parte e dall’altra, siano messi in secondo piano a causa dei numerosi cartelloni pubblicitari. A ridosso dell’inizio della partita, il settore ospiti ormai pieno appare in gran spolvero con tante bandierine e bandiere a due aste. Ma sono quasi ancora più sorpreso dai tifosi di casa, che colorano tutta la loro curva con piccole bandiere, accanto a cinque grandi bandieroni che sventolano accompagnati da alcune bandiere a due aste. Netto e fantastico contrasto rispetto alla mia ultima partita vista qui! E un’altra sorpresa me la riserva la piccola ex tribuna centrale, dove alcuni “vecchi” tifosi si fanno sentire e vedere dietro i loro striscioni e alcune bandiere. Il “Briamasco” è diventato davvero un piccolo ma suggestivo fortino…
Durante tutto il primo tempo il tifo resta molto accattivante, con molti battimani ben eseguiti e cori a volte molto forti, con la “Curva Mair” un po’ più melodica e i padovani (che fanno esplodere anche alcune bombe carta) più asciutti nel loro stile a tratti “british”, incentrato su canti più brevi ma estremamente rumorosi. Rumoroso anche il tifo dietro di me, in tribuna, mentre in campo si va all’intervallo con la favorita per la promozione avanti per 0-1.
Dopo il proverbiale tè, lo scenario cambia e non solo perché inizia a nevicare. La curva di casa si limita a sole due bandiere e non riesce più a eguagliare l’intenso volume dei cori e la compattezza precedenti alla pausa. Forse è per questo che mi concentro di più sugli ospiti, che tirano fuori il meglio di se stessi per accompagnare la squadra verso la vittoria, alzando sempre le bandiere, eseguendo una bella sciarpata e anche accendendo un singolo fumogeno. Probabilmente motivati anche dall’assenza del tifo organizzato nelle partite casalinghe (per protesta contro l’annoso problema dello stadio “Euganeo”), sembrano metterci ancora più energia in queste gare lontano dalle mura amiche. La squadra in campo contribuisce all’entusiasmo dei propri tifosi con una vittoria che, pur di misura, consolida la testa della classifica, lungamente celebrata sotto la curva. Ma anche gli ultras trentini hanno applaudito la loro squadra, dopo la fine della partita, per l’appassionata opposizione che hanno posto alla capolista.
Mi sarebbe piaciuto respirare un po’ di più l’atmosfera e passeggiare ancora per il centro di Trento illuminato a festa, ma la nevicata crescente e la prospettiva del lungo viaggio in macchina per tornare a casa attraversando le Alpi, mi hanno fatto desistere e lasciando lo stadio preferisco anticipare i tempi prima che la neve si impadronisca anche della strada. Eppure torno a casa felice e soddisfatto per la partita odierna, degna chiusura con cui incorniciare il mio 2024 calcistico.
Jürgen De Meester