#iotorneròallostadio – Parte 1^

Restiamo umani 1 – Mentre il calcio e lo sport in generale si interrogano sul proprio futuro, i tifosi/cittadini (soprattutto quelli di Brescia, Bergamo e di gran parte del Nord Italia) continuano a patire la situazione drammatica generata dal coronavirus, e soprattutto continuano a impegnarsi concretamente per aiutare chi sta cercando di sconfiggerlo.

In queste settimane di “coprifuoco”, sono stati molti -forse troppi- gli appelli che abbiamo sentito, in particolare quelli di personaggi famosi dello spettacolo e dello sport (per non parlare di dirette TV/social, di video, di flash mob, di testimonianze insopportabili, e naturalmente di catene di Sant’Antonio, quasi che tutto questo potesse scongiurare un nemico che di trascendentale ha ben poco).

Oltre a dirci cosa si deve -o non si deve- fare, con questi inviti si chiede spesso un contributo -soprattutto economico- per la Protezione Civile, per gli Ospedali, per le Associazioni, in pratica per tutte quelle realtà che in questo periodo sono sovraesposte -e spesso abbandonate a sé stesse.

Tutto giusto e tutto molto toccante, se non fosse che oggi, più che di appelli e di esortazioni, c’è ancora bisogno di aiuti concreti, soprattutto da chi ha possibilità sicuramente maggiori di noi comuni mortali.

Già ci sembra paradossale che a sostenere economicamente queste realtà debbano essere sempre e comunque i privati cittadini; ci mancavano poi gli appelli di chi -con ogni probabilità- pensa di mettersi la coscienza in pace a suon di chiacchiere (purtroppo, in Italia è molto diffusa questa tendenza, in particolare fra gli artisti e gli sportivi famosi, che a volte, per partecipare a eventi di beneficenza, chiedono perfino dei lauti compensi).

Francamente riflettiamo…

Restiamo umani 2 – Più di un mese fa, quando molti pensavano ancora che il coronavirus fosse frutto di esagerazioni e fraintendimenti, mentre i “nostri” presidenti litigavano per una stagione ormai priva di senso, attraverso un comunicato pubblico noi dichiaravamo la fine del campionato e -allo stesso tempo- chiedevamo un contributo concreto a chi aveva ricevuto dai propri tifosi, dalle televisioni e dagli sponsor: onori, gloria e -in particolare- denaro.

Qualcuno ha accolto il nostro invito e ha seguito l’esempio del mondo Ultras, come sempre in prima linea quando bisogna agire (e non solo parlare).

Altri hanno fatto evidentemente spallucce.

Qualcun altro è letteralmente scappato dall’Italia, a dimostrazione di chi-è-attaccato-a-cosa.

Dobbiamo riconoscere con stupore che fra i pochi virtuosi si è contraddistinto in maniera positiva -fino ad ora- il “nostro” presidente Cellino, che oltre ad aver contribuito materialmente alla causa, ha perfino sposato la nostra linea di pensiero (che abbia letto il nostro comunicato?), dichiarando finito il campionato del Brescia.

Visto e considerato tutto ciò che comporterà questa scelta, e nonostante tutto quello che ci ha fatto passare negli ultimi due anni: chapeau!

Speriamo solo che non ci riservi altre sorprese, e che non cambi idea come ha fatto in un recente passato, quando ha tradito la nostra fiducia in più di un’occasione.

Nel bene e nel male, noi non dimentichiamo… mai!

Restiamo umani 3 – Da sempre siamo un gruppo solidale, soprattutto col resto del mondo Ultras (fa parte della nostra Mentalità).

Per questo non ci serviva una calamità come il coronavirus per dimostrare solidarietà a un popolo -quello bergamasco, ma non solo- dignitoso, caparbio e concreto, molto più simile al nostro di quanto si possa pensare.

Per questo la nostra solidarietà ai bergamaschi l’abbiamo data (e ricevuta!, sia chiaro) anche in passato, quando in gioco non c’era -per fortuna- la vita delle persone amate, ma una condizione che per noi è sacra, e senza la quale vivere dignitosamente diventa comunque difficile.

Naturalmente stiamo parlando di Libertà!

Per questo motivo siamo stati spesso criticati.

Ovviamente abbiamo sempre difeso le nostre scelte Ultras, e non le rinneghiamo certo in questo difficile momento, ma consentiteci di esprimere un certo stupore quando ci propongono -da più parti- iniziative comuni/solidali che possano coinvolgere entrambe le tifoserie (azioni bilaterali di beneficenza, striscioni in comune, addirittura amichevoli sul confine!).

La solidarietà c’è sempre, oppure non c’è mai, proprio come la rivalità, e non ci faremo “imporre” da nessuno né l’una, né l’altra.

E a proposito di rivalità, quella con Bergamo c’era, c’è, e ci sarà sempre, e non vediamo l’ora di rinnovarla in un Derby finalmente alla portata di tutti (ciò significherebbe oltretutto la fine delle “ostilità” sanitarie), ma difficilmente aderiremo a iniziative a dir poco stucchevoli, atte a compiangersi, a far parlare di sé, a dimostrare una solidarietà che fino all’inizio dell’epidemia, purtroppo, da parte di molti è mancata.

Ognuno piange i propri cari, in attesa che tutto ciò finisca e si possa ritornare finalmente sugli spalti a dimostrare la nostra Mentalità e il nostro essere bresciani.

Forse per qualcuno certi concetti non saranno fondamentali, ma queste sono le cose che ci riescono meglio; allo stadio (ma anche nei cantieri) si vivono e si sentono maggiormente; ci hanno fatto crescere Ultras e -soprattutto- uomini.

Avanti Ultras Sempre, e prima di tutto: gli Amici!

Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord