Vicenza e Bari si affrontano al Menti dopo due anni. Ancora una volta in serie B, così come spesso è successo negli anni 2000. La partita si gioca alle 20.30 di martedì sera, siamo alla fine di settembre e il cielo è sereno: l’ideale per giocare al calcio.

Nella strada che mi conduce allo stadio, vedo parecchi tifosi del Bari. Alcuni in macchina, mentre altri, arrivati presto, sono al Bar Stadio (frequentato da sempre dalla Vecchia Guardia Vicenza ed ex Vigilantes) a bersi una birra.

Dagli anni 90 c’è rispetto tra le due tifoserie: cosa che non ha mai portato ad un gemellaggio o ad una amicizia, ma neppure non si è mai arrivati a momenti di tensione. Al momento tutto ok insomma, ma c’è la curiosità di vedere come “la Vicenza Ultras”, nome dietro al quale ci sono i gruppi che adesso hanno il timone della sud, accoglierà gli ultras baresi. Zona Mucchio, South Terrace e Giovani Magnagati non ci sono al Bar Stadio, hanno altri locali dove caricarsi un po’ prima di varcare i cancelli della sud.

C’è chi dice che da Bari non arriveranno ultras, che dopo i fatti di Frosinone (arrivate 52 denunce e daspo) la trasferta sia stata vietata a tutti i residenti in Puglia. Alla fine, in verità, è stata concessa ai soli possessori della Tessera del Tifoso e anche se è un turno infrasettimanale, il calore barese questa sera si farà comunque sentire.

Entrato allo stadio, mancano 40 minuti e la gente comincia piano piano ad arrivare. I vicentini, da sempre legati alla squadra “malgrado tutto” (la società è contestata da anni), hanno raggiunto anche quest’anno un buon numero di abbonati, 5.262 per la precisione che li porta ad essere una delle tifoserie più numerose di Serie B. Tenendo conto delle tante delusioni subite in tutti gli ultimi anni , sicuramente un risultato da incorniciare.

La gradinata nord, anche quest’anno totalmente riservata agli ospiti, ha già dei tifosi presenti. Grandi bandieroni biancorossi con i nomi di alcuni rioni della città pugliese sventolano, mentre si fanno sentire i primi cori di incitamento ai giocatori che lì vicino si stanno scaldando.

La sud Berica si riempie piano piano. Vecchia Guardia, CSD e Caneva come sempre sono i primi ad arrivare e ad appendere le pezze. Sono rimasti fedeli ai vecchi tempi, quando si andava in curva ore prima per mettere per bene gli striscioni.

Poco prima della partita ecco le altre pezze dei gruppi vicentini: South Terrace, Zona Mucchio e Bruti da vedare. Nel lato gradinata sud, verso la tribuna, mancano i colori della Crew, ragazzi che con grande orgoglio hanno deciso (chiarendo la loro posizione con un comunicato ufficiale) di non partecipare a nessuna partita interna del Vicenza. Riassunto in poche parole sono contrari al ripescaggio del Vicenza (serie B non ottenuta nel campo) e in netta rottura con la società.

La gradinata sud del Vicenza si presenta con un bel colpo d’occhio: anche qui ci sono bandieroni dei vari gruppi e più defilati anche quelli dei club. Come nella stagione scorsa i ragazzi fanno di tutto per tenerli il più possibile in alto; alla fine ci riescono, anche se non con uno sventolio costante come visto in altre occasioni.

I baresi invece per tutto l’incontro, anche dopo aver subito la rete di Ragusa (che alla fine li condannerà alla sconfitta per 1-0), fanno una bellissima figura e le loro bandiere saranno in alto per tutti i 90 minuti e senza pause. Sono circa 250 molto compatti e con tanto entusiasmo. Cercano di farsi sentire con cori secchi ed efficaci tipo “Bari-Bari”, ma anche con cori ricavati da canzoni che mandano alla mente lo stile ritmato sudamericano. Un unico grande striscione li rappresenta, “Seguaci” che a molti riporta alla mente un loro vecchio striscione degli anni ‘80 “del Bari seguaci”. Ci sono anche altre pezze e bandiere a due aste.

La sud vicentina, come da suo solito, parte con cori boato per poter spingere i giocatori a dare quel qualcosa in più alla luce di quel che storicamente si chiama “effetto Menti”. La sud e la squadra diventano un tutt’uno che spesso spinge alla vittoria. Immancabili i cori contro la società e a favore di mister Lopez, idolo della curva, difeso anche il giorno prima con cori e striscione da una ventina di ultras, che sono andati alla 11.00 di domenica mattina al campo di allenamento di Isola Vicentina. Per chi non lo sapesse “pare” che la sua panchina fosse già messa in discussione dai vertici societari.

A dire il vero la curva del Vicenza, pur se sufficiente, si è dimostrata un po’ meno rumorosa del solito. Specie dai due lati a fianco del centro curva non si notava tanta partecipazione. La mancanza dei vecchi megafoni si fa sentire e anche se i lancia-cori fanno il possibile, non è certo facile far partecipare tutti.

Durante la partita viene alzato lo striscione “Ciao Caio” per ricordare Caio dei “Caimani de l’Astego” che purtroppo troppo presto ci ha lasciato.

La partita è bella, avvincente ed il nuovo Vicenza stupisce per voglia di fare e anche per i piedi buoni che hanno i giocatori arrivati da pochi giorni. Di Gennaro e Ragusa su tutti fanno la differenza. Anche il portiere Bremec oggi mostra il fatto suo e con alcune parate si mette in luce salvando il risultato. Poi al 73° arriva la rete di Ragusa, i baresi delusi provano ad incitare ancora i galletti, mentre i vicentini esplodono con alcuni cori molto efficaci.

Tra le due tifoserie regna la più totale indifferenza, nessun coro pro o contro. Si gioca di sera e questo mi faceva sperare di poter vedere qualche torcia, dato che con il semi buio dei gradoni in genere è più facile accenderle senza farsi notare, ma questo non avviene. Se da parte barese era quasi scontato (dopo Frosinone hanno al momento ancora più addosso occhi indesiderati), da parte vicentina sarebbe stato bello vederle, ma capisco che certe cose vanno calcolate bene visto che in Italia anche per un fumogeno si rischia il daspo.

Alla fine i giocatori del Vicenza si prendono innumerevoli applausi e vanno sotto una sud felicissima per la prima vittoria; da parte barese invece c’è delusione (sicuramente erano venuti a Vicenza con l’idea dei tre punti) , ma la voglia di tifare Bari resta intatta e non ci sono contestazioni di sorta.

Marcello Casarotti.