Diciamocelo chiaramente, la misura sarebbe colma e se come movimento ultras avessimo l’intelligenza per affrontare determinate situazioni cercheremmo di lasciarci tutta la vicenda alle spalle. Almeno apparentemente. Ovvio che rancori e frizioni non potranno mai svanire, ne’ tanto meno sta a me giudicare il comportamento dei protagonisti di questo triste capitolo. Per il giudizio ci sono già i tribunali mediatici che funzionano meglio di qualsiasi magistrato in quanto a celerità e incanalamento delle decisioni.

Mi limito soltanto a dire che tutto il sensazionalismo e il clamore avvertito nelle ultime tre settimane lo ritengo un qualcosa di vergognoso in un paese che si regge in piedi a stento. Settimane di processi televisivi, prime pagine di giornale e programmi radiofonici sulla vicenda, mentre costantemente assistiamo a sciagure dei migranti foraggiate dall’Europa, declino totale dell’offerta lavorativa per i più giovani, suicidi di imprenditori oberati dal sistema Italia e politici che rilasciano dichiarazioni più adatte a un saloon che ad un’aula del Parlamento. Sì, faccio demagogia. Ma è anche vero che tutto ciò, a pensar male, sembra il perfetto apice di un disegno partito tanti anni fa con biglietti nominali e tornelli. Non credo alle casualità e al fato. Credo alla ragione degli uomini, soprattutto di quelli che muovono i fili. Non si vuole la morte degli ultras in fondo, se ne vuole solo l’estremizzazione degli aspetti peggiori per poterci ricamare sopra e creare, di tanto in tanto, l’emergenza nazionale.

E ovviamente, perchè un grande mea culpa va fatto, il movimento ci sta cadendo per l’ennesima volta. Non dimostrando un minimo di intelligenza e prestando il fianco a questi sciacalli. Incapaci di fare silenzio al momento in cui andrebbe fatto ed attaccare quando l’inerzia lo riterrebbe necessario. Stiamo bene così.

ROMA-NAPOLI

ROMA-ATALANTA

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