Alle 20:30 di domenica sera va in scena al Manuzzi il posticipo serale tra Cesena e Bari, piatto forte della 13a giornata di Serie B.

Terza contro quarta a confronto. Entrambe le formazioni molto ben attrezzate ed accreditate per tentare fino all’ultimo di dare l’assalto, quanto meno, ad uno dei due posti utili per la promozione diretta in serie A.

Sono lontani gli anni ‘80 ed i primi ‘90 quando tra le due tifoserie vigeva una sana indifferenza, condita anche da una timida simpatia dopo che il Cesena, guidato dall’ex mister biancorosso Bruno “Maciste” Bolchi, sconfiggeva il super favorito Lecce nella storica finale di San Benedetto del Tronto, ultimo capitolo dello straordinario campionato di Serie B 1986/1987.

Per parecchi anni, dopo quella partita, una grande scritta “GRAZIE CESENA!” ha campeggiato su di un muro della periferia sud di Bari, ben visibile agli occhi di tutti coloro che, percorrendo la Strada Statale 379, si trovavano a passare per il capoluogo pugliese.

Episodi recenti che hanno visto le due tifoserie contrapposte in occasione di alcuni episodi avvenuti al di fuori dello stadio, hanno inasprito gli animi, così come si può notare dai ripetuti scambi di “convenevoli” che rimbalzano da una curva all’altra.

Mentre sul campo è il Bari ad aggiudicarsi l’intera posta in palio, sugli spalti è sostanziale pareggio. Infatti, è la Curva Mare a dominare il primo tempo, con un tifo incessante e continuo che fa da colonna sonora ai continui arrembaggi della squadra di mister Drago che, malgrado gli sforzi profusi, non riesce a perforare la porta biancorossa. Ed è un Cesena con tante assenze, tra infortuni e impegni con le rispettive nazionali, quello che finisce per pagare a caro prezzo l’ansia di dover vincere a tutti i costi per confermare il mito del Manuzzi quale fortino inespugnabile per gli avversari.

La squadra di casa dà vita ad una mezz’ora di fuoco, durante la quale produce diverse palle goal, assedia la porta difesa da Guarna e reclama almeno un rigore molto evidente dopodiché, per i bianconeri, è notte fonda. Così non è, invece, per i sostenitori Romagnoli assiepati in Curva Mare i quali, con i loro cori e lo sventolio costante delle bandiere, dominano il primo tempo, almeno per quel che riguarda la sfida sugli spalti.

La curva ospiti, al contrario, dopo un inizio scoppiettante sembra spegnersi, almeno fino al goal del vantaggio. Un comportamento anomalo per una tifoseria abituata a sostenere la propria squadra a gran voce per tutti i novanta minuti.

Ne deduco che qualcosa sia successo o che stia succedendo. Tra l’altro, mi accorgo anche di alcuni spazi vuoti che si vanno creando sugli spalti. Alla fine, verrò a sapere che nel corso del primo tempo ci sono state tensioni tra poliziotti e sostenitori baresi all’esterno della Curva Ferrovia, nei pressi dei cancelli di ingresso. La dinamica non è ancora chiara e soprattutto è discordante, tra quanto affermano i supporters biancorossi e quanto, invece, riferiscono gli steward.

Nel frattempo, sul campo, la partita va avanti ed il Bari passa in vantaggio al quarantesimo. Così facendo rianima i propri sostenitori che, finalmente, si lasciano andare a qualche coro con il quale, si va al riposo.

Nella seconda frazione di gioco i Baresi salgono in cattedra e cominciano a dominare la gara, sia sul campo che sugli spalti.

Dopo un avvio di ripresa un po’ soft, la curva biancorossa si ricorda dei suoi trascorsi, prendendo coscienza del numero di sostenitori al seguito e del relativo potenziale. Partono così una serie di cori che rimbombano per tutto lo stadio e riescono a far sobbalzare la tettoia della Curva Ferrovia come non succedeva da tempo.

Il raddoppio del Bari, al quarto d’ora della ripresa, dà il via definitivo alla festa biancorossa e da lì in avanti è un susseguirsi di cori, alcuni dei quali sono autentici boati, accompagnati dallo sventolio mai interrotto di bandiere nella parte inferiore e dall’accensione di parecchie torce in vari punti del settore. Quella delle torce, a dire il vero, è una costante dei Baresi per tutto l’arco dei novanta minuti. Di quando in quando, nel loro settore, ecco apparire un bagliore rosso fuoco che illumina la notte, indipendentemente da ciò che sta avvenendo in campo.

La sciarpata poi è davvero un qualcosa di straordinario, un muro imponente di sciarpe biancorosse che spicca all’interno del Manuzzi, purtroppo non degnamente accompagnata da un coro altrettanto imponente.

Tra le cose più belle che ho ascoltato provenire dal settore ospiti, a mio avviso, il coro a ripetere “un giorno allimprovviso” ed un altro coro tipico, in dialetto barese, cantato a squarciagola a fine partita.

La Curva Mare, dal canto suo, è stata assolutamente ottima per tutta la durata del primo tempo, inclusi i cinque minuti finali, quelli successivi al primo goal del Bari. Tanti cori, continui e ben sostenuti sia dal nucleo centrale nel secondo anello, sia da chi era posizionato nella parte bassa.

A mio giudizio, una delle migliori prestazioni di sempre da parte della curva bianconera, stimolata senza dubbio dal fatto di avere di fronte a sé degli ospiti di tutto riguardo.

Ed anche nel secondo tempo, i sostenitori Romagnoli sono bravi a tenere testa agli ospiti, almeno fino al loro secondo goal, che gela gli spalti ma non i ragazzi della curva di casa che, è giusto riconoscerlo, seppure a ranghi ridotti continuano a cantare, ininterrottamente, fino al triplice fischio del direttore di gara.

Si sa, il campionato di serie B è lungo ed insidioso e se il Cesena vorrà avere un ruolo da protagonista fino alla fine, ci saranno da versare sudore e lacrime, in campo e sugli spalti.

In tal senso, il sostegno della curva sarà fondamentale e stando a ciò che si è sentito e visto questa sera durante il primo tempo, le potenzialità per far sì che il Manuzzi ritorni ad essere un fortino inespugnabile ci sono tutte. Del resto, sono ben poche le tifoserie che da qui alla fine potranno presentarsi in riva al Savio in numero così massiccio come i Baresi visti questa sera.

Baresi che, è giusto dirlo, anche stavolta hanno dimostrato di meritare ben altri palcoscenici. Come minimo, alla luce dei numeri che sono in grado di portare allo stadio in casa e fuori. Duemila sostenitori in trasferta di domenica sera, quasi tutti provenienti dal capoluogo pugliese, di questi tempi è una cifra che farebbe notizia anche in serie A.

E sempre a livello di numeri, a volerla dire tutta, i baresi avevano dimostrato di essere cresciuti già qualche anno fa, durante gli ultimi due tornei disputati nella massima serie.

In quanto al complessivo sostegno vocale espresso, sinceramente non mi sento di giudicarli dalla trasferta di questa sera. Vuoi perché durante il primo tempo si sono verificate delle situazioni che hanno fatto sì che non ci fossero le condizioni ottimali per potersi dedicare esclusivamente ai cori ed ai battimani, vuoi perché, è risaputo, spesso le trasferte di massa sono anche le più deludenti a livello di tifo. Mi riprometto quindi di rivederli dal vivo in occasione di una prossima trasferta.

Giangiuseppe Gassi.