Non sono un frequentatore assiduo del Campo Sportivo Leporaia di Ponte a Egola. Vado a memoria e penso proprio che nell’ultima occasione che mi ha visto ospite, ho potuto ammirare ancora una volta i piacentini. Evidentemente è un filo che si riannoda. Anche in questo pomeriggio i biancorossi giungono in Toscana e rispetto all’ultima esibizione, vengono sistemati in un settore ospite sicuramente più comodo e confortevole rispetto all’ultima occasione, in cui il settore era in realtà un tratto di prato con la rete verde che li divideva dal terreno di gioco. Insomma, finalmente chi giunge nel settore destinato agli ospiti, invece che immaginarsi l’incontro può tranquillamente seguirne le sue evoluzioni sul campo.

Appurata tale miglioria, non mi aspetto un’invasione ospite: il campionato è iniziato da poche giornate, il Piacenza non veleggia neanche nei quartieri alti della classifica, perciò la trasferta toscana è destinata al solito e indomito zoccolo duro. In effetti non mi vengono in mente motivazioni particolari per sorbirsi un viaggio sicuramente non impossibile ma per una partita che riveste un’importanza secondaria. C’è comunque da timbrare il cartellino, la presenza deve essere assicurata e i piacentini svolgono il proprio dovere presentandosi in una quarantina di unità e cercando si spingere il proprio undici alla vittoria.

Se esteticamente gli ospiti offrono poco o nulla, dal punto di vista dell’incitamento si fanno chiaramente sentire. Non c’è una vera e propria opposizione, perciò il pomeriggio sugli spalti è tutto di marca biancorossa. Qualche coro, qualche silenzio, i presenti non sono forse un rullo compressore ma se la partita sugli spalti manca di pathos, vista l’assenza di una tifoseria avversaria, sul campo pur non essendo tecnicamente un manifesto dello sport, è parecchio combattuta e sicuramente godibile. Più clava che fioretto, a uscire vincente da questa disputa sono gli ospiti che, con un poker di reti, fanno almeno felici chi li ha seguiti e sostenuti con lo stesso impegno e la stessa passione dei giorni migliori.

Valerio Poli