La Vicenza calcistica dopo la scorsa stagione vissuta ad alti livelli, è già tornata miseramente a vivere un modesto campionato di serie B, del resto in linea con gli ultimi dieci anni dell’era Cassingena, che restano storicamente i peggiori della sua gloriosa storia, sia a livello di ambizioni che di gestione societaria.

Anche il Latina sta vivendo un campionato nei bassifondi della classifica e ha quindi fame di punti.

Si gioca allo stadio Romeo Menti alle 20.30 in un uggioso 23 dicembre, anti vigilia di Natale. Sicuramente entrambe le tifoserie si aspettano un regalo dai propri giocatori, o quantomeno che ce la mettano tutta per onorare la maglia che indossano.

Lo stadio non è certamente colmo ma sono presenti circa 7000 spettatori. A Vicenza, si sa, basterebbe poco per far ribollire il vecchio Menti di passione: in primis una società sana e chiara negli obiettivi. Ciò porterebbe aria nuova e positiva in un ambiente che da troppo tempo non ha gioie calcistiche.

Come ho scritto prima la serata è umida, anche se non particolarmente fredda, da “vin brulè” come si usa da queste parti. Forse proprio per carburarsi un po’ la curva sud stenta a riempirsi e solo dopo il fischio d’inizio darà di sé il consueto bel colpo d’occhio. Il settore ospiti invece sembra desolatamente vuoto, con due sole persone con una bandiera a due aste “PERICOLO IGNORANTE”. Altri tifosi neroazzurri arriveranno a partita cominciata, per un totale di sole 8 persone.

Ad inizio gara i vicentini si presentano con gli oramai classici bandieroni dei gruppi principali e approfittano della serata per accendere dei lampeggianti rossi che, assieme a piccole bandierine biancorosse, creano un bellissimo effetto. Sarebbe stato bello vedere centinaia di lampeggianti accendersi, ma visti i tempi duri è già tanto essere riusciti a farli entrare. La curva Berica comunque non delude mai noi fotografi, fortunatamente.

Mentre la partita stenta, i vicentini cercano di dare la carica ai ragazzi con parecchi cori di incitamento. Poi all’improvviso arriva il vantaggio del Latina e dallo stadio si levano già le prime contestazioni e i primi fischi; solo la curva cerca di tenere duro e tifare nonostante la prestazione non certo ottimale dei giocatori biancorossi.

Nulla da segnalare da parte dei latinensi, che visto l’esiguo numero non possono certo farsi sentire. Le pezze Curva Nord, Leone Alato e Gruppo Storico sono presenti. La curva neroazzurra negli ultimi tempi è stata colpita da più daspo, a volte solo per aver acceso torce (assurdità che andrebbe senza dubbio rivista) ed inoltre il fatto che la squadra non vada molto bene, e non ultimo che si giochi di mercoledì sera, non ha contribuito ad aumentare la partecipazione a questa lontana trasferta.

Belle le torciate proposte in due due diversi momenti della partita nel settore Distinti, zona attualmente occupata dai ragazzi ex Curva Nord e Fabio Group, con le torce accese a terra in modo da sfuggire ad occhi indiscreti.

Anche nel secondo tempo la partita non è molto bella e noto un calo del tifo dei vicentini. Al termine i giocatori del Vicenza cercano di salutare la curva, ma non ricevono certo tanto calore. Gli ultras vogliono gente che lotti alla morte, e ultimamente questo non si vede nei ragazzi in maglia biancorossa.

Gli ultras del Latina sono invece soddisfatti perché per loro un pareggio fuori casa non è male, fa morale e classifica.

Da segnalare il bel gesto di Pasquale Schiattarella che dopo aver portato in vantaggio il Latina è andato ad esultare sotto lo spicchio tra la curva Sud e i Distinti dove campeggia il cartellone per Piermario Morosini. “Ho voluto esultare sotto la curva dove c’è lo striscione dedicato a Mario Morosini con la sua foto -ha spiegato il difensore pontino al termine del match- : ero presente in campo il giorno della sua morte, eravamo molto amici e lo porterò sempre nel cuore, ho voluto spontaneamente ricordarlo in quel modo, mi manca molto”.

Marcello Casarotti.