Una pioggia incessante, caduta durante tutta l’arco della giornata e terminata qualche minuto prima dell’inizio della gara, mi accompagna verso il “Comunale” di Ugento, dove la locale squadra, neopromossa in serie D ed al debutto assoluto nella quarta serie nazionale, affronta il Fasano in uno scontro che può già fregiarsi dell’aggettivo “salvezza”, quando mancano appena tre giornate al giro di boa.

Prima dell’ingresso in campo, noto che molti dei presenti discutono della gara Roma-Lecce conclusasi qualche ora prima e rammento, ogni qualvolta raggiungo il Salento, quanto sia difficile creare qualcosa di ultras in queste realtà (la provincia di Lecce annovera 96 comuni…), spesso schiacciate dal blasone giallorosso in tutti questi anni di militanza tra massima serie e cadetteria, anche se fortunatamente, più tardi sarò smentito.

Purtroppo, alla tifoseria ospite sarà negato l’accesso al settore dedicato dagli organi competenti solo 48 ore prima della gara, quando il ritardo della comunicazione lasciava presagire il contrario. Purtroppo oggi la normalità è diventata questa e non ci si può più meravigliare, anche se non si deve mai smettere di indignarsi.

La squadra di casa è guidata da Mimmo Oliva, noto nel panorama pugliese sia per i trascorsi da giovanissimo nell’Inter, quando fu acquistato per un miliardo dal Casarano, sia per la sua militanza in varie squadre della regione natia; lo stesso mister è stato anche artefice della scalata della formazione di casa dalla prima categoria alla serie D, fiore all’occhiello la vittoria dell’Eccellenza della scorsa stagione dove in finale ha surclassato il favorito Bisceglie per 4-0 sul neutro di Francavilla Fontana.

Prima dell’inizio della gara, ai circa 250 spettatori viene fatto ascoltare l’inno dell’Ugento, che presumo sia stato realizzato in tempi recenti, visto lo stile, ma non è importante, anche perché gli stessi sembrano appezzare.

Prende posto nel proprio settore, la tribuna laterale, il gruppo ultras locale, un mix di generazioni, tra vecchie e nuove leve, i quali partono subito con i cori a sostegno della squadra e l’accensione di un paio di fumogeni. Pronti via ed è il Fasano a passare in vantaggio in campo, con il fasanese doc Francesco Losavio, alla seconda marcatura stagionale, il quale va a festeggiare sotto al settore ospiti desolatamente vuoto dei gruppi ultras organizzati, ma con una decina di dirigenti al seguito.

Lo svantaggio iniziale non scoraggia la tifoseria locale che, ritmata dai tamburi, offre un sostegno vocale abbastanza continuo composto da un mix di cori per la squadra e per i diffidati, alcuni in particolare tesi a rimarcare la volontà di mantenere la categoria a tutti i costi. Non mancano cori ripresi dalla nord leccese, per riallacciarmi al discorso iniziale, prova tangibile del seguito o della militanza di alcuni tifosi locali proprio nella curva giallorossa.

L’Ugento sembra intenzionato a vendere cara la pelle tra le mura amiche dove, non a caso, Palmese, Brindisi e Manfredonia hanno già dovuto arrendersi in questa stagione. La prima frazione, però, termina con il vantaggio ospite e con la tifoseria che invita i propri beniamini a non mollare, con gli spettatori che addirittura parlano con il mister consigliando tattica e cambi, mentre lo stesso interloquisce volentieri con loro, scene che difficilmente si vedono su altri campi.

La ripresa comincia con l’Ugento che guadagna metri, sospinto dai propri tifosi ed il Fasano che arretra il suo baricentro non disdegnando qualche sortita in contropiede. Da par suo mister Oliva, con i suoi cambi, irrobustisce l’attacco senza privarsi del suo umo migliore, Juanito Sanchez, il quale insieme ad altri suoi connazionali, forma una colonia spagnola di tutto rispetto. È proprio dal piede del numero 10 di casa che parte il cross per il centravanti di casa che pareggia i conti, mandando in visibilio il proprio pubblico, incessantemente a sostegno della propria squadra alla quale chiede addirittura la vittoria. Tremano però, qualche minuto dopo, quando il Fasano colpisce il palo con uno dei suoi uomini migliori, Vincenzo Corvino.

La tifoseria, intuendo il momento difficile, continua a sostenere i giallorossi locali senza disdegnare qualche coro al Matino, con il quale evidentemente non corre buon sangue.

L’assenza di riflettori sulla successiva accensione dei fumogeni, rimanda ai bei tempi andati, quando l’effetto cromatico all’imbrunire accentuava ancor di più il rosso della pirotecnica, che ultimamente le regole di Lega deprecano molto più di una lacuna strutturale comunque caratteristica.

Non faccio in tempo a crogiolarmi sui vecchi fasti che l’arbitro, con il triplice fischio, sancisce la fine delle ostilità sul risultato di 1-1, applaudito dai presenti per la bella partita da cui è scaturito.

Mentre guadagno l’uscita, si ode lo sparo dei fuochi d’artificio, quasi a voler ricordare che ogni punto guadagnato qui è come una vittoria, e la salvezza di questo passo non è solo un miraggio. Mi auguro che questa buona prestazione della tifoseria di casa non sia un episodio isolato e di poterci tornare nuovamente per confermare quanto di buono visto sugli spalti.

Testo di C.O.
Foto di Sara Urso