Dopo aver eliminato gli sloveni del Koper ed il Konyasport, niente meno che la terza forza del campionato turco attuale, il piccolo Vaduz affronta ora il Rapid Vienna, ultimo scoglio in questi preliminari di Conference League superato il quale si aprirebbero le porte della fase a gironi.

Il Vaduz pur partecipando alla serie B svizzera, di cui tra l’altro occupa la penultima posizione in classifica alla vigilia di questa partita, ha avuto accesso all’Europa per aver vinto una Coppa nazionale in Liechtenstein che vince regolarmente ogni anno e di cui ovviamente è primatista in quanto a numero di trofei vinti, ben 48. Alle sue spalle il Balzers con 11 vittorie. Per capirci.

Il Rapid arriva a Vaduz in piena crisi tecnica e con i non confortanti precedenti, in situazioni analoghe, in cui pur di fronte a squadre ampiamente alla portata, ne è uscito con le ossa rotta. È da circa quindici anni che il Rapid non vince più un campionato e pur restando primatista in termini di titoli vinti, ancor prima che la Red Bull monopolizzasse la scena annichilendo la competizione, aveva già imboccato una china discendente in cui non sempre partiva regolarmente per vincere o riusciva ad imporsi sulle altre contendenti.

Anche questa volta a Vaduz finisce male con un 1 a 1 che in realtà sta persino stretto ai locali, veri padroni del campo e in più occasioni vicini al goal. Nonostante tutto il risultato non può certo accontentare i tifosi ospiti che, a fine gara, chiamano la squadra a raccolta sotto il settore e le cantano: «Noi vogliamo vedere il Rapid Vienna!».

Tralasciando le questioni del campo e venendo più nello specifico al tifo, gli ospiti arrivano in circa mille al Rheinpark-Stadion di Vaduz, non lontanissimo per loro e per una trasferta europea, ma notoriamente i viennesi sono una di quelle tifoserie che si sposta spesso con bei numeri. Arrivano in treno speciale fino a Schaan-Vaduz e poi proseguono verso lo stadio a piedi. Una volta guadagnata la loro posizione sugli spalti, si renderanno autori di un bel tifo, come da loro cifra stilistica, colorato e rumoroso, senza pause ma anche senza picchi di particolare potenza. Forse anche in ragione di una partita incolore in campo.

Nello stadio, complessivamente parlando, ci sono circa 3.700 a fronte degli oltre 7.500 posti di capienza. Onestamente deludente l’impatto ambientale, ancor più se si pensa che, se non fosse stato per il corposo contingente ospite, i numeri sarebbero stati ancora e di gran lunga inferiori. Non ci sono ultras, c’è un gruppetto di tifosi che ogni tanto prova a lanciare qualche coro ed evidenzia la sua presenza con uno striscione e tre bandiere ma decisamente non hanno nulla di ultras in quanto ad approccio, stile, attitudine.

Nella gara di ritorno, per la cronaca, il Rapid riesce a fare ancora peggio perdendo 0-1 in casa, venendo dunque sorprendentemente eliminato da una squadra del Liechtenstein, cosa che suscita la netta reazione da parte del Block West che irrompe nella zona vip dello stadio. Qualcuno della dirigenza sarà costretto a rassegnare le dimissioni per questa disonorevole sconfitta e per il forte disappunto della tifoseria. Per il Vaduz, così come per l’intero principato del Liechtenstein, si tratta della prima clamorosa partecipazione ad una fase a gironi in una coppa europea nella sua intera storia.

Remo Zollinger