Trasferta lunghissima per il manipolo della Curva Nord Varese. Bari non è proprio dietro l’angolo, ma la presenza con il loro striscione anche questa volta è timbrata, nonostante il prepartita movimentato in città e nei pressi del parcheggio ospiti.

A livello vocale, dir la verità, non brillano e non lasciano il segno. Giustamente vuoi i fatti accaduti prima del match, vuoi per il numero davvero esiguo, tenendo conto di una classifica davvero disastrosa,  i sostenitori da Varese non si sforzano più di tanto nel farsi sentire. Una presenza che, in detto in parole spicciole, vale più di ogni parola scritta o coro intonato come spesso succede di questi tempi.

Il pubblico di Bari parte in sordina già dall’inno iniziale, prerogativa imponente degli ultimi anni. La sciarpata non è fitta, considerando che la gente soprattutto in queste partite non di cartello, arriva sempre in massa a ridosso del calcio d’inizio. Trovare stimoli, con una classifica che tarda a decollare, è dura, visto i presupposti e le aspettative di inizio stagione. Ma pian piano grazie al risultato positivo, sono autori di un secondo tempo possente e in crescita rispetto al primo. Soliti bandieroni al vento, solite torce accese in tutta la curva, e solito sostegno volenteroso. A fine partita striscione per l’imminente trasferta di Pescara. Rancori e sgarri che tornano alla luce come sempre. E su uno striscione, a chiare lettere, l’invito ai mercenari a cacciare fuori gli attributi.

Massimo D’Innocenzi