La sfida tra Triestina e Lecco, terminata con un pareggio per 1-1, ha visto sugli spalti dello Stadio Nereo Rocco una buona cornice di pubblico, con 4.412 spettatori presenti, di cui 173 ospiti, con 1.099 paganti e ben 3.313 abbonati, quest’ultimo dato dimostra ancora una volta la passione che anima la piazza giuliana.
Quella di oggi è una sfida che ha messo di fronte due piazze che hanno saputo capitalizzare la propria storia calcistica soprattutto in termini di seguito. Il Lecco, nonostante la retrocessione dalla serie B, quest’oggi è seguito da un nutrito numero di tifosi che, forti della recente esperienza nella serie cadetta, hanno saputo riaccendere in città l’amore per un club che comunque vanta un’importante tradizione calcistica. Quella di oggi non è infatti una sfida al vertice, le due squadre annaspano nei bassifondi della serie C, tantomeno non è un derby, inoltre Trieste non è sicuramente tra le trasferte più vicine, eppure nonostante le oggettive difficoltà, dalla città lombarda si sono presentati davvero in tanti.
Anche quella della Triestina è una storia calcistica importante, non stupisce quindi vedere nell’enorme impianto dedicato al “Paròn” oltre 4 mila spettatori, numero che classifica degli Alabardati alla mano e delle poche gioie sportive vissute negli ultimi decenni è sicuramente da considerarsi buono.
Le due tifoserie dimostrano, insomma, che il seguito che un club costruisce è conseguenza diretta anche della propria storia calcistica: il blasone rappresenta quella molla che poi permette di creare un seguito numeroso capace di mantenersi anche quando le gioie tardano a venire.
Sul fronte del tifo, la Curva Furlan si è distinta per il sostegno incessante alla squadra; gli ultras biancorossi si compattano nella parte bassa della curva e anche se meno colorati rispetto ad altre occasioni, tifano per gli undici in campo senza interruzioni. Per tutto il corso dei novanta minuti la curva ha esposto uno striscione dedicato a Raffa, ultras della Pro Patria tristemente coinvolto in un grave incidente durante Novara-Pro Patria. Il tifoso bustocco, tifoseria quest’ultima legata ai triestini da uno storico gemellaggio, cadendo nel fossato che separa il settore ospiti dal campo di gioco, ha lottato tra la vita e la morte purtroppo non riuscendo poi a vincere la sua partita più importante, lasciando un vuoto incolmabile non solo all’interno della sua tifoseria ma in tutto il movimento ultras, riportando alla mente la morte del tifoso bresciano Roberto Bani morto durante un Salernitana- Brescia dei primi anni novanta in una modalità molto simile.
Il contingente di tifosi giunti dal “ramo del lago che volge verso mezzogiorno…”, sistematosi nella parte alta del settore ospiti è stato autori di un tifo costante e compatto per tutta la partita, dimostrando grande attaccamento alla maglia bluceleste e facendo sentire la propria voce per tutta la durata della gara, segnalandosi in particolare per una riuscitissima sciarpata mentre 5/6 bandiere di varia metratura e qualche due aste si sono presi l’onere di tenere alto il colore nel resto del tempo.
Testo di Michele D’Urso
Foto di Anej Ujčič