Quest’oggi, in occasione della partita Ravenna-Monza, abbiamo deciso a malincuore di spostarci dal consueto ritrovo prepartita per andare al di fuori dalla cosiddetta “zona rossa”. La motivazione che ci ha spinto a tale scelta è ovvia: il bar, a causa della demenziale ordinanza anti-alcool per la quale ci siamo già espressi contrariamente a più riprese, ha giustamente chiuso alle 16.30 dichiarando che in questa maniera non riesce a coprire i costi di esercizio. Ultras, semplici tifosi, ed a quanto sappiamo anche società, residenti ed esercenti si sono sempre opposti a questa ordinanza che prevede inoltre corpose modifiche al traffico cittadino e pesanti disagi e limitazioni. Ribadiamo che la partita casalinga della squadra della propria città dovrebbe essere un’occasione di aggregazione ed entusiasmo, non di stupido proibizionismo e divieti che portano ripercussioni sulla passione di tutti; basti pensare che quest’anno la società ha preparato una ottima campagna abbonamenti pubblicizzandola adeguatamente ma le tessere sottoscritte non hanno raggiunto il migliaio; crediamo fortemente che la suddetta ordinanza abbia inciso non poco sulla decisione degli appassionati che non si sono abbonati (scelta che non condividiamo ma comprendiamo). Per esempio in occasione della prima partita casalinga contro il Sud Tirol, i tifosi ospiti presenti erano una decina di persone tranquillissime e sono stati fatti posizionare in tribuna; nonostante ciò, l’area adiacente allo stadio è stata militarizzata con numerose strade bloccate ed addirittura era presente un cordone di polizia tra la ns curva e la tribuna con immancabili disagi per tifosi, residenti e semplici cittadini che si sono trovati a transitare da quelle parti tra mezzogiorno e le sei. Se nulla cambierà nella stanza dei bottoni in via Berlinguer, ci riserviamo sin da ora di spostarci nuovamente nelle prossime partite casalinghe: in fondo assieme a tutta la città, gli stiamo solo chiedendo di accendere il cervello per un attimo.