polizia_busDaspo di gruppo. E’ questa una delle disposizioni introdotte dal decreto-stadi convertito in legge ieri dal Senato. Il pacchetto prevede una serie di norme per fronteggiare la recrudescenza della violenza da stadio nel nostro paese. Il daspo collettivo è il provvedimento più discusso nonostante un emendamento abbia specificato la necessità di provare la partecipazione dei singoli alle violenze per evitare dubbi di costituzionalità. Nelle prossime settimane bisognerà verificare come si muoveranno le questure nell’applicazione della norma.

Il mondo ultras è in fibrillazione. 54 tifosi del Latina stanno infatti per essere colpiti da daspo dopo che sul pullman che li portava a Pescara il 23 settembre sono stati trovati bastoni e spranghe. Tra loro anche un ragazzo disabile. Tutti indistintamente. Già daspati invece tutti i passeggeri di un autobus, tifosi del Bari, che il 13 settembre al termine di Frosinone-Bari bloccarono l’autostrada del Sole. Anche in questo caso l’accesso agli stadi è stato vietato a tutti senza distinzioni.

E’ facile prevedere che nelle prossime settimane ci saranno decine di ricorsi mancando la prova della specifica responsabilità dei singoli negli atti violenti. Tornando al decreto-stadi le altre norme prevedono l’inasprimento del tempo di durata del daspo e delle pene che colpiscono i recidivi dei reati da stadio. Ai poliziotti viene data la possibilità di usare la pistola elettronica mentre alle società di calcio è imposto l’obbligo di pagare gli straordinari degli agenti impiegati negli stadi. Il governo dovrà definire a breve quanto dovranno dare i clubs, la cifra varia dall’1 al 3% degli incassi delle partite. Anche su questo ci permettiamo di far notare che il mondo del calcio versa ogni anno allo Stato centinaia di milioni di euro di tasse e dunque la norma ci sembra un contentino nei confronti della forze dell’ordine.

L’intento del presidente del Consiglio Renzi è quello, nel lungo periodo, di ridurre il numero di agenti da impiegare durante le manifestazioni sportive, ma in tempi di crisi e ristrettezze economiche sono proprio i poliziotti e i carabinieri a non voler perdere questo servizio. Insomma una legge discussa e discutibile quasi da tutti.