Ultima giornata di campionato di questo 2023, si gioca al “Bluenergy Stadium” che forse alla stragrande maggioranza degli appassionati non dice niente. Potrebbe essere un po’ più esplicativo “Dacia Arena” che è il nome con cui per ragioni commerciali si chiamava fino a poco fa questo stadio, prima della scadenza del contratto di sponsorizzazione. Molto più familiarmente, tutti in Italia lo conoscono come “Friuli”, nome le cui radici affondano nel più intimo substrato sentimentale degli udinesi: il richiamo non è solo ampiamente inteso alla propria regione ma vuole essere anche un omaggio al terremoto che nel 1976 ferì questa terra e le sue genti.
Se in quei primissimi tempi era colloquialmente conosciuto come Stadio “dei Rizzi”, per associazione al quartiere cittadino in cui vi si trovava, nel 1978 il Comune di Udine decise per l’appunto di intitolarlo “Friuli”, estendendo e celebrando la dedica alla contestuale celebrazione del centenario dell’emigrazione friulana in Argentina. Il calcio e con esso i suoi stadi, raccontano pagine importanti e bellissime delle storie locali. E va benissimo che il capitale privato sia intervenuto a sostenere strutture che gli enti pubblici non avevano più le forze di fare, ci sta che ne ricavino in immagine, però ci sono anche dei limiti sacri e inviolabili come la memoria e l’identità collettiva delle città e delle tifoserie che non andrebbero mai valicati. Fra cent’anni di sponsorizzazioni vorticose, se tifosi o giornalisti dovessero avere la necessità di ricordare una partita epica, dove la collocheranno mentalmente, senza andare a spulciare siti o giornali per ricordare chi sponsorizzava cosa in quell’anno? Quale nome useranno se non quello storico?
Detto questo e tornando alla stretta attualità, sono ben 24.786 gli spettatori presenti a questo Udinese-Bologna, a un soffio dalla capienza massima attuale di 25.132 e quindi con pochissimi vuoti visibili, effetto ottico già di per sé scongiurato dalla scelta dei seggiolini multicolore, un pugno nell’occhio dal punto di vista estetico ma innegabilmente efficaci allo scopo di diluire i vuoti. Nella Curva di casa, poche pezze appese nella balaustra che separa dal campo, dal quale non ci sono oltretutto altre barriere. Si intravedono fra queste anche due macchie di diverso colore, quella amaranto di “Tradizione Aretina” e “Anche se tutti noi no” dei Vicentini, entrambi accorsi a dar manforte ai loro gemellati in questa occasione.
Tante le bandiere di varie dimensioni come quantitativamente importante è anche il tifo, che vede pochi fisiologici momenti di pausa per riprendere fiato. A tifare costantemente è però solamente la parte centrale del settore, mentre il resto dei presenti si limita ad esultare e partecipare solo in pochi momenti topici.
L’Udinese in campo riesce ad imporsi nettamente per 3-0 in una gara che alla vigilia sembrava tutt’altro che semplice, restituendo così respiro alla propria classifica e ricevendo poi i meritati applausi dalla propria tifoseria.
Settore ospiti andato esaurito in poche ore dall’apertura della prevendita con le due società che trovano un accordo per destinare quasi tutta la Curva Sud ai felsinei, mentre una piccola percentuale di tifosi è visibile anche in tribuna per un totale di oltre 4.000 presenze.
Un’ottima sciarpata colora di rossoblù il loro spicchio mentre le squadre scendono in campo con le pezze dei gruppi più importanti tenute rigorosamente in mano, come per tutto il resto dei novanta minuti, enfatizzando ulteriormente il loro colpo d’occhio. Scelta inversa per club o gruppi minori che appendono il loro materiale in vetrata.
Per difficoltà logistiche e di tempistica, i bolognesi risultano divisi in due zone, da un lato “URB”, “Freak”, “Mai Domi”, “CTB” e “Mazzini” nel settore ospiti vero e proprio, mentre nel settore a lato si sistemano “Vecchia Guardia” e “Settore Ostile”. Grazie anche all’acustica dello stadio e al buon numero dei presenti, i loro cori risultano di notevole intensità, anche nel finale in cui va ormai definendosi una sconfitta netta che però non impedisce, a giocatori e tifosi, dopo il triplice fischio finale, di scambiarsi applausi per alcuni minuti a chiusura di questo positivo secondo scorcio di anno solare.
Appuntamento all’anno nuovo, quando l’Udinese dovrà vedersela nuovamente in casa contro la Lazio mentre il Bologna riceverà il Genoa nell’anticipo prima della Befana.
Luigi Bisio