Dopo ben 23 anni la Spal, squadra di Ferrara, riassapora la serie B, e per ironia della sorte lo fa incontrando proprio una storica rivale, il Vicenza. Davanti a 7.780 spettatori, la seconda giornata di questo campionato mette di fronte due squadre entrambe sconfitte all’esordio.

In settimana corsa contro il tempo per garantire il regolare svolgimento dell’incontro. I lavori, partiti a luglio, comprendevano infatti una serie infinita di adeguamenti: l’installazione dei tornelli per ciascun settore, il potenziamento delle telecamere di sorveglianza, la rimozione della recinzione tra la tribuna e il campo, della rete “anti-lancio” posta dietro la porta sotto la Ovest e nel settore ospiti, un nuovo tunnel d’ingresso degli spogliatoi voluto da Sky, modifiche alle panchine e altro ancora.

Ma veniamo al tifo. Gli ospiti si presentano in terra estense esaurendo i 1.200 biglietti a disposizione, come risulta esaurita la curva locale. Coreografia con palloncini biancorossi per i veneti mentre nella Ovest, come preannunciato in settimana comunicato, nessuna coreografia e soldi che vanno a integrare una raccolta fondi già avviata da qualche tempo a sostegno delle popolazioni recentemente colpite dal terremoto in Centro Italia.

Entrambe le sponde rispondono bene ai vari cori ripetuti, coadiuvati da battimani a cui partecipano buona parte dei settori. In campo la gara si fa subito in salita per gli ospiti: l’espulsione del portiere dopo appena 5 minuti, condizionerà inevitabilmente la partita tanto che i locali, oltre ai 3 gol, colpiscono pure un paio di legni della porta vicentina.

Bandiere al vento per tutti i 90 minuti nella parte bassa della curva estense, diversi vicendevoli cori di scherno da parte di entrambe le tifoserie. Buona la prova degli ospiti per tutti i 90 minuti o quasi, senza farsi troppo influenzare dai pesanti sviluppi che andavano maturando sul campo. Qualche pausa fisiologica per la tifoseria estense che dimostra però, di essere davvero in salute. Nel dopo partita, infine, si registra un tentativo di contatto sedato con un paio di cariche ma niente di più.

Enrico Garutti.