Ormai da anni denunciamo episodi che umiliano e attaccano il nostro movimento ultrà. Da tempo denunciamo un accanimento repressivo ingiustificato verso la Curva Sud. L’ultimo, in ordine cronologico, vergognoso ed insensato episodio riguarda quello che è successo lo scorso sabato in occasione di Cosenza – Salernitana. Per giorni decine di ragazze e ragazzi della Curva avevano lavorato alla realizzazione di una coreografia che doveva colorare la Sud. Questa coreografia avrebbe dovuto comprendere uno striscione recitante:” Siamo l’armata rossoblu”, striscione sequestrato senza alcun motivo nel pomeriggio di sabato dagli agenti della Digos. E’ chiaro che l’approvazione del Decreto Sicurezza Bis ha permesso a qualcuno della questura di sentirsi in dovere di perpetrare questo abuso. Anche l’anno scorso successe una cosa simile quando venne sequestrato, sempre in occasione di Cosenza – Salernitana, uno striscione con su scritto: “Te lo ricordi Marulla? ” perché ritenuto “offensivo”. Sia chiaro che affiancare un aggettivo del genere al nome di Marulla è un offesa per tutto il popolo rossoblu.
Suona strano un accanimento del genere quando difronte ai nostri occhi abbiamo uno stadio che fa acqua da tutte le parti. Un manto erboso disastrato nonostante gli interventi degli ultimi anni, i bagni sono in condizioni pessime e risultano inaccessibili per disabili, i bar offrono servizi inefficienti, i prezzi dei biglietti non sono assolutamente adeguati a ciò che i settori offrono, durante l’ingresso si creano file immense nei pressi dei tornelli. Suona stano che i responsabili della sicurezza dello stadio (Gos) pensano a sequestrare una coreografia innocua e non guardano ai veri problemi che ogni giorno i cosentini vivono sui gradoni del nostro stadio.
Pensiamo che alla base di questo ci sia una mancanza di rispetto verso chi da anni sostiene la squadra in lungo e in largo, tra mille sacrifici e con una repressione sempre più pesante. Alla base ci dovrebbe essere una società che tuteli minimamente le richieste della tifoseria, invece abbiamo sempre ricevuto rinvii e chiusure, uno su tutti il prezzo della Curva. E così pensiamo che l’episodio di sabato sia da imputare non solo alla questura di Cosenza, che continua nel suo lavoro di attacco della Curva, ma anche e soprattutto a chi della società non ha fatto nulla per tutelare le richieste della Sud. A conferma di quello che scriviamo, le parole di ieri del direttore sportivo danno la misura dell’attaccamento a questa città. 
Se pensate che tutte questo possa fermare la determinazione della Curva Sud vi siete fatti male i conti. Continueremo con più passione di prima la nostra militanza ultrà, continueremo a sostenere la nostra squadra in casa e in trasferta. Non vi daremo la soddisfazione di toglierci dallo stadio, saremo sempre li al nostro posto, sui gradoni della nostra amata Curva a sostenere i nostri colori, sempre li seduti volutamente dalla parte del torto.
Contro decreti e abusi.
VIVERE ULTRA’ PER VIVERE

Ultrà Cosenza 1978