Che si tratti di una partita diversa dalle altre, lo capisco non appena imbocco l’uscita “Monopoli Nord” percorrendo la statale 16, direzione sud. Di lì al “Veneziani”, solitamente, ci si impiega una manciata di minuti ma oggi, qualcuno, ha deciso che non deve andare così. La strada è quasi totalmente transennata e alcuni birilli, posizionati sull’asfalto, indicano un percorso obbligato. La celere, presente sul posto in quantità industriale, setaccia le auto una ad una in cerca di non so cosa. Noto che alcune autovetture vengono addirittura rispedite indietro. I più fortunati, tra cui il sottoscritto, riescono a passare al secondo step, il “controllo documenti”, conducente e tutti i passeggeri. Fortunatamente sono solo, la verifica è rapida, mi verrebbe da dire “non mi hanno chiesto nemmeno il passaporto”. La sensazione è quella di oltrepassare la frontiera, lasciare il “bel paese”. Il sogno di tanti ragazzi costretti a fuggire via, in cerca di fortuna. Pochi attimi ed ecco la triste realtà riportarmi con i piedi per terra. Con me una buona dose di ritardo, colpa del sistema, ma anche una voglia matta di esserci, di assistere a questa partita. Un derby abbastanza “movimentato” se si considera che, a pochi minuti dal fischio d’inizio, la Nord è pressoché deserta, con lo “zoccolo duro” a presidiare la zona esterna dello stadio durante l’arrivo della ciurma giallorossa.

È vero che per ritrovare un precedente ufficiale tra le due compagini, e quindi tra le due fazioni, dobbiamo tornare indietro di quarant’anni, precisamente nel 1975, quando Monopoli e Lecce si affrontarono nel mini-girone valido per il primo turno di Coppa Italia. Ma la percezione, parlo a livello personale, è che ai biancoverdi non sia mai andato giù il gravissimo episodio accaduto nell’Aprile del 2000 proprio nella stazione di Monopoli quando, dal treno occupato dai tifosi del Lecce di ritorno dalla trasferta di Bari, fu lanciato un portacenere in metallo che colpì un vigile urbano in pieno volto riducendolo in fin di vita. Ad avvalorare la mia tesi sono i ripetuti cori ostili partiti dalla Nord durante la gara odierna nei confronti degli oltre quattrocento supporter giunti dal Salento, appartenenti per lo più ai Club e quindi muniti di tessera del tifoso. Ultrà Lecce assenti, in quanto sprovvisti di tessera, hanno comunque caricato i propri beniamini nella settimana che precede la gara al “Via del Mare”, presenziando con cori e torce ad una seduta di allenamento.

Il tifo giallorosso è praticamente un monologo contro gli eterni rivali baresi, interrotto di tanto in tanto da alcuni cori a sostegno della propria città. Nel pre-partita, all’interno del loro settore, viene esposto uno striscione per Paolone, tra gli applausi della Nord e di tutto il pubblico presente.

Curva Nord abbastanza “ritardataria” quest’oggi, si compatta solo pochi minuti prima del fischio iniziale, giusto in tempo per ricordare con uno striscione il grande “Tommy De Carolis”, bomber biancoverde degli anni novanta premiato dagli Ultras di casa.

Nel corso del match compare un altro striscione nella Nord, riferito ai fatti relativi al “famoso” dopo gara di Vieste e al conseguente processo del 19 Febbraio 2012, che portò una condanna pari a quattordici mesi di reclusione (pena sospesa), per un tifoso biancoverde che filmò i disordini al termine della gara. Condanna appunto annullata dalla Cassazione dopo “solo” quattro anni e processo da rifare.

Nella ripresa un enorme copri curva riscalda una buona fetta della Nord, in occasione del ventinovesimo compleanno dei Bad Boys. Il tutto tenuto su per diversi minuti e seguito da un altro striscione con scritto “dal 1987.. sapete come la pensiamo”.

In campo termina uno a zero per gli ospiti. Una gara piuttosto noiosa se non fosse per i due “bomboni” esplosi nella prima frazione nel cuore della Nord.

Antonio Vortex.