Il tentativo di abbinare due partite nello stesso giorno è da sempre il cruccio del malato al seguito degli ultras. Se poi si riescono ad abbinare due sport, allora la giornata è generalmente spassosa e piacevole.

Lo stadio Matusa di Frosinone è letteralmente in balia di un temporale, quando l’arbitro decreta la fine dell’incontro che vede i casalinghi battere nettamente L’Aquila per 3-0. Dopo aver sistemato la macchinetta, mi avvio verso le uscite, incamminandomi in direzione palazzetto. Seguendo le indicazioni di una vigilessa, raggiungo la Strada Statale dei Monti Lepini, importante arteria che congiunge il capoluogo ciociaro all’imbocco autostradale.

Prima di poter godere della copertura e del calore del Palasport, devo però trovare la fermata del Cotral da dove, dopo l’incontro, dovrò riprendere il pullman per Roma. L’impresa non è facile ed alla fine, dopo aver percorso almeno un altro chilometro a piedi e sotto la pioggia, trovo una paletta maldestramente appoggiata su un cartello di lavori in corso. Se ciò non mi riguardasse, riuscirei persino a riderne, vista l’idea di degrado ed arretratezza che giocoforza l’immagine dà. Ma, ahimè, l’acqua entra sempre più nelle scarpe e “questa pioggia paradossalmente potrebbe non finire mai” come dice De Gregori, quindi meglio accelerare il passo fino ai botteghini dove, dopo aver ritirato l’accredito, faccio il mio ingresso all’interno del palazzetto.

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

La concitazione e la fretta di togliermi dall’umidità e dalle gocce perpetue, non mi hanno fatto neanche dare un’occhiata accurata all’esterno dell’impianto. È la mia prima volta da queste parti e devo dire che la struttura non è affatto male. Posso tranquillamente dire che nell’attuale Lega A ci sono palazzi di gran lunga peggiori.

I ragazzi della Brigata Ciociara sono già là con il loro striscione, mentre nel settore ospiti non c’è traccia dei Barcellonesi. Rimango un po’ sorpreso, dato che, almeno dalle informazioni a mia disposizione, gli ultras siciliani sono soliti presenziare un po’ ovunque. Ma ovviamente, quando decido di seguire una partita di Legadue nella speranza di beccare due gruppi, la fortuna non può essere dalla mia. Poco male però, devo dire che la serata sarà ugualmente piacevole.

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Gli spalti vanno via via riempiendosi ed alla fine se non si può parlare di tutto esaurito, poco ci manca. Evinco che a seguire i giallorossi ci sono anche parecchi Frusinati, i quali hanno adottato il sodalizio verolano simpatizzando e seguendone le sorti con passione. Altro ospite d’onore della giornata, almeno per il sottoscritto, è il coach di Barcellona, Marco Calvani. Emblema della stagione super della Virtus Roma lo scorso anno, il tecnico capitolino è tornato a dirigere una squadra dopo un periodo trascorso negli USA. Per l’occasione, un manipolo di tifosi romani ha raggiunto la Ciociaria mettendosi proprio dietro la sua panchina con indosso simpatiche magliette in suo onore. Tutto questo rende molto l’idea dell’ambiente cestistico, dove tutto è più piccolo e maneggiabile rispetto al calcio.

L’arbitro si porta al centro del campo e lancia la palla che viene contesa dalle due squadre. Partono a razzo anche gli ultras di casa. Avevo già avuto modo di vederli in azione a Napoli, tempo fa. Ed oggi hanno confermato quanto di buono fatto vedere al PalaBarbuto.

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Dietro allo striscione si raggruppa un buon numero di ragazzi volenterosi di cantare, ballare e divertirsi. Così i cori, continui per tutta la partita, ed un tifo incessante non mi fanno pentire di esser venuto, anche non avendo trovato una tifoseria ospite. Anzi, rimango sorpreso in positivo quando, negli ultimi due quarti, noto che l’ambiente si surriscalda a mille con i ragazzi della Brigata Ciociara che, ad ogni canestro importante, si lasciano andare ad esultanze sfrenate, pogando e gettandosi l’uno addosso all’altro.

Il suono dei tamburi è imperioso e ritmato da due signori tutt’altro che adolescenti. La dimostrazione di come questa passione, quella ultras, quando è sana ed aggregante, non possa circoscriversi in base all’anagrafe. I loro sorrisi divertiti la dicono lunga su quale sia lo spirito con il quale questo gruppo segue la propria squadra. Non una missione di vita, ma semplicemente la voglia di tifare per la propria città, facendolo sempre nel massimo divertimento.

In campo la partita è molto bella e si va avanti punto a punto. Una situazione che rende a tratti incandescente il palazzetto, con la Curva Sud assoluta padrona della situazione, che riesce in più di un’occasione a portarsi dietro tutto il pubblico.

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

L’altra cosa che mi colpisce è l’età relativamente giovane del gruppo. In una realtà piccola, come deve essere quella di Veroli, è spesso complesso fare un discorso ultras di questo genere. In tanti preferiscono il calcio in tv, mentre altri la gita a Roma per una passeggiata in Via del Corso alla ricerca della “strusciata” di turno. E dato che gli ultras al seguito dei giallorossi ormai ci sono da qualche anno, vuol dire che si è seminato bene. E poi è bello vedere come i genitori incoraggino i bambini ad andare al centro della curva per divertirsi e cantare. Un quadretto sin troppo perfetto, che stona a pieno con il moralismo a gonfie vele ed il terrorismo psicologico, esercitato dai giornali e dalle televisioni quando si mettono in relazione ultras e bambini. Una retorica tanto stomachevole quanto falsa. Non esiste bambino che possa preferire il grigiore di una tribuna rispetto al chiasso e all’allegria di una curva. Non ci venite a raccontare eresie. Non siete credibili.

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Veroli-Barcellona 80-73, LegaDue 2013/14

Quando la gara sta volgendo al termine, io devo cominciare ad avviarmi verso le uscite. Alle 19:45, infatti, passerà il pullman, e non posso assolutamente perderlo. Mi godo gli ultimi minuti di gara, che è diventata davvero piacevole e combattuta. Scattate le ultime foto, è arrivato il momento di guadagnare l’uscita, anche se a malincuore. Esco con l’ennesimo boato del pubblico giallorosso e la curva che a gran voce scandisce il nome della città.

Chissà se, come apparso su molti giornali in settimana, tornando a disputare le gare a Veroli, questi tifosi sapranno trovare ancor più compattezza, disputando le proprie gare in un vero e proprio inferno dantesco. Per ora la certezza è che la pioggia batte ancora abbastanza forte e fino alla fermata di acqua da prendere ce n’è ancora tanta. Fortunatamente la sagoma blu del Cotral si materializza all’orizzonte, ed un’autista a dir poco scocciata ed innervosita mi apre, ripartendo velocemente alla volta di Roma.

Un’altra domenica intensa sta finendo. Speriamo che almeno sia stata l’ultima di pioggia. Dopo un piccolo ingorgo sull’autostrada, riesco ad arrivare tutto sommato puntualmente al capolinea dell’Anagnina. Un po’ stanco e bagnato fino al midollo. Ma le partitelle sono anche e soprattutto questo. Giusto per non dimenticare che alla base di tutto ciò ci sono le trasferte ed il mondo ultras che per molti di noi fu. Perché questo credo e questo modo di essere non moriranno neanche tra mille anni, se ci sarà qualcuno a tramandarne le tradizioni e le regole base.

Simone Meloni.