È frustrante puntare una partita da mesi e poi lasciare appesa ad un filo la voglia di vedere le tifoserie in questione. Per fortuna però, dopo la trasferta vietata in quel di Castellammare di Stabia, Turris-Foggia si gioca con il settore ospiti regolarmente aperto.

I locali arrivano a questa gara con una serie di risultati negativi dai quali cercano ovviamente un pronto riscatto con una vittoria fra le mura amiche. Gli ospiti invece sono accompagnati da circa 200 ultras che sognano a loro volta il colpaccio, per rilanciare con prepotenza le loro quotazioni in zona playoff.

Arrivo come sempre con congruo anticipo allo stadio è noto subito che l’unico gruppo corallino in tribuna è quello degli Hijos de Barrios, posizionato nella parte sinistra della tribuna, mentre il resto delle componenti del tifo locale ha optato per non entrare in ragione delle limitazioni dovute al Covid.

I foggiani arrivano con un bel po’ di ritardo sul calcio d’inizio, che ha dato il via ad una gara in cui sono i padroni di casa a partire col piede dell’acceleratore, passando subito in vantaggio e aumentando così il calore della tribuna che alza diversi cori volti ad incitare la squadra mentre ce n’è anche qualcuno contro i foggiani.

A metà del primo tempo arriva finalmente anche la macchia rossonera che si annuncia con tanto di fumogeni, bombe e coro a ripetere contro i napoletani, dai quali prendono le mosse una serie di sfottò che si protraggono fino al triplice fischio.

Il risultato in campo alla fine sorride alla Turris, che ritrova così la tanto sospirata vittoria mentre il Foggia di Zeman incamera l’ennesima sconfitta che conferma il cammino fin qui fatto di tanti alti e bassi. Per quel che mi riguarda, al di là delle mere valutazioni tecnico-tattiche che lasciano il tempo che trovano, posso dirmi pienamente soddisfatto di quanto visto sugli spalti, dove entrambe le tifoserie hanno dato vita ad una gara intensa e senza esclusione di colpi o sfottò. Il calcio spettacolo vero insomma, è stato quello garantito dall’atmosfera sugli spalti.

Davide Gallo