I favolosi anni ’70 rappresentano la nascita del movimento e la sua consacrazione, gli anni ’80 sono descritti e considerati i più belli in termini di tifo e presenze, negli anni ’90 si inizia a usare la parola “repressione”, il nuovo secolo infine muta l’ultras rendendolo, a mio parere, individualista a scapito della collettività e del “gruppo”.

L’evoluzione c’è stata ed è stata evidente così come è cambiata la società, sono cambiati i divertimenti, i luoghi di ritrovo e tantissimi altri fattori. Ed è cambiato anche l’ultras inevitabilmente. Poi discutere se fosse meglio prima oppure meglio ora è come discutere se sia nato prima l’uovo o la gallina.

L’evoluzione dell’ultras ha comportato anche un progressivo distaccamento dalla sfera politica: se alle origini nelle curve italiane venivano ripresi atteggiamenti, simbologie ed abbigliamento della politica, specialmente quella extraparlamentare, negli anni ’90 c’è stato un inesorabile scollamento da questa orbita fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui la sfera politica incide veramente poco nell’essere ultras. Per avvallare questa teoria basta dare un rapido sguardo alle tifoserie della massima serie, per notare che, vuoi per le leggi attuali, vuoi per l’incapacità di agglomerare dietro uno striscione grossi numeri, quelle estremamente politicizzate oppure solamente politicizzate sono veramente poche. Sono finiti o quasi i gemellaggi anni ’70-’80 dettati dalla comune fede politica, l’ultras ha modificato il proprio pensiero, c’è stata una lenta ma inevitabile evoluzione in tal senso.

Questa sera l’incontro dell’Armando Picchi ci mette di fronte due tifoserie che storicamente hanno fatto del pensiero politico se non proprio il cavallo di battaglia, sicuramente una parte importante della loro storia. Ascoli si identificava nel Settembre Bianconero, nome originale e “pesante”, Livorno ha avuto il suo apice politico con la nascita delle Brigate Autonome che tra i propri simboli avevano Stalin, non proprio una figura politicamente corretta. Gli eccessi sono finiti anche a queste latitudini, però la partita di stasera sembra proprio riaccendere, quasi in maniera malinconica, quella contrapposizione che si respira solamente nelle piazze. Ed in alcuni casi neppure lì.

Curva Nord che si presenta con il solito gruppo di ultras a centro curva, volenteroso ed irriducibile, che si compatta pochi minuti prima del via e comincia ad incitare la squadra che in appena sei minuti prende due gol da un avversario dato in crisi di risultati.

Mentre il resto dello stadio comincia a mugugnare ed in taluni casi pure a fischiare, la curva prova ad incitare la squadra ed a chiedere un maggior impegno. La pazienza sta per finire, si capisce chiaramente da qualche coro intonato ma in definitiva vince ancora una volta l’incitamento ad oltranza.

Gli ascolani giungono con circa quindici minuti di ritardo allo stadio ed il loro ingresso non passa certo inosservato: entrano in maniera compatta ed accendono subito una torcia che lanciano sulla pista di atletica, poi è la volta di attaccare pezze e striscioni e di fare un bel quadrato dietro le stesse.

L’arrivo degli ascolani vivacizza gli ultras di casa, in Curva Nord compare una bandiera con falce e martello su sfondo rosso che viene tenuta bene in evidenza, sull’altro versante il simbolo della band ZetaZeroAlfa spalleggia le tradizionali pezze degli ultras bianconeri. Se visivamente il contrasto politico è evidente, i primi minuti della contesa tra le due tifoserie ci rafforzano questa tesi con cori che un tempo si udivano nelle manifestazioni politiche, il tutto condito da qualche braccio teso e qualche pugno chiuso.

Non mancano le tradizionali offese perché solo di politica non si può vivere, perciò si invita il nemico allo scontro e si offende nella maniera peggiore possibile; le risposte non mancano e sono sempre “pepate” e ricordano vecchi episodi sui quali, sono convinto, non mancano di una diversa opinione.

C’è anche il tifo ovviamente, la curva di casa sostiene una squadra che perde pezzi ed anche questa sera incappa in una prestazione squallida, gli ospiti si presentano con buoni numeri ed hanno la caratteristica fondamentale di compattarsi e restare belli uniti per tutta la partita.

Gli ascolani sono tutti ultras o almeno tutti partecipano al tifo, hanno alcuni momenti di pausa ma in fin dei conti tengono botta per tutta la partita, offrendo una marea di battimani ed un paio di torce accese in maniera “clandestina”.

La curva di casa abbandona i gradoni dopo il terzo gol dell’Ascoli: mancano ancora dieci minuti alla fine ma la pazienza è invece finita, perciò le ultime offese sono dirette al presidente Spinelli, poi gli ultras preferiscono togliere pezze e striscioni per abbandonare i gradoni.

Gli ultras ascolani sono di un altro avviso e terminano in crescendo la loro prova, scambiando gli applausi con la squadra che a fine partita si porta sotto il settore per i saluti finali.

Valerio Poli.