L’andata dei quarti di finale della Coppa Eccellenza Lazio offre la sfida tra il Valmontone e il Tivoli, che si disputa nel classico mercoledì pomeriggio a Zagarolo, in provincia di Roma. La squadra ospitante, infatti, non disputa le gare interne nella propria città. Il Valmontone 1921 è un club relativamente giovane, nato dalla fusione, avvenuta la scorsa estate, tra il Valmontone e l’Atletico Valmontone, che unendo le forze hanno dato vita a questa compagine. A Valmontone esiste inoltre un’altra squadra, l’Asd Valmontone Calcio, che milita nel campionato di Prima Categoria e gioca nel secondo impianto cittadino, il comunale “Rossi-Nardecchia”, omologato per partite fino alla Promozione. La struttura più importante, lo storico “Stadio dei Gelsi”, è invece inutilizzabile da qualche anno, per i soliti lavori iniziati e mai portati a termine, ma costati già svariati euro. Per questo il Valmontone 1921 è costretto a giocare in un altro comune, un vero peccato per una città di oltre quindicimila abitanti, che l’attuale presidente ha riportato faticosamente in Eccellenza, dando rinnovato lustro a una squadra con oltre cento anni di attività sportiva alle spalle. La squadra giallorossa, dunque, disputa le gare interne allo stadio “Elio Mastrangeli”. Negli scorsi anni questa struttura ha anche accolto gli incontri giocati in D dallo stesso Zagarolo, massima categoria raggiunta da una compagine di questa cittadina, attualmente rappresentata dall’Atletico Zagarolo, che arranca in Seconda categoria, lontano anni luce dai fasti di un tempo.
Tornando alla cronaca, l’avversario di turno è il retrocesso Tivoli. Dopo un inizio al rallentatore, la compagine tiburtina sta scalando posizioni in classifica, mentre la sua tifoseria spera di tornare quanto prima in quella quarta serie abbandonata al termine della scorsa stagione. Lo stadio di Zagarolo dispone di due tribune: da una parte la storica gradinata rialzata in cemento armato, da anni chiusa al pubblico, dalla parte opposta due tribunette in ferro di recente costruzione, divise equamente tra locali e ospiti.
Quest’oggi assistono all’incontro circa cento spettatori, con una decina di ultras tiburtini che portano lo striscione TIBUR SUPERBUM, il cui ingresso avviene dieci minuti prima del fischio d’inizio. Il Valmontone, invece, non ha una una tifoseria organizzata. Durante la partita, pertanto, c’è pochissimo da segnalare per quanto riguarda la sfida sugli spalti. La tifoseria ospite intona un coro subito dopo il calcio d’inizio, più che altro per segnalare la propria presenza, poi assiste passivamente all’incontro. Ovviamente anche i padroni di casa guardano soltanto la partita, anche se esultano in modo deciso a entrambi i gol, con un paio di tifosi arrampicati fin sopra la recinzione, un gesto che dimostra come il calcio sappia ancora regalare emozioni e felicità agli spettatori in tribuna. Per la cronaca, il Valmontone vince con il classico risultato all’inglese, grazie alla rete di Oduamadi nella prima frazione e al raddoppio di De Fato allo scadere del secondo tempo. Il discorso qualificazione, pertanto, è rimandato alla sfida di ritorno al “Galli” di Tivoli. Al triplice fischio finale i giocatori tiburtini applaudono comunque i propri sostenitori, che ricambiano il saluto nonostante la sconfitta.
Concludo l’articolo con una riflessione su questa competizione. A certi livelli ormai diventata soltanto un impegno gravoso per le società calcistiche, che le tifoserie onorano esclusivamente per dovere. Forse un minimo di interesse è suscitato soltanto dai primi turni, quando si riprende a giocare dopo la sosta estiva, ma quando cominciano i campionati e si gioca in un giorno infrasettimanale lavorativo, sembra essere un pesante fardello per tutti, dai calciatori ai tifosi. Probabilmente le leghe dovrebbero cominciare a pensare a delle formule più intriganti per ridare slancio a questa competizione, che appare svuotata di interesse in ogni categoria.
Marco Gasparri