Domenica di fine febbraio e festa dedicata al carnevale con il centro di San Benedetto del Tronto invaso da tante famiglie con bambini al seguito che si divertono tra coriandoli, stelle filanti, schiamazzi e corse varie.

Se una parte di San Benedetto festeggia il carnevale, l’altra, quella calcistica, oggi è in fibrillazione per l’arrivo, al “Riviera delle Palme”, della capolista Venezia, indiscussa leader del girone B di Lega Pro.

I marchigiani sono sempre stati una tifoseria di spessore ed anche oggi non si fanno trovare impreparati, promettendo il pubblico delle grandi occasioni, con gli stessi ultras che hanno organizzato una coreografia composta da 5.000 bandierine rossoblù che saranno messe in vendita prima della partita al costo di due euro (il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni terremotate).

Con queste belle premesse lascio la stazione per dirigermi in direzione stadio, sotto un sole che scalda questa domenica di febbraio, quasi a voler abbracciare marzo e l’imminente entrata della primavera.

Quaranta minuti al fischio d’inizio e fuori lo stadio c’è già tanta gente: chi si mette subito in fila per entrare, chi acquista le bandierine per la coreografia, chi parla e beve davanti ad un chiosco di paninari…insomma, l’atmosfera perfetta per i grandi eventi; l’essenza, la semplicità, l’attesa del gioco del pallone, ingredienti che molte volte chi sta in alto sembra dimenticare, se non addirittura cancellare. Allora meditate perché in fin dei conti la bellezza del calcio è tutta qui!

Entro allo stadio di buon’ora e devo dire che il colpo d’occhio è impressionante, con le tribune e la curva che mano a mano vanno a riempirsi ed alla fine conteranno oltre 5.000 spettatori presenti.

Il settore ospiti è tappezzato di striscioni e stendardi tra cui uno degli amici del Chioggia, il quale ricorda lo stretto legame che lega le due città.

La presenza lagunare è quantificabile in 60 unità (sinceramente mi aspettavo qualcosa in più dalla tifoseria veneziana visto il primo posto in classifica) e prima del fischio d’inizio sono anche meno.

Prima della partita, sia in curva che in campo, si ricorda Giovanni Rosati per tutti conosciuto come Giuà la Classe, uomo di 49 anni e grande tifoso rossoblù, che si è suicidato lanciandosi in mare con la sua auto dalla punta del molo nord dopo un litigio con la moglie; i tifosi gli dedicano questo striscione: “La classe scivola, Giova’ riposa in pace”; i giocatori invece gli dedicano una maglietta con sul davanti stampata una sua foto e dietro una scritta a ricordarlo.

I veneziani con l’entrata delle squadre in campo sventolano delle bandierine ed in più dedicano uno striscione all’ultras sambenedettese scomparso Massimo Cioffi, a cui è intitolata la Curva Nord: “Massimo Cioffi vive nel cuore degli ultrà”.

Dalla sponda opposta e poco dopo il fischio d’ inizio la Nord si colora di tantissime bandierine rossoblù plastificate e srotola il seguente striscione che verrà appeso in balconata: “Batte forte il cuore rossoblu!”, ed anche il resto dello stadio sventola le medesime bandierine. Inoltre, in un lato della curva verrà acceso un fumogeno verde.

Nel primo tempo i marchigiani non deludono di certo le attese cantando costantemente con una buona intensità corale, soprattutto nel primo quarto d’ ora iniziale, accompagnando i cori con forti e potenti battimani. Poi largo ai diversi bandieroni che sventolano sempre in balaustra e rendono la curva colorata e bella da vedere. Il tifo è sempre su livelli alti, con grandi picchi nelle fasi concitanti del gioco, così come sono belli da vedere e fotografare o immortalare (per il sottoscritto) i battimani a tutto settore. Espongono un altro striscione, questa volta di benvenuto: “Benvenuto Giulio La Toscett”.

Passando ai veneziani, nella prima frazione, pur partendo bene e facendo numerosi battimani, il loro tifo non sempre si sentirà nella bolgia rossoblù, anche se saranno abbastanza continui con poche pause degne di nota. Molto belli gli stendardi alzati in qualche circostanza a colorare il settore con l’aggiunta di bandiere e bandierine.

Al fischio d’ inizio delle ostilità pure la parte bassa della Nord, dove è posizionato il gruppo Sambenedettesi, dedica uno striscione a Giovanni Rosati: “Con la Samb nel cuore, la classe scivola nei nostri cuori”.

Nei primi minuti della gara i padroni di casa ripartono con il loro solito trend forte nei cori. Poi in 4 minuti, dal 7° all’11°, la Sambenedettese va sotto di due gol ed in un primo momento accusa il colpo che butterebbe giù qualsiasi tifoso, ma la Nord non molla e con grande sacrificio continua a cantare abbastanza continuamente, sempre con discreti e tanti battimani ad accompagnare i cori, oltre a notevoli sbandierate; fa anche piacere vedere accese un paio di torce in momenti diversi.

I padroni di casa calano un po’ nel finale, quasi a presagire il terzo gol, che puntualmente arriva al minuto 89 a suggellare la vittoria ospite; il sostegno si blocca per far spazio ad un paio di cori contro i propri giocatori. Neanche il gol della bandiera riesce a far mitigare questa sconfitta contro la capolista.

Nel settore ospiti i veneziani esultano per ben due volte nell’ arco di 11 minuti così da far risultare il tifo più potente come intensità dei cori; per il resto offrono battimani, nella media, e sbandierate e stendardi alti più frequentemente rispetto alla prima frazione. All’ottantanovesimo arriva la terza esultanza per altrettanti gol fatti e poco dopo gli arancioverdi ci regalano una bella, fitta e duratura sciarpata, impreziosita con stendardi e bandiere. Al fischio finale esultano con le sciarpe alte, per questa ennesima ed importante vittoria che consolida il primato in classifica della propria squadra; esultanza che riguarda anche i giocatori veneti che vanno ad applaudire i sostenitori aranvioneroverdi con Pippo Inzaghi in prima fila.

Tutt’ altro l’umore tra i tifosi rossoblù che se la prendono con i giocatori arrivati sotto la curva, ricordando di essere loro la Sambenedettese e di meritare di più.

Infine fa piacere rivedere uno strumento di tifo come il megafono, presente in curva, per una tifoseria ultimamente un po’ troppo discriminata; sinceramente in Italia son ben altri i problemi piuttosto che un innocuo megafono, tamburo o fumogeno dentro ad una curva.

Marco Gasparri.