La partita odierna inizia con un quarto d’ora di ritardo, una sorta di manifestazione di solidarietà dell’Associazione Italiana Calciatori nei confronti dei calciatori di Ancona e Catanzaro, vittime della “violenza” dei loro tifosi. Senza entrare nel merito, di sicuro questa valutazione dei fatti specifici è un po’ tranciante e meriterebbe qualche doveroso distinguo. Viene solamente da chiedersi se e mai ci possa essere uguale solidarietà (che provenga ovviamente “dall’alto” e non dal basso, laddove spesso già c’è) quando oggetto di violenze uguali o peggiori lo sono i tifosi.

Modena e Padova si ritrovano al Braglia dopo tre anni, in quello scenario completamente differente che era la Serie B. Chi conosce entrambe le tifoserie sa della rivalità storica che le divide, rivalità che negli ultimi anni si è riaccesa considerevolmente per via dei celebri contatti all’aereoporto di Palermo.

Ad occhio oggi presenziano poco più di 2.000 unità: ai consueti (non tutti presenti ovviamente) 1.406 abbonati si aggiungono 1.409 paganti.

Cosa raccontare della Curva Montagnani? Si potrebbe fare un copia-incolla delle uscite casalinghe precedenti: viene effettuato il classico repertorio canoro fatto di cori per la squadra, contro la dirigenza locale e per i diffidati, oltre ai cori offensivi verso gli ultras padovani.

Non aumentano le presenze nel settore popolare modenese, la parte attiva della balconata centrale è presente sui soliti numeri (sul centinaio di tifosi), numero che probabilmente resterà tale fino al fine della stagione. Oltre a segnalare il settore spoglio di ogni segno distintivo, riporto anche un coro in omaggio agli amici di Veneziamestre, anche se non so con certezza se attribuibile ad eventuali presenze degli ultras lagunari o per solo spirito d’amicizia, visto il periodo particolare che stanno attraversando.

Solita prestazione anche per i ragazzi in gradinata, classico “Diffidati con noi” in partenza, qualche coro contro la tifoseria ospite e contro la dirigenza locale, e per buona parte della partita si godono questo primo sole primaverile: anche per loro si attendono tempi migliori, più di così non si può fare.

Circa 250 gli ultras padovani in curva ospiti, più una 60ina di tifosi “normali” in tribuna laterale, questi i dati delle presenze ospiti. Sono sincero, per via della loro posizione in classifica mi aspettavo più presenze, tuttavia quantità non è sinonimo di qualità e gli ultras patavini l’hanno dimostrato: sostegno alla squadra dal primo all’ultimo minuto, svariati insulti alla tifoseria locale (cito anche un “rossi di merda”, per via della vecchia connotazione politica della tifoseria modenese, comunque superata in apolitica da undici anni), cori per gli amici diffidati, tutto coordinato da svariati battimani ben curati e con ampio seguito.

Sul piano visivo, apprezzo la moltitudine di drappi appesi in vetrata che colorano il settore per tutta la sua lunghezza. Anche svariate bandierine vengono sventolate per tutta la gara, ma il pezzo forte arriva nel finale: una sciarpata effettuata con in sottofondo un coro tenuto in piedi fino al fischio finale, per un toale di 10 minuti abbondanti.

Al fischio finale, gli ospiti festeggiano i propri giocatori che grazie al successo per 1-0 sul Modena, conquistano il secondo posto in classifica. Qualche scaramuccia tra i componenti delle due squadre al fischio finale, tutto tranquillo all’esterno dello stadio.

Testo di Marcello Casarotti.
Foto di Francesco Passarelli.