Torna dopo due anni il derby di Padova tra i biancoscudati del capoluogo euganeo ed i granata di Cittadella.

Purtroppo per le tifoserie questa volta si gioca in Lega Pro e non più nella ben più prestigiosa Serie B. Entrambe hanno comunque l’entusiasmo giusto per affrontare questo lungo e difficile campionato, sperando in una pronta promozione nella serie cadetta.

C’è da dire che si tratta comunque di un derby in tono minore, perché tra le tifoserie non è che ci sia una vera e propria rivalità : da parte padovana la partita non e considerata derby, perché i veri derby dei biancoscudati sono quelli che accompagnano le rivalità storiche con Vicenza, Venezia, Trieste o Verona. Ai cittadellesi invece non piace la sufficienza con cui vengono trattati dai cugini.

Negli anni 90 c’era come una sorta di “rispetto” tra le tifoserie, poi con il passare degli anni i rapporti si sono deteriorati. Di certo adesso il Cittadella non è ben visto tra i tifosi del Padova, un po’ per il tentativo di fusione dell’ estate 2001, contro il quale va detto anche i granata si opposero fermamente. Un po’ perché con gli anni il Cittadella ha cominciato ad essere visto come “l’usurpatore” che vuole portare via pubblico e spazio alla squadra del capoluogo.

Vale la pena ricordare che nei primi anni di B i granata si chiamavano Cittadellapadova e disputavano le proprie partite interne all’ Euganeo. L’allora presidente Piergiorgio Gabrielli (fratello dell’ attuale presidente Andrea e figlio di Angelo, vero artefice del miracolo-Cittadella) non fece mai mistero di puntare a conquistare i tifosi del capoluogo. E tutto ciò, anziché avvicinare le due tifoserie, le ha allontanate. Seppur fra gli ultras delle due squadre non ci sia mai stata rivalità, si percepisce che non c’e nemmeno troppa simpatia: i padovani non fanno troppo mistero di non avere troppa considerazione per loro, mentre sotto le mura si percepisce questa indifferenza che viene vista come “mancanza di rispetto” e di conseguenza aumenta l’ostilità.

Certo, sono due tifoserie che non si possono mettere a confronto vista la differenza di bacino d’utenza e di blasone, ma visti i numerosi derby vissuti negli ultimi anni un po’ di rivalità è comunque nata.

La partita, tra l’assurdo e controproducente spezzatino di orari deciso dalla Lega Pro (va detto con l’approvazione dei presidenti che infatti si vedono bene dal contestare questa formula) si gioca di sabato sera alle 20.30. Il clima è tutto sommato mite e quando arrivo allo stadio, all’incirca un’ora prima del match, vedo già i tifosi del Padova che senza problemi mangiano e cominciano a sventolare i propri vessilli.

Rari gli scontri tra le tifoserie e anche in questo derby tutto vola liscio: perfino le forze dell’ordine decidono di starsene tranquille e in disparte.

Allo stadio Tombolato, che da poco presenta un nuovo look con la copertura della tribuna est, ci sono circa 4500 spettatori con larga presenza ospite. Gli ultras della Fattori sono circa 1000 posizionati tutti in curva ospite, mentre gli ultras cittadellesi sono un centinaio posizionati in gradinata lato ovest. Sono tornati a mettersi in quella zona dopo che lo scorso anno erano al lato opposto e proprio a ridosso delle tifoserie ospiti.

Buono il tifo dei padovani, che dietro le molte pezze della “Tribuna Fattori” provano per tutta la gara a spingere i giocatori alla vittoria, o quantomeno al pareggio dopo che il “Citta”, come lo chiamano qui, passa in vantaggio. E il pareggio è anche giunto, su rigore nel corso del secondo tempo, a far esplodere la curva padovana di gioia. In alto i cori e vengono accesi qualche torcia e fumogeni. Poi però le cose si mettono male per i padovani, che prendono altri 2 gol e tutti a casa. Risultato finale Cittadella 3 Padova 1.

Marcello Casarotti