E’ certamente con ironia ed una certa classe che i tifosi basilesi hanno risposto oggi alla psicosi, creatasi durante questi ultimi giorni, per l’arrivo degli ultrà da Basilea.
Una paura alimentata dai media ticinesi, che hanno fatto da cassa da risonanza alla circolare imbucata nelle cassette della posta degli abitanti di via San Gottardo, via Tesserete, Via Torricelli e Via Trevano in cui si invitava – “per motivi di sicurezza” – “a voler chiudere in modo sicuro gli accessi (portoni/cancelli/garage) e a non abbandonare materiale pericoloso sul percorso”. La raccomandazione era, in altre parole, di barricarsi in casa e di mettere al sicuro i propri veicoli dal passaggio degli ultrà rossoblù.

“Oggi pomeriggio, alle 3, qui in via Torricelli c’era un gran movimento di gente che metteva al sicuro moto e automobili”, racconta Christian, un padre di famiglia che abita proprio nella “zona rossa”, dove è passato il corteo dei temuti tifosi basilesi in trasferta a Lugano. E’ lui che ci ha spedito la lettera allegata, imbucata dagli ultrà basilesi durante il loro passaggio. “Ho visto uno degli ultras che imbucava una lettera con tanto di Leckerli in omaggio, tra l’altro ottimo, infilato nella busta”, racconta Christian, che si dice divertito e grato per il gesto di cortesia dei tifosi renani. “E’ stata una bella risposta, hanno dimostrato maturità, ma sopratutto grande senso dell’umorismo, con un testo che ha saputo sdrammatizzare con sarcasmo l’atmosfera di paura che si era creata a causa del loro arrivo. Mi sono fatto una bella risata”.

“Spettabile ditta, Gentili Signore, Egregi signori – si legge nella lettera dei tifosi basilesi, facendo il verso alla circolare della polizia della città di Lugano – “quando terrete questa lettera tra le mani sarà tutto passato. Il Consiglio delle Nazioni Unite avrà dichiarato il vostro quartiere come nuovamente sicuro. Le barricate davanti ai portoni e ai garage potranno essere smontate e le trincee riempite di terra e di sabbia. Ma state attenti…”

I tifosi basilesi invitano a fare attenzione alle mine e al filo spinato, che potrà essere riutilizzato “dai contadini per proteggere le loro mandrie dall’immigrazione oppure dai frontalieri che arrivano dall’Italia…”.

Sul blocco momentaneo del traffico gli ultrà renani riconoscono di esserne i responsabili, ma – aggiungono con sarcasmo – non per quanto riguarda “la fila al Gottardo”.

“Qui a Lugano ci siamo fasciati la testa prima di essercela rotta – commenta Christian, alludendo “alla figura da provinciali” fatta in quest’occasione. “A dire la verità i basilesi non ci hanno mai considerato e lo hanno dimostrato anche in questa occasione. Oggi sono venuti a Lugano per fare una gita e bersi qualche birretta, nulla di più”. A Christian abbiamo chiesto, infine, se è andato allo stadio a vedere la partita: “Macché! Sono rimasto con mia moglie e mia figlia e abbiamo guardato il corteo dalla finestra. Tra comunicati di polizia, i giornali, il Quotidiano, a mia moglie è venuta l’ansia e non ha voluto uscire di casa. Come avrei potuto lasciarla sola?”, ha concluso con ironia il nostro lettore.