Domenica 21 ottobre siamo a Venezia, tempo di derby ma a quanto pare anche tempo di monsoni equatoriali, visto che quello che si abbatte sulla laguna mentre noi eravamo invischiati in una coda chilometrica ai botteghini, in abbigliamento semi-estivo, in attesa di ritirare il nostro accredito, è veramente qualcosa di inaspettato. Nulla nel corso della giornata lasciava presagire che poco prima dell’inizio della gara qualcosa di più simile ad una gelida pioggia torrenziale che ad una normale pioggia autunnale si abbattesse sulla città.

Il tempo, cambiato così improvvisamente, condizionerà tutta la giornata, dalle squadre in campo ritrovatesi a giocare più a pallanuoto che a calcio, ai tifosi sulle gradinate letteralmente inondati da un temporale di rara potenza.

Sugli spalti la giornata prometteva spettacolo: la tifoseria di casa, nei giorni precedenti il match, sembrava avere recuperato fiducia dopo l’esonero dell’allenatore Stefano Vecchi e l’arrivo di Walter Zenga, mentre i veronesi dell’Hellas, reduci dalla battuta d’arresto casalinga col Lecce esaurivano comunque in poche ore i circa 1.300 biglietti di curva ospiti messi a disposizione dalla società lagunare.

Entriamo allo stadio già zuppi d’acqua e risalta subito all’occhio la curva ospiti, come da previsione piena in ogni ordine di posti, mentre il resto dello stadio vede la tribuna coperta al completo (comprensibile, vista la giornata) e la curva di casa, quasi piena all’inizio della partita, che si svuota parzialmente sotto i colpi del diluvio, anche se gli appartenenti ai gruppi “Curva Sud Veneziamestre” e “1987” in ogni caso non si muovono dal loro posto.

Riguardo le pezze delle rispettive tifoserie, i gialloblù si presentano all’”inglese”, con la solita moltitudine di stendardi con i simboli dell’Hellas, a differenza dei due gruppi veneziani che si presentano con il classico oltre a vari stendardi, appesi più lateralmente, tra i quali quello per Michael.

Il tifo è buono da ambedue le parti, maggiormente possente da parte della curva ospiti, soprattutto nei battimani, seguiti davvero all’unisono e nei cori secchi. La curva locale fa un po’ più fatica, il ricambio generazionale e le diffide si fanno sentire, e probabilmente manca ancora qualcosa riguardo la capacità di compattarsi. Nonostante tutto ne esce una buona prestazione e il bandierone copricurva con qualche fumogeno contribuiscono a riempire almeno visivamente il settore di casa, parzialmente svuotato dal diluvio che ha disturbato tutto il pomeriggio. Da segnalare anche lo striscione issato dalla curva locale in ricordo del ragazzo scomparso recentemente, Luca “Condor”: alla sua famiglia vanno le più sentite condoglianze di chi scrive e dalla redazione di Sport People.

La partita in campo, dopo il vantaggio nel primo tempo dei gialloblù, vede nel secondo il ritorno degli arancioneroverdi che reagiscono rabbiosamente e riescono a raggiungere un pareggio quanto mai meritato.
Sugli spalti i soliti cori di sfottò aiutano a scaldarsi nella pioggia gelata e tra un “Romeo boia e Giulietta troia…” e il solito “Venezian te brusemo ea Fenice e te butemo in canal”, la solita goliardia veronese non si è fatta attendere, concretizzatasi nei confronti della propria squadra in un simpatico e inusuale “nuotiam con voi nuotiam con voi…”

La giornata, come sempre succede ultimamente, si conclude senza alcun problema all’esterno dello stadio, e mentre i tifosi gialloblù si recano ai propri vaporetti per poi proseguire in direzione Tronchetto, i tifosi locali si avviano verso i bar di Sant’Elena a prendere qualcosa di caldo dopo 90 minuti di gelo.

Testo di Marcello Casarotti.
Foto di Luca Marchesini.