Per questo anticipo di venerdì sera della serie A2 di basket sono accorsi al “Palalido” di Milano, quasi 3.500 spettatori. Un pubblico notevole, considerando che parliamo della seconda squadra cittadina dopo l’Olimpia. Forse il fatto che da qualche anno manchi una delle rivalità più accese della palla a spicchi nostrana (Milano-Cantù, appunto) ha portato molti a voler seguire comunque questa gara, che di fatto e almeno a livello cittadino è un derby, anche se ovviamente vedendola dalla prospettiva di Cantù fa sempre una bella differenza (non) trovarsi di fronte la storica rivale.
Devo ammettere che l’accesso al rinnovato impianto di Piazzale Stuparich, che oggi porta il nome sponsorizzato di “Allianz Cloud”, non è del tutto agevole: dopo aver ritirato il mio accredito in biglietteria infatti, mi ritrovo davanti ad una lunga fila di persone in coda. Una volta entrato, il mio sguardo si rivolge subito al secondo anello del settore B1, in cui sono assiepati i tifosi canturini. Non saprei quantificarli, saranno forse 200, ma nel corso nella gara mi rendo conto di come ce ne siano diversi altri anche in altri settori. Oggi è come se giocassero in casa (dove di fatto non giocano mai, causa i loro noti problemi di impianto), e prima della palla a due ribadiscono subito il proprio pensiero nei confronti della città meneghina con cori di disprezzo.
Nella curva di casa è presente il gruppo dal curioso nome “Lungomare Milano”, meno numerosi rispetto agli ospiti ma sicuramente molto volenterosi. C’è da dire inoltre che nel 2022, alcuni componenti delle due tifoserie vennero a contatto a Desio, prima del match fra le due compagini, successivamente seguito dalla lunga coda di provvedimenti per ambo le parti.
Venendo alla cronaca odierna, la prima parte della gara non regala spettacolo, almeno sul parquet dato che all’intervallo lungo Cantù (che ha sempre condotto) è avanti 28-23, un punteggio davvero molto basso. Per fortuna che l’atmosfera sugli spalti è molto accesa, con gli “Eagles” che non smettono un secondo di cantare, non solo per incitare la squadra ma anche per punzecchiare il pubblico milanese ed in particolare Alessandro Gentile, ex giocatore dell’Olimpia, spesso vittima di cori offensivi.
Il pubblico casalingo non è certo freddo, ma è piuttosto indirizzato a scimmiottare il modello americano con tanto di cheerleader che spesso incitano al coro “URANIA, URANIA!” e con cartelli con scritte come “TRIPLA”, “AND-ONE” da esibire ai canestri della propria squadra.
Nel secondo tempo parte la rimonta targata Milano, che accende il palazzetto e permette ai ragazzi del “Lungomare” non di sovrastare coralmente i canturini, ma quantomeno di coinvolgere il pubblico e rendere il clima molto caldo.
L’ultimo quarto si apre con una bellissima sciarpata canturina, seguita da cori che incitano la squadra a tirare fuori gli attributi per portare a casa i due punti in palio. La gara termina però 63-57 per un’Urania che riesce nell’impresa di battere una delle squadre favorite alla promozione nella massima serie e strizza l’occhio ad una classifica che la avvicina alla stessa Cantù.
Testo e foto di Alan Cacciatore



























