Quando vogliono e quando se lo ricordano, i veronesi sanno ancora fare i… Veronesi.

E stasera, allo stadio Manuzzi di Cesena, di quando in quando se lo sono ricordato, soprattutto nei minuti che hanno preceduto e poi seguito lo svolgimento del match, durante i quali si sono levati forti e chiari due cori in particolare. Uno, molto divertente, che altro non era se non l’inno del Cesena calcio, quello che viene solitamente cantato dalla Curva Mare all’inizio di ogni partita (naturalmente, l’intento degli scaligeri era quello di fare il verso ai dirimpettai romagnoli per sbeffeggiarli); l’altro, già ascoltato in passato, è il classico “veronese… gran figlio di t***a… pezzo di m***a sei tu… sei gialloblu…” sulle note del “Va pensiero” di Giuseppe Verdi, coro con il quale i sostenitori del Verona sono soliti prendersi in giro da soli.

Per il resto, gran bella presenza a livello numerico, tenuto conto del fatto che si gioca di sera e durante la settimana, anche se il tifo espresso non mi ha particolarmente impressionato, tenuto conto del fatto che in passato gli ho visto e sentito fare molto ma molto meglio.

Poco colorati, al punto che un accenno di sciarpata rimane tale, un accenno appunto, anche se conoscendoli non mi stupirei di scoprire che la cosa era volutamente cercata. Ma la sensazione che trasmettono a chi li guarda è di una gran bella curva, molto numerosa, dove però a cantare è solo uno “zoccolo duro” ben definito, con tutto il resto della gente che si lascia coinvolgere solo saltuariamente.

Fa comunque sempre piacere ascoltare il loro repertorio canoro, come sempre originale per il 90% dei cori che non hanno eguali in nessun’altra curva del nostro Belpaese.

E come ulteriore segno distintivo della loro originalità rispetto a tutte le altre tifoserie italiane, anche stavolta, malgrado l’aspra e sentita rivalità nei confronti dei bianconeri romagnoli, si sono astenuti dall’ormai classico “Romagna mia” distorto, in versione offensiva, che tanto piace alle tifoserie ostili a quella romagnola.

Malgrado ciò, non sono mancati gli scambi di “convenevoli” sia nei riguardi della curva di casa, sia nei confronti di quel manipolo di sostenitori bianconeri “casualmente” posizionato nella parte bassa dei distinti.

E a proposito dei padroni di casa, anche stasera la Curva Mare offre una prova di buon livello in quanto a tifo, sviscerando tutto il classico repertorio canoro, senza sosta e ad alto volume, soprattutto nel corso del primo tempo.

Una flessione, invece, si è avuta nel corso della ripresa, con la curva di casa che subisce il colpo inflittole dal Verona con il goal del pareggio a firma Juanito Gomez e si abbandona a parecchi minuti di imbarazzante silenzio, salvo riprendersi nei momenti finali del match, quando i bianconeri di mister Bisoli tentano gli ultimi disperati assalti alla porta scaligera.

Momenti di silenzio a cui non ero abituato, almeno non negli ultimi anni, che mi portano alla mente una riflessione. La serie A è un campionato lungo e difficile, pieno di insidie, rispetto al quale il Cesena di mister Bisoli sembrerebbe all’apparenza non adeguatamente attrezzato sotto il profilo tecnico. Però, solo il tempo potrà dire come stanno realmente le cose e se si pretende dalla squadra il massimo impegno in campo per provare a conquistare la salvezza, allora anche la curva dovrà dimostrare di essere all’altezza, trasmettendo quell’entusiasmo, quella grinta e quella determinazione tali da infondere nei propri giocatori energia e ottimismo tali da consentire loro di sopperire al divario tecnico rispetto ai più quotati avversari.

Solo uniti si vince.

Giangiuseppe Gassi

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